Banners

Banners

lunedì 15 febbraio 2016

Gli Scenari della Walker-Trade!

GLI SCENARI DELLA WALKER-TRADE

Premesso che dobbiamo farla, dobbiamo capire in che direzione agire. La domanda chiave è: D-Rose può essere un leader? Se la risposta fosse sì, sapremmo come muoverci, cedendo Walker a una squadra con basso CAP in cambio di spazio salariale utilizzabile nella prossima free agency in quella che dovrebbe essere una ricostruzione alla salsa di giocatori giovani (prodotti, preferibilmente, della draft class 2015/16 volendo evitare androidi e mutanti metallici). Per farla breve, ecco le strade che si stanno aprendo tramite le "possibilità di scambi".

-Walker (2X12M) + Young (1X1) per Jerami Grant (1X1) ma prodotto interessante anche in ottima rifirma, magari al posto di Crowder. Libereremmo, appunto, 12 milioni.

-Walker + Hill (2X2.5M) per Rashad Vaughn (2X2.5)...Vaughn è giovane e frizzante e potrebbe essere il nuovo Ellis, ma poi avremmo solo D-Rose e Joe Young in cabina di regia...rischio?

-Walker per Monroe (4X18M): Qui le cose si fanno difficili, Josh Smith è in calo e Monroe potrebbe essere un "Alpha" ma ha un contratto lungo e ci bloccherebbe il cap...non si fa

-Walker per Teague (3X11.5M): Contratti sostanzialmente uguali e Teague forse sarebbe ancora meglio di Kemba viste le sue caratteristiche difensive...ciò vorrebbe dire, però, lasciare Rose in panchina e temo che per Derrick tra poco il pino sarà stretto....

-Walker + Ellis (1x11M) per Bosh (2x26M) e Lin (2x3M). Bosh sarebbe PERFETTO per noi ma si creerebbe lo strsso problema di Monroe: cap bloccato. Un quintetto Rose-Bradley-George-Bosh-Turner però è da leccarsi i baffi...

-Walker per Burks (2X11M): Alec mi è sempre piaciuto tanto e potrebbe essere il "nuovo" Ellis, a quel punto però dovremmo tradare anche Monta prima della dead-line per evitare affollamento tra le shooting guards. Ipotesi comunque interessante.

-Walker + Crowder (3X6.8M) per Gary Harris (1x2.5M). Altra ipotesi a cui penso seriamente. Crowder è bravo, ma non insostituibile sicuramente. Libereremmo 19 milioni per la prossima free-agency, ovvero un top. E il Gary è spumeggiante, eccome...

Wake me Up when December Ends


L'incubo si ripete?




Beh, lo scenario sarebbe perfetto. Inizio di stagione non ottimo ma buono, squadra in fase di amalgama con Rose da inserire e...ecco che alla prima di dicembre Derrick si spacca. Le facce dei compagni, alla sua caduta sul parquet contro gli Charlotte Hornets, dicono tutto. "Career-ending injury?"

No, ma il problema al ginocchio di Rose lo tiene fuori due settimane. Due settimane in cui andiamo incontro a un turbine di CINQUE SCONFITTE CONSECUTIVE che alimentano il malumore e creano problemi che non dovrebbero esserci. Se Jordan Hill da una parte si lamenta dell'intensità degli allenamenti, dall'altro è proprio il rientrante Derrick a dire che la squadra vorrebbe lavorare di più. Due problemi opposti non si risolvono e anzi, ne sorgono altri.

Bradley ci lascia. Infortunio al ginocchio anche per lui, proprio al termine di un'altra streak di 3W consecutive che ci aveva parzialmente risollevato, ma qui la diagnosi è di 6 settimane di stop. Insomma, non lo avremo fino a poco prima dell'All-Star Game incrociando le dita per eventuali ricadute o prodigiosi recuperi.

Ma il guaio più grosso deve ancora arrivare...


Proprio prima di lasciarci agli auguri di Capodanno, dopo aver concluso questo Dicembre con un record di perfetto 50% (criticabile, ma in parte "giustificato" dagli infortuni), scoppia THE BOMB.

Kemba Walker si fa largo tra le stanze del front-office e chiama a sè presidente, coach e GM per esprimere la sua frustrazione. Vuole essere un leader, il posto qui gli sta stretto e, parola sua, crede che parte dei possessi di George debbano essere, invece, sua esclusiva. Sono frasi forti, ancor più forti se ci mette di fronte a 3 alternative.
-Scambiare George
-Scambiare lui
-Provare a convincerlo per il bene della squadra.

Escludendo a priori la prima decidiamo di fargli capire che per noi è importante ma se vogliamo ripeterci non scambieremo né lui né Paul. L'effetto delle nostre risposte è DEVASTANTE! Walker lascia la stanza sbattendo, il suo morale crolla a picco (10) e non ci lascia alternative se non la sua trade. E che scenari si apriranno, adesso?

Novembre...poco da dire!

Per la prima volta in questo capitolo iniziamo la stagione direttamente a Novembre senza passare per la Halloween Night. E com'è andato questo novembre? Bene ma non benissimo, come ormai di consueto nella regular season.

Mentre i Cleveland Cavaliers (13-1) sembrano avviati verso la conquista del seed #1, a scanso di miracoli (e ci si chiede come, visto che il nucleo della squadra è il solito con i soli Irving e Love al comando della barca) noi ci sediamo a un record di 9-6 che però da più fiducia rispetto all'anno scorso. Perchè nonostante le vittorie siano relativamente poche in confronto alle sconfitte, in quest'ultime non abbiamo mai assistito a veri e propri crolli bensì a gare perse nel finale per una mancanza di concentrazione che possiamo anche tollerare visto che veniamo da due titoli NBA consecutivi. Da registrare la L contro le nostre bestie nere, i Celtics di LeBron che quest'anno hanno aggiunto il pezzo pregiato della free agency Greg Monroe.

D-Rose si sta ambientando bene fornendo punti ed energia dalla panca e già nel mese di dicembre potremmo avere qualche informazione in più visto che troviamo squadre toste come Thunder Clippers e Warriors nella prima tournèè ad ovest della stagione.

Di sicuro non si sente il bisogno di rivoluzionare il roster come a dicembre scorso, ma vediamo...Smith ha subito un lieve calo e la mancanza di un lungo è forse il nostro "need" principale. Vedremo come muoverci. Per la prima volta in questo capitolo iniziamo la stagione direttamente a Novembre senza passare per la Halloween Night. E com'è andato questo novembre? Bene ma non benissimo, come ormai di consueto nella regular season.

Mentre i Cleveland Cavaliers (13-1) sembrano avviati verso la conquista del seed #1, a scanso di miracoli (e ci si chiede come, visto che il nucleo della squadra è il solito con i soli Irving e Love al comando della barca) noi ci sediamo a un record di 9-6 che però da più fiducia rispetto all'anno scorso. Perchè nonostante le vittorie siano relativamente poche in confronto alle sconfitte, in quest'ultime non abbiamo mai assistito a veri e propri crolli bensì a gare perse nel finale per una mancanza di concentrazione che possiamo anche tollerare visto che veniamo da due titoli NBA consecutivi. Da registrare la L contro le nostre bestie nere, i Celtics di LeBron che quest'anno hanno aggiunto il pezzo pregiato della free agency Greg Monroe.

D-Rose si sta ambientando bene fornendo punti ed energia dalla panca e già nel mese di dicembre potremmo avere qualche informazione in più visto che troviamo squadre toste come Thunder Clippers e Warriors nella prima tournèè ad ovest della stagione.

Di sicuro non si sente il bisogno di rivoluzionare il roster come a dicembre scorso, ma vediamo...Smith ha subito un lieve calo e la mancanza di un lungo è forse il nostro "need" principale. Vedremo come muoverci.

The Ring Chaser!


RING CHASER





Ed ecco l'unica mossa di mercato dei Pacers in questa off-season. In una free-agency che offriva pochissimo (il miglior fit era Monroe che avremmo dovuto strapagare) sfruttiamo l'unica finestra di cap disponibile (7 milioni) per firmare Derrick Rose con un triennale.

Non c'è grandissima enfasi nell'annuncio perchè Rose non è più quello che vinse l'MVP. In questo 2k-mondo è stato tradato ai Jazz dopo un solo anno, con la franchigia dei mormoni in cerca dell'anello mancante per tornare in post season. Cosa che non è avvenuta. Derrick è diventato free agent ed era un'occasione troppo ghiotta per non firmarlo. Ecco le sue dichiarazioni:

- Sono consapevole di non essere più il giocatore capace di portare i Bulls a oltre 60 vittorie in stagione, ma credo di poter ancora dire la mia in questa lega. Per la prima volta nella mia carriera accetto di partire dalla panchina, e questo è importante per me. La consapevolezza di non essere al top delle gerarchie mi aiuterà ad abbassare la pressione su di me in modo da poter lavorare con tranquillità. Non chiamatemi "Ring Chaser", non paragonatemi a Ray Allen o Gary Payton quando raggiunsero gli Heat. Voglio lasciare il MIO segno su questa squadra. -



Indiana Pacers 2017/2018 Roster

Kemba Walker (Derrick Rose) (George Hill) (Joe Young)
Avery Bradley (Monta Ellis) (Courtney Lee)
Paul George (Jae Crowder) (PJ Hairston) (Glenn Robinson III)
Josh Smith
Jordan Hill (Miles Turner, Ian Mahinmi)

lunedì 8 febbraio 2016

Nba Finals Game 7: In paradiso o ALL'INFERNO


C'è tensione nell'aria. C'è tensione perchè l'Oracle Arena e gli Warriors tutti si erano già visti con l'anello al dito dopo il "clutch game" alla Bankers Fieldhouse. E adesso si ritrovano a giocarsi una stagione negli ultimi 48 (o forse più minuti) contro una squadra che, almeno sulla carta, non ha niente da perdere.

Ma non prendiamoci in giro: il dire che stasera i Pacers non hanno niente da perdere ed è già un miracolo se sono arrivati fin qui è una boutade, un giochetto mentale per alleggerire la pressione e trovare giustificazione a un'eventuale sconfitta. Sì, abbiamo già fatto tanto con la rimonta fino al 3-3, ma se abbiamo dovuto rimontare è perchè siamo andati sotto e quando ti giochi il titolo non esiste avere pressione o meno: stasera sarà una battaglia.

Walker, Bradley, George, Smith, Hill vs Curry, Thompson, Barnes, Hansbrough, Ezeli: Draymond Green, che aveva provato a forzare un miracoloso recupero, non è della disfida.

L'inizio di partita degli Warriors è di quelli che non ti aspetti: schiacciatona di Barnes e 2-0, tripla di Curry e sulla nostra successiva rimessa rubata ancora di Barnes e 7-2: la Oracle, leggermente sopita dalla paura, è in fiamme: hanno già visto tante volte la loro squadra iniziare una partita così e non smetterla più di fare canestri.

Ma stasera è diverso, stasera siamo TROPPO concentrati per farci spaventare da un brutto inizio. Si comincia a giocare come sappiamo, testa bassa e occhio al compagno libero. Come spesso accade in avvio di partita, si va da Josh Smith, un giocatore che ha bisogno di fiducia e di partir bene per essere incisivo. Lo farà, con i suoi soliti canestri in allontanamento dal post fino a scivolare oltre l'arco dei 3 punti. E lo seguirà un altro grande "ritrovato" della serie, quell'Avery Bradley che gode del calo difensivo di Curry per punire dall'arco dei 3 punti. 30-24 Pacers il primo quarto, ma la partita è apertissima.

Come di consueto tra la fine del primo quarto e il secondo fa capolino la second unit, e qui gli effetti del peso mentale di una gara 7 si fanno sentire eccome. Monta Ellis, uno non proprio abituatissimo a partite "importanti", sembra esser ricaduto nell'involuzione che l'aveva accompagnato fino a qualche partita fa. Miles Turner gioca come al solito, librandosi nel pitturato con estrema eleganza, ma la mano trema più del solito. Ad evitare la rimonta Warriors ci pensa uno dei soldati preferiti di coach Gensi: raramente ricorriamo a Ian Mahinmi in attacco ma stasera il francese è in serata di grazia. Non ha tiro da fuori, non ha grandi movimenti sotto canestro ma fa sempre la cosa giusta, soprattutto quando non ha la palla in mano, trovandosi spesso nella posizione giusta per due facili. Si va a riposo sul 60-56 Pacers, con la partita apertissima e quel clima da garasette che ti porta a pensare "ora ci uccidono".

Non è così. Quello per cui abbiamo lavorato sin dall'inizio dei playoffs, ovvero la gestione dei minutaggi, si fa sentire stasera più che mai. Quando la testa è oppressa dalla tensione, anche le gambe ne risentono. Soprattutto se le gambe sono in sofferenza e così mentre Curry, Thompson e Barnes si prendono le responsabilità offensive gli altri Warriors spariscono dal match, pasticciando con palla e movimenti. L'Oracle Arena, che già dal primo quarto si era raffreddata, adesso è diventata di ghiaccio vedendo i loro beniamini scivolare giù, sempre più giù, fino al +11 Pacers che suggella la fine del terzo quarto. Mi chiederete come faccio a narrarvelo con così poca enfasi, penserete "oh, sembra che stia raccontando il season opening della stagione...questo ha già vinto il titolo ed è freddo come il marmo..."

Perchè non sarà così. E ce lo aspettavamo.

Gli Warriors affrontano gli ultimi 12 minuti con la determinazione di chi vuole vincere il titolo a tutti i costi. Kerr ricorre finalmente alla small-ball con Iguodala da 4 ed Ezeli da 5, noi non vogliamo modificare gli equilibri e sfruttiamo fino in fondo il quintetto base. Loro, però, sono più in palla di noi. E il "Dynamic Trio", che fin lì aveva sì segnato ma con percentuali ben sotto il 50% dal campo, comincia a metterle TUTTE. Noi non facciamo certo da sparring partners e cerchiamo di contenerli rallentando i possessi, ma la nostra crisi offensiva è ben evidente. In realtà recupereranno solo 5 punti fino all'ultimo minuto di gara, ma basta vedere i loro sguardi per capire che ce ne potrebbero fare 6 in 10 secondi, se abbassassimo ulteriormente la guardia. George, con 1'10'' sul cronometro, sbaglia l'ennesimo tiro. Gli Warriors prendono il rimbalzo e con una rapida transizione trovano Klay Thompson appostato da 3. All'Oracle alzano già le braccia, e non sbagliano. SPLASH! 55 secondi da giocare, -3 Golden State. Siamo alla canna del gas. Decidiamo di dare il possesso a George, non certo il più in canna ma è il leader e ci si aspetta da lui la giocata risolutrice. Isolamento del 13 con i secondi che scorrono, crossover sul Barnes e long-two del titolo. NO.



Ora i fans sono "on their feets", Iguodala coglie il rimbalzo e cerca subito di capire quale sia la giocata migliore.
La troverà
. Con un lancio da quarterback il pallone supera tutti i Pacers che stanno rientrando in difesa e finisce esattamente lì, tra le mani di Thompson, per il tiro più importante della sua carriera. Mentre Klay si alza, con Bradley che tenta un disperato recupero per contestare il tiro, il tempo alla Oracle Arena si ferma. La palla parte dalle braccia del giocatore degli Warriors, chi è a sedere dietro di lui, esattamente in traiettoria con il canestro, comincia già a esultare. Perchè il tiro, già dalla parabola ascendente, sembra destinato a entrare proprio dentro la retina.



Ma gli dei del basket, stasera, vollero diversamente. La palla accarezza appena appena il ferro, ma è la carezza di un serpente stretto al collo. Danza per qualche istante dentro l'anello circolare e poi, miracolosamente, esce. Klay Thompson & soci l'avevano vista dentro, per loro è come guardare verso il cielo e vedere un meteorite cadere dritti verso di loro. Lo shock li disinteressa totalmente al rimbalzo offensivo, preso da Kemba Walker e arpionato da Barnes. Ora è tutto in mano a questo ragazzo qui, criticato eccome nel corso della stagione al punto che il presidente nel corso della serie ha chiesto di non schierarlo più nel quintetto titolare. Ora la mano dell'ex Bronx-boy non deve tremare da quella lunetta che PUO' regalarci il titolo.



I suoi liberi sono esattamente uguali. Entrambi...

PERFETTI!!
SIAMO CAMPIONI!

E se lo meritano TUTTI questo titolo. Un titolo arrivato sputando sangue, lasciandoci dietro le critiche per un roster apparentemente male assemblato, i malumori del presidente e dello staff, i dubbi su un livello di difficoltà apparentemente inviolabile...

TONIGHT IS THE NIGHT IN INDY!


Nba Finals Game 7: Indiana Pacers @ Golden State Warriors 115-107
Pacers: Ian Mahinmi 19, Josh Smith 18, Avery Bradley 15, Miles Turner 14, Jordan Hill 13, Kemba Walker 12, Paul George 11
Warriors: Klay Thompson 25+10 rimbalzi, Stephen Curry 23, Harrison Barnes 23, Andre Iguodala 15, Festus Ezeli 13

Nba Finals #Game 6: #FORZIAMOLA


"Non ci sono scuse adesso...voglio vedere gara 7. Poi, come andrà andrà, ma voglio vedervi tornare alla Oracle Arena. Fatelo."



Quanto dettoci da Larry Joe Bird non lascia spazio ad alternative. Dobbiamo vincere questa gara 6 altrimenti, senza essere troppo velati, il mio posto salta. Il pre-partita è pieno di tensione con i media a seminare ancor di più zizzania, tanto che il GM abbandona la conferenza stampa anzitempo. Parlerà il campo


La tattica è una e una sola. Asfissiare Golden State dall'inizio. Niente ritmi altissimi, dove loro trovano terreno fertile, ma circolazione di palla ossessiva fino a trovare il tiro più conveniente. In difesa, ancora più attenzione sui comprimari, coloro che ci hanno fatto perdere 3 partite per la nostra (forse) troppa attenzione sul trio Curry - Klay - Harrison.

La strategia, almeno inizialmente, è un successo. Il pubblico della Bankers non credeva di vederci giocare qui di nuovo in questa stagione, la loro spinta è incredibile. George non fa la "stella" ma la sua sola presenza alza inevitabilmente l'attenzione verso di lui, lasciando spazi agli altri. E così chiudiamo il primo quarto sul +6, con Bradley e Smith tra i più positivi.

Nel secondo quarto la situazione cambia, gli Warriors provano a reagire con i canestri di Curry (che aveva iniziato con un terribile 1/7 al tiro) e Thompson ma l'onda d'urto è retta benissimo dalla nostra second unit, dove un Ellis ritrovato "pizzica" gli avversari mentre Turner e Mahinmi agiscono con grande sinergia: il primo sfrutta tutto il suo talento per segnare nei modi più disparati mentre il francese approfitta dei rimbalzi e delle hustle plays alzando la fortificazione nel nostro pitturato: si va a riposo sul +5.

Non è certo un vantaggio decisivo, ma i dati scrivono che Curry e Thompson sono già "overused" mentre noi riusciamo a proporre una rotazione lunghissima, merce rara ai playoff di questi tempi in NBA. Se ne deduce che quando torniamo dalla locker room le nostre stelle sono belle fresche e riposate mentre gli Splash Brothers appaiono tirati nonostante la mezz'oretta di pausa: è il momento decisivo.

A dire il vero i due fenomeni di GSW giocano bene anche il terzo quarto, but we are better...è un crollo fisico per gli ospiti che non sono più pericolosi in transizione come nelle prime gare della serie a differenza nostra e ricorrono sempre di più ad isolamenti che in un modo o nell'altro (aiuti o raddoppi) riusciamo a contenere. E in attacco viaggia tutto alla perfezione: J-Smoove piazza due inchiodate d'autore, Bradley è un autentico cecchino e Turner continua ad irridere in tutte le salse i pachidermici Bogut ed Ezeli. La Bankers Fieldhouse è in visibilio, la rimonta è completata e nell'ultimo quarto, per la prima volta nella serie, è puro garbage time. Finisce 116-94 con tutti i nostri ragazzi a referto (eccetto Courtney Lee che per motivi numerici è inattivo), il nostro l'abbiamo fatto e le facce impaurite degli Warriors a fine partita la dicono tutta: gara 7 è a casa loro, ma gran parte delle loro certezze stasera si sono sgretolate.



Nba Finals Game 6: Golden State Warriors @ Indiana Pacers 94-116

Warriors: Stephen Curry 24, Harrison Barnes 21, Klay Thompson 19, Festus Ezeli 11+10 rimbalzi
Pacers: Miles Turner 18, Avery Bradley 14, Josh Smith 14, Monta Ellis 13, Paul George 12, Kemba Walker 10

#TheFinals #Game5: Trying to comeback


ORGOGLIO...

Mentre scorro ormai distrattamente le varie divise degli Warriors per quella che sarà, molto probabilmente, la nostra partita della stagione ne fa capolino una così denominata...

ORGOGLIO




Quello che dobbiamo avere per essere arrivati fin qui, quello che non dobbiamo perdere adesso. Win or go home, che si vinca o si perda vogliamo lasciare il sangue sul parquet della Oracle Arena. Durante il riscaldamento Curry si avvicina a noi dicendo più o meno così...

"Belle divise. Bravi, bisogna vestirsi bene al proprio funerale..."

La tensione sale.

"Vi provocano perchè hanno paura ragazzi" - suggerisce Kevin Garnett dalla panchina (è uno dei nostri assistenti) - "evidentemente c'è qualcosa che non va..mettetegli pressione..."

In effetti qualcosa che non va negli Warriors c'è. L'infortunio di Tyler Hansbrough è più grave del previsto, Psycho-T stringe i denti in mancanza di alternative come ali grandi (Draymond Green è, ricordo, ancora ai box per un infortunio al menisco) ed è LI' che dobbiamo colpire...

A pensarci Joshua "Josh" Smith, uno dei più positivi fin qui. E' a lui che affidiamo i primi possessi della partita, puntando su un jump-shot che sembra finalmente "confident", capace di allontare Hansbrough dal pitturato e di farlo soffrire sulla corsa. Gli Warriors in attacco non hanno alcun problema con il triumvirato Curry-Thompson-Barnes a mettere la carne al fuoco, ma appaiono meno lucidi, meno brillanti del solito per essere davanti al proprio pubblico nella gara che dovrebbe consegnargli il titolo...

Andiamo all'intervallo sul +2 per noi ma con l'interessante risvolto che i titolari finora abbiano giocato pochissimo: il quintetto di ricambio con Walker - Hill - Crowder - Mahinmi e Turner ha lavorato bene...Walker? Sì, perchè abbiamo ascoltato il nostro presidente spostando Kemba - momentaneamente - nella second unit partendo con Ellis e Bradley nel backcourt. La decisione è stata presa in modo da avere più tiro nel secondo quintetto, con Ellis che chiude troppo il campo spostato nel primo dove può attaccare più agilmente il ferro. Ed entrambi stanno facendo bene.

Nel terzo quarto ecco che finalmente la partita comincia a pendere da un lato: ed è il nostro. Sarà colpa della stanchezza, sarà colpa della pressione, ma l'intensità difensiva che aveva caratterizzato gli Warriors sin da gara 1 della serie all'improvviso sparisce. E dilaghiamo. +10 a fine terzo quarto, +15 ad inizio ultimo periodo. Curry, Thompson e compagnia cantante non lasciano spazio alle riserve, cosa che invece facciamo noi aumentando ulteriormente il vantaggio. Perchè oggi, dal primo all'ultimo, sono tutti ON FIRE. E aveva ragione chi diceva che giocare col cervello sgombro aiuta..sì, perchè gli Warriors sono ancora (ovviamente) i favoriti numero uno, ma stasera vinciamo noi espugnando per la prima volta l'Oracle Arena. E adesso, a Indianapolis, devono andare tutti al box-office a prendere il biglietto per gara 6 dei propri Pacers. Se per rendere onore alla loro stagione o per augurargli ancora buon viaggio verso la California, questo lo vedremo...



NBA Finals Game 5: Indiana Pacers @ Golden State Warriors 113-102
Pacers: Paul George 17, Jordan Hill 16, Josh Smith 16, Avery Bradley 12, Pj Hairston 11
Warriors: Stephen Curry 24+11 assist, Klay Thompson 20, Harrison Barnes 19, Festus Ezeli 16

domenica 7 febbraio 2016

Nba Finals 2017 - Game 3/4 - Basterà il nostro pubblico?



Game 3, Bankers Life Fieldhouse Arena...

18 in the first quarter!



Il clinic offensivo di Paul George nella prima gara della serie giocata a casa sua è strabiliante! Trascina i nostri in un primo quarto difficile, dove Golden State ci mette da subito in difficoltà. PG13 evita un precoce passivo prendendosi (e mettendo) un sacco di forzature, complici anche dei compagni ancora colpevolmente fuori dalla serie (Walker, Bradley).
Ma quando PG si siede in panchina per il meritato riposo, l'incubo torna. In attacco sbattiamo contro il muro Warriors, in difesa diamo il massimo ma questi hanno un talento tale che il massimo non basta. Non basta neppure che "Killer" Ian Mahinmi con un altro blocco assassino causi una botta alle costole di Harrison Barnes: il ragazzo respira quasi a fatica ma riesce comunque a mandarci all'inferno. E gli Warriors, all'intervallo, sono sopra 10.
Il terzo quarto si apre con la sfida tra i quintetti di ricambio. La nostra, sulla carta, è la miglior panca NBA ma quella di Golden State è in completa trance agonistica con Larry Sanders che dai fumi della ganja torna a dominare sotto le plance come ai bei tempi. A regalarci un po' di speranza ci pensa, per una volta, l'assente ingiustificato: Kemba Walker chiude il terzo quarto con la tripla del "crediamoci", del -7 con cui iniziamo l'ultima frazione. Ed è in questo momento che, per la prima volta nelle finali, a tratti si ricominciano a vedere i veri Pacers: punti sporchi, rimbalzi, spaziature...piano piano ci rifacciamo sotto mentre GSW deve affidarsi sempre più al trio Curry-Thompson-Barnes, mentre gli altri spariscono dalla partita. E' però, più di ogni altro, un uomo al comando: Paul George. Dopo aver sopito nei 24 minuti centrali, il "trece" torna a realizzare con frequenza approfittando, forse, del problema alle costole di Barnes. Ma Golden State rimane li e anzi, con Curry trova il 93-91 a 1'20'' dalla fine riportandosi sopra. Ma...what are you doing, Psycho-T?



Hansbrough abbraccia letteralmente George in penetrazione, la nostra stella cade e si teme il peggio (si rialzerà). La decisione dei grigi è immediata: FLAGRANT FOUL! George segna entrambi i liberi per il 93 pari, ma nel possesso successivo ancora lui vede sputarsi dal ferro il clutch three-pointer!
Prendendo in possesso un detto dal calcio, canestro sbagliato -> canestro subito. Klay Thompson, proprio lui, step-back dal mid-range e nuovo +2 Warriors con un minuto da giocare. Andiamo nuovamente da PG, ora Golden State difende davvero forte, la nostra small-forward tiene palla ma non riesce a crearsi un tiro nemmeno sfruttando i blocchi, quando mancano pochi secondi a fine azione subisce un fallo da Thompson che riazzera il cronometro. Ancora iso di George, penetrazione, spin....BUCKET!!! 95-95 con 18 secondi da giocare! Dobbiamo difendere fortissimo adesso per forzare l'overtime...possesso Warriors, palla a Curry che la da a Thompson in post, Klay si gira fronte a canestro difeso da Bradley...stepback dai 17 piedi...FERRO! Rimbalzo J-Smoove, 3.8 da giocare al momento della chiamata del nostro ultimo timeout. Disegniamo lo schema, poi GSW chiama subito l'ultimo minuto a loro disposizione. E' l'errore decisivo di Kerr. Senza timeout per loro possiamo anche lasciargli qualche secondo per il tiro, cosa che loro non si aspettano. La giocata sembra funzionare, George parte addirittura dal backcourt con Barnes ad attenderlo sulla linea dei 3 punti...l'arbitro fischia, Hill blocca Barnes, Smith "crossa" nel mezzo...George RICEVE ED APPOGGIA AL VETRO!! 97-95 Pacers con due secondi da giocare! E' FINITA!

In una giornata forse leggermente "storta" per gli Warriors proviamo, quantomeno, a riaprire la serie. George chiude con 38 punti, 7 rimbalzi e 7 assist, un MOSTRO ma sappiamo che lui non può bastare: ci vuole una svegliata anche degli altri, soprattutto quei due lì, nel back-court, quegli Walker e Bradley che si stanno facendo UMILIARE dai loro diretti avversari.



2017 NBA Finals Game 3: Golden State Warriors @ Indiana Pacers 95-97

Warriors: Klay Thompson 19, Festus Ezeli 18+10 rimbalzi, Harrison Barnes 16, Stephen Curry 13+15 assist
Pacers: Paul George 38, Josh Smith 14, Jordan hill 12, Miles Turner 10


PAYBACK FOUL!



Nessuno in casa Pacers se ne era dimenticato di quel fallo. PG poteva farsi veramente male, e poco importa se la cavolata di Hansbrough ci aveva regalato la vittoria in Game 3. Fin dai primi minuti è un continuo picchiare Psycho-T, e alla fine, tra il boato di un pubblico non proprio Gentleman e i sogghigni della nostra panchina, Hans ci rimane secco. Si fa male alla caviglia, una distorsione che lo costringe a restare a lungo in panchina in una "beef" stile early 2000s. Ma gli Warriors non si spaventano, anzi.

I miei quattro lettori avranno, basandosi sul mio passato, sulle statistiche avanzate del "questo le vince tutte" eccetera eccetera che oggi avremmo impattato la serie, battuto gli Warriors alla 5 a Oakland e vinto il titolo alla 6. No, non è andata così. Infortuni o meno Golden State serra la fila sin dal primo quarto, concluso con un flebile ma significativo vantaggio, e grazie all'artiglieria pesante vola fino al +10 dell'intervallo, 56-46. Ho parlato, appunto, di artiglieria pesante e non di Splash Brothers. Perchè Curry finirà con 6/18 al tiro, Thompson con 7/16...l'invenzione di Kerr si chiama Festus Ezeli. Il lungo africano, che ha preso il posto di Bogut in quintetto a partire da gara 3, è una macchina. Atletismo innato e animale da punti dopo il rimbalzo offensivo, non riusciamo a trovare armi adatte e nemmeno a preparare la controffensiva. Walker continua a litigare ancora con ferri e stoppate, George, da solo, può poco e Bradley purtroppo non ha quei punti nelle mani sufficienti per poterci aiutare. E dire che il presidente, dopo gara 3, mi aveva addirittura convocato in ufficio per dirmi...

- Devi togliere Kemba dal quintetto -

La mia risposta fu chiara e coincisa: Lui in quintetto ci rimane, me ne prendo la responsabilità io.

Ma aveva ragione lui. A dire il vero il lavoro di Walker è OTTIMO in difesa su Steph, ma in attacco non riesce a dare ritmo alla squadra. George, che è un ottimo realizzatore, non è bravissimo a prendere palla dalla rimessa e creare e per questo il nostro attacco diventa totalmente sterile. Gli Warriors, a fine terzo quarto, sono +15...

E' finita. La serie ora è sul 3-1 per gli Warriors, e il match point alla Oracle sembra scritto. In realtà, si scatena LA FURIA PACERS. Dal -15 al -3 il passo è breve, Golden State accusa il primo vero momento di difficoltà sui due lati della serie. Rientriamo, appunto, fino al -3 a una manciata di minuti dalla fine, quando comincerà il nostro letale "choking moment". Gli Warriors sono in crisi nera ma non riusciamo a superarli. Tiri open sul ferro, palle sparate in tribuna...a due minuti dalla fine i Thunder sono 95-89, dopo ben 3 possessi e TRE RIMBALZI OFFENSIVI George segna la tripla del -3...Golden State soffoca, sbagliano di nuovo, ma sbagliamo anche noi, per ben due volte. Prima Hill totalmente libero dalla free-throw line con la palla che danza sul ferro, poi Walker poco più indietro...è assurdo, sembra che ci sia una mano invisibile appoggiata sul canestro che fa uscire i nostri tiri. Alla fine dobbiamo fare fallo su Ezeli che, implacabile, con le palette che ha al posto delle mani fa 2/2 ai liberi e ci condanna. Ma quanto fa male...quanto fa male...una partita in cui davvero potevamo vincere persa per gli dei del Basket che hanno voluto diversamente. Forse oggi alla Bankers Life Fieldhouse finisce un breve ciclo di 2 anni pieno di successi.


Nba Finals 2017, Game 3: Golden State Warriors @ Indiana Pacers 97-92
Warriors: Klay Thompson 20, Festus Ezeli 18+15 rimbalzi, Harrison Barnes 16, Stephen Curry 15, Andre Iguodala 11+11 rimbalzi
Pacers: Paul George 28, Josh Smith 17, Miles Turner 10

Nba Finals 2017 - Game 1/2 - a Trip to Oakland



Per il secondo anno di fila abbiamo sudato, e quest'anno davvero abbiam dovuto sudare, ma ci siamo arrivati. NBA Finals 2017, GAME 1, Pacers da una parte, Warriors dall'altra. Out Draymond Green per Golden State, quintetto titolare Curry-Thompson-Iguodala-Hansbrough-Bogut con Barnes, Ezeli, Sanders e Gerald Henderson dalla panca. Per noi tutti arruolabili e partiamo con Walker-Bradley-George-Smith-J.Hill.


Ma passiamo alla gara. L'Oracle Arena forse ospiterà per l'ultima volta una Finale NBA, il trasferimento a San Francisco pare cosa fatta. Ma è una BOLGIA! Mai avuto un impatto così dal 2k pubblico. Noi, però, non sembriamo averne paura. Circolazione di palla, fluidità, George e soprattutto Josh Smith impattano benissimo sulla gara, quest'ultimo favorito dal non proprio irresistibile avversario diretto Hansbrough. Gli Warriors sembrano addormentati o, quantomeno, in stato soporoso...30-20 per noi a fine primo quarto, e all'inizio del secondo something happens.



Walker con la palla, Thompson che lo marca, Mahinmi che piazza un blocco laterale DEVASTANTE. Klay cade per terra, si dispera toccandosi la spalla...è una contusione, rimane per un po' fuori dal campo ma poi, a fine secondo quarto, RICOMPARE DAL TUNNEL...



Il pubblico si abbandona a un applauso, i cori aumentano di intensità...tra fine secondo e tutto il terzo quarto vediamo i VERI WARRIORS. Mentre noi, lentamente, usciamo dalla gara Curry e Thompson fanno i fenomeni. Fenomeni veri, tra gli assist del primo e i canestri del secondo rischiamo addirittura di sprofondare. Se poi ci mettiamo il contributo di un Barnes ROVENTE dal pino, con George incapace di fermarlo, è quasi finita...Golden State vola fino a +10, nell'ultimo periodo proviamo in tutti i modi a rimontare ma...

...Aspetta, quasi ci riusciamo. Quasi, perchè arriviamo fino al -4 con una sfuriata di PG che segna due tiri da 3 consecutivi. Ma la difesa degli Warriors è asfissiante, non concedono spazio per conclusioni aperte invitandoci ad andare al ferro dove però, ovviamente, ad aspettarci c'è Bogut, recuperano un sacco di palloni ossessionando il portatore e quando iniziano la transizione beh, puoi solo pregare che sbaglino da soli... Dopo le back-to-back threes di George arrivano, purtroppo, implacabili, le due di Klay che chiudono virtualmente la partita. Finisce 107-100 Warriors, non un distacco pesante ma le sensazioni sono peggiori di altre volte. Questi sembrano davvero implacabili. Sarà mooooolto dura.




2017 NBA FINALS GAME 1: INDIANA PACERS @ GOLDEN STATE WARRIORS 100-107
Pacers: Paul George 27, Josh Smith 24, Monta Ellis 14, Jordan Hill 11+12 rimbalzi
Warriors: Stephen Curry 26+18 assist, Klay Thompson 22, Harrison Barnes 19, Andre Iguodala 10





CONTUSO ma...



Klay Thompson è sul parquet per gara 2 già dallo shootaround. C'è, è lì, con quell'espressione un po' cosi', disincantata...non certo quella di un cestista preoccupato dal suo infortunio alla spalla, uno di quelli che a un tiratore danno fastidio, eccome. Ma dal rituale pre-partita col collega Steph, dal linguaggio del corpo..beh, si capisce che fin da subito anche oggi ci farà penare. E così è.

Dopo la grandissima gara 1 di Barnes, il giovane Harrison parte in quintetto con Iggy che torna a riprendersi il suo ruolo preferito dal pino. Gli Warriors iniziano subito a praticare il loro pressing asfissiante, Walker è in netta difficoltà contro Klay (anche se fa un gran lavoro in marcatura su Curry, provando quantomeno a limitarlo sfruttando la sua velocità) e dobbiamo affidarci come sempre a George e a Josh. Josh, in particolare, inizia molto bene come in gara 1 grazie alla sua possibilità di tirare da molte posizioni che Hansbrough soffre particolarmente, essendo Psycho-T prevalentemente un difensore da pitturato. Ma gli Warriors sembrano avere delle armi in più anche se poi, guardando il roster, non è così. Piazzano subito un parziale da 15-8, poi gestiscono alternando momenti in cui sembriamo in grado di recuperare a folate di onnipotenza cestistica. Quando partono in transizione non ce n'è per nessuno, noi invece fatichiamo molto a trovare la via del canestro. GSW vola fino a +11, 54-43 all'intervallo...sembra molto, molto dura.

L'unico modo per provare a tornare in gara è quello di mescolare un po' le carte, ma come? Proviamo diverse soluzioni tra cui il quintetto con Walker ed Ellis insieme per cercare di mettere in difficoltà Curry in D (ma alla fine mettono loro in difficoltà noi nella nostra metà campo), Myles Turner da centro per aprire ulteriormente il campo con Smith...tutte soluzioni che sembrano funzionare, ma alle quali i Dubs trovano rapidamente contromosse. La partita, teoricamente, è riaperta, e il tiro da 3 allo scadere del terzo quarto di Kemba Walker ci porta a un -7 che non può non dare qualche speranza. Speranza vana, però. In apertura di ultima frazione, quando gli Warriors schierano il loro peggior quintetto con Gerald Henderson da play e Iguodala ed Ezeli in campo, il Gerald from Charlotte trova 6 punti consecutivi che ci tagliano definitivamente le gambe. Sono quei punti che non ti aspetti, quelli che arrivano nel momento in cui dici "dai, ora dobbiamo recuperare prima che gli Splash Brothers tornino in campo, sennò è finita..." e invece finisce prima.

Finisce 102-94 Warriors e per la prima volta siamo in doppio svantaggio in una serie. Non sembra esserci modo di fermare questi Warriors...la stagione, dopo un incredibile sviluppo, sembra avviarsi al finale più nero.



NBA Finals 2017, Game 2: Indiana Pacers @ Golden State Warriors 94-102
Pacers: Paul George 19, Josh Smith 17, Jae Crowder 14, Myles Turner 10+10 rimbalzi
Warriors: Klay Thompson 19, Stephen Curry 19+14 assist, Harrison Barnes 17, Gerald Henderson 13, Andre Iguodala 11

sabato 6 febbraio 2016

We JOIN THE FINALS in Six Games! Eastern Champions!



Ci eravamo lasciati sul 3-1 per noi...e ci ritroviamo alle seconde NBA Finals consecutive!
Ma ragazzi ...che fatica!
Atlanta, come già ci è successo contro i Cavs, ritrova fiducia dopo aver accorciato la serie e inanella la partita della vita in gara 5 alla Bankers. Fiducia, quella delle aquile, che porta a un 57% dal campo ospite con Horford (27+11) e Nowitzki (21 in uscita dalla panca) a farla da padrone. Il lato positivo è che finalmente Ellis sembra uscito dal buco nero (top scorer con 21 punti e più della metà percentile dal campo), buco nero in cui invece viene nuovamente risucchiato in gara 6 alla Philips Arena: 18 punti e 24 tiri..."efficiency?" Non proprio...e meno male dopo tre quarti combattuti ci pensa la panca a dare lo strappo definitivo in apertura di ultimo quarto: "Georgieboy" Hill scrive 15, il trecciolato Crowder 8 e via discorrendo...115-103 e si vola in Finale. Finale dove, come già preannunciato, troviamo gli Warriors che hanno sbriciolato i Clippers a ovest. L'unico assente, per loro, è Draymond Green che starà fuori presumibilmente per tutte le Finals, ma se ci consideriamo favoriti...sbagliamo di grosso

Game 5: Atlanta Hawks @ Indiana Pacers 106-96
Game 6: Indiana Pacers @ Atlanta Hawks 115-103

Game 3, 4..a TARGHE ALTERNE!

50 secondi dalla fine di gara 3. Punteggio in parità, 93-93.

- Here is George with the ball...shot clock expiring...his fadeaway jumper over Sefolosha...and it's good! Two point lead with 45 seconds remaining in the game!

E' il tiro decisivo. Dopo un primo tempo concluso a solo due punti segnati, George si carica sulle spalle la squadra in una partita in cui le difese l'hanno fatta da padrone, in cui gli Hawks non hanno concesso nulla ai nostri. Hawks che sbaglieranno il successivo possesso lasciandoci palla in mano e 30 sul cronometro. Ed è qui che si vede l'istinto del killer, del predatore. George la tiene fino al lumicino dello shot clock, stepback e jumper contestato dentro per il +4 a 3 secondi dalla fine. Vince direbbe...It's over!

Ma non è solo George il protagonista. Ce ne sono almeno altri due ed il primo risponde al nome di Jae Crowder. Con una second unit che da alcune partite sta faticando a trovare punti, è lui a tenerci agganciati ad inizio ultimo quarto segnando due tiri da 3 difficilissimi allo scadere dei 24. Lavoratore indefesso, ottimo difensore e discreto anche sull'altro lato del campo. Non chiedesse ogni 3x2 di giocare da titolare sarebbe perfetto....

L'altro protagonista, lui sì, negativo è Paul Millsap. Soli 8 punti segnati ma con ben DICIASSETTE tiri...catalizza nelle sue mani l'attacco degli Hawks e li condanna, probabilmente, ad andare a casa. Da uno con la sua esperienza mai me lo sarei aspettato...




In gara 4 però, come contro i Bucks, "we choke". Gli Hawks corrono ai ripari panchinando Millsap (punizione fin troppo severa) in vece di Wunderdirk ma non sembra cambiare molto poi nell'andamento della partita che, come le tre precedenti, è molto equilibrata. Arriviamo a giocarcela punto a punto ma stavolta PG non si scalda, anzi. Prima sbaglia il jumper del pareggio con un minuto da giocare, poi la tripla sempre del pareggio anche abbastanza aperta, con Sefolosha che non gli stava certo addosso e non ha nemmeno saltato. Il nervosismo comincia a fiorire e la perdiamo, e ce lo meritiamo perchè bisogna ammettere di averla giocata con sufficienza, pensando che prima o poi come nelle partite precedenti avremmo accelerato e vinto. Ora massima attenzione, perchè dobbiamo tornare a Indianapolis e ci è già successo contro i Cavs di franare davanti al nostro pubblico. Oltretutto ogni gara in più adesso è un problema, perchè dall'altra parte del tabellone gli Warriors sono già davanti alla televisione ad aspettarci...

domenica 31 gennaio 2016

#PacersHawks: Game 1, Game 2



Queste Conference Finals, per gli Hawks, non cominciano proprio benissimo: Jeff Teague, nelle prime battute di gara cade male e si infortuna. Un problema alla caviglia, forse una semplice conclusione/storta ma il tenace playmaker degli Hawks decide di stringere i denti e rimanere in campo.

Gli Hawks non arrivano a questa partita al loro meglio, sembrano aver perso quella fluidità e coesione che ci avevano messo in difficoltà negli scontri in Regular Season. Seppur con George sottotono (e marcato benissimo da Sefolosha, il più positivo degli ospiti) andiamo in vantaggio già nel primo quarto per poi gestire minutaggi e fatiche nel corso della gara. Nowitzki non riesce ad impattare in uscita dalla panchina, cosa che fa invece PJ Hairston: 7/8 dal campo e 5/6 behind the arc per la folle guardia dei Pacers, perfetto decimo uomo capace di mantenere la second unit in vantaggio anche contro i titolari avversari. Atlanta non riesce a servire i propri lunghi e si accontenta troppo spesso del tiro da fuori, si riportano sotto nel finale ma rimettiamo i titolari per l'ultima accelerata che ci porta fino al +15. Finisce 115-107





In gara 2 le cose cambiano, eccome. Altro che gestione dei minuti e ampie rotazioni, Atlanta ritrova lo smalto e ci mette sotto sin dai primi minuti. Millsap è un cecchino, Teague nonostante l'infortunio ci mette voglia e tenacia. Nowitzki, stavolta, ritrova la mira ed è un fattore dalla panca. A ciò si aggiunge la giornataccia della nostra, di panca. Ellis, Crowder, Young, Hill e Hairston. Tutti a quota 0 punti. Inevitabilmente Atlanta decolla, sfruttando anche l'inattesa giornata di Mike Muscala in doppia cifra off the bench. Gli Hawks chiudono la prima frazione a +5, il terzo quarto a +8 ma dopo esser stati anche in doppia cifra di vantaggio. Sembrano semplicemente averne di più anche perchè George, dopo una gara 1 sottotono, non sta brillando nemmeno in game two mangiandosi una marea di palloni. La nostra provvidenza invece ha il nome di uno che mangiapalloni lo è sempre stato definito in carriera, ma qui, forse, ha trovato la sua dimensione. Kemba Walker, ladies and gentlemen. 30 punti, 9 assist con la collaborazione di Avery Bradley, J-Smoove e quel ragazzino terribile di Miles Turner. L'accelerazione marchiata Pacers nell'ultimo quarto è pazzesca, Atlanta resta a contatto solo d'inerzia e arriverebbe anche a giocarsela nel minuti finale. Ma ancora quel ragazzo lì, Kemba Walker, è freddo come il marmo della lunetta. E la serie è sul 2-0.

venerdì 29 gennaio 2016

Four...Five...Six...And Conference Finals preview!

Kirye goes to work...puts up...aaaargh....and misses. Indy wins and now a 3-1 lead in the series.

La scampiamo bella, in gara 4. Una partita a punteggio basso, dura ma apparentemente sempre in controllo. E, si sa, l'apparenza inganna. I Cavs restano sempre sotto di un 7-8 punti, tant'è che alterniamo molto il quintetto titolare e le riserve, che giocano praticamente fino a 40 secondi dalla fine. Quando due miracoli proprio di Irving riaprono la partita e il punteggio dice 91-90 Pacers. Servono i big, li rimettiamo in campo per giocarci il possesso del +3 che si chiude con un errore di George. Il timeout dei Cavs, la paura di aver riaperto la serie per un errore di valutazione davvero grossolano. Il pericolo scampato, per il momento.

Per il momento perchè gara 5 a Indianapolis dovrebbe essere la perfetta chiusura di una serie, e invece diventa una gara che toglie certezze e aggiunge dubbi. Gli scricchiolii di gara 4 diventano un tremendo crac. E' la gara in cui Paul George dimostra di non essere ancora un campione. Un campione non sbaglia liberi in successione durante un tentativo di rimonta, un campione non sbaglia layup facili come quelli che dovrebbero accendere un realizzatore come lui. Un campione che si è in passato definito "il miglior difensore sugli esterni" non concede 19 punti a un avversario con 9-11 dal campo. Soprattutto se l'avversario si chiama Doug McDermott.

I Cavs già dal secondo quarto si portano a +19. Numero ricorrente, è il numero da cui iniziò la rimonta in gara 3, ma stavolta va diversamente. Proviamo subito a tornare in doppia cifra di svantaggio e J-Smoove decide di rovinare tutto attivando il neurone sbagliato e spingendo per terra Irving a inizio terzo quarto: inevitabile il flagrant 1. Si prova allora a cambiare ricetta e pare andar bene, quintetto particolare Hill-Hairston-Crowder-Mahinmi-Turner con Ellis panchinato (terribile Monta in questi playoffs). L'impatto di Georgieboy su Irving si fa sentire, il classe '92 comincia a commettere i primi errori di una gara fin lì perfetta e ci riportiamo fino a -8. Ma questi quintetti fungono a mo' di antidoto: per un po' disorientano gli avversari, poi vengono digeriti e controbattuti. I Cavs lo fanno nel finale di terzo periodo, break di 9-0 e vantaggio che torna intorno al ventello. Niente da fare, oggi sono più forti loro. Nell'ultimo periodo ci proverà solo un eroico Walker a farci tornare sotto, ma senza l'aiuto dei compagni è dura. Male George, male anche Smith incapace di contenere Love e confusionario in attacco. La serie si riapre, gara 6 si gioca alla "Q" e i Cavs possono pareggiare la serie e giocarsi tutte le loro carte alle 7. Non possiamo permetterglielo


"If he made this it's over...Kemba with the second free throw...it's good! 4 point lead for the Pacers with 3.6 to play...Cavs are out of timeouts and the Indiana Pacers, for the second consecutive year, joins the Eastern Conference Finals"




E' stata la partita dei riscatti di chi avevo criticato aspramente dopo il crollo di gara 5. Josh Smith, top scorer di giornata e propiziatore di molteplici canestri nell'ultimo quarto, quando i Cavs sembravano avere qualcosina in più per vincere la partita. E' lui a darci l'energia necessaria per impattarla e vincerla, a 36 secondi dalla fine, grazie all'altro giocatore messo in discussione. Paul George, 22 punti per lui e il canestro decisivo, un jumper dal mid-range dopo un ottimo pick&roll giocato proprio con Smith. Per Paul la macchia resterebbe, perchè sul +2 per noi sbaglia entrambi i liberi derivati dall'intentional foul dei Cavs (e non è la prima volta) ma gli vogliamo bene e gliela condoniamo, perchè siamo in Finale di Conference!
 
 
Indiana Pacers @ Cleveland Cavaliers 91-90
Cleveland Cavaliers @ Indiana Pacers 108-95
Indiana Pacers @ Cleveland Cavaliers 103-99
Indiana vince la serie 4-2
 
 
E già che ci siamo, facciamo una piccola preview. Si parte dall'ovest.

I Los Angeles Clippers non hanno avuto problemi a battere gli Spurs, finisce 4-1 mentre i Golden State Warriors hanno sofferto con Minnesota, battuta comunque in 6. Gli Warriors sono nei guai, hanno Bogut sofferente e Green fuori per 4-6 settimane (potrebbe quindi non tornare per la stagione), giocano con Hansbrough ed Ezeli titolari. Finchè hanno quei due diavoli nel backcourt sono favoriti, ma non sono imbattibili.

E veniamo all'Est. In finale, contro di noi, ci sono gli Hawks. E hanno grandi chanche di batterci, vi spiego le due ragioni:
- Hanno sweepato LeBron e i Celtics, indi hanno giocato due gare in meno.
- Dirk Nowitzki

Ero dubbioso quando firmarono Wunderdirk invece lo hanno integrato alla grandissima. O fanno uscire uno del trio Millsap-Horford-Dirk dalla panca oppure, in certe situazioni, li mettono in campo tutti e 3 insieme. Li abbiamo affrontati in Regular Season e sono molto forti, a dispetto di un record non proprio buonissimo. Aprono il campo alla perfezione, hanno schemi che trovano sempre il tiratore libero, giocano pochissimi isolamenti. Come ho detto con i Cavs potrebbe finire in qualsiasi modo...ma ci vogliamo fermare ora?  

giovedì 28 gennaio 2016

#CavsPacers Game 3: The Comeback

McDermott for three...BANG! Irving steals the ball and what a flush by Thompson!

Se al posto dei Cavs ci fossero stati i Bulls con il grande Stacey King in cabina di commento, a 3 minuti dalla fine del terzo quarto di gara 3 avrebbe detto <<Gimme the hot sauce! Gimme the hot sauce>>. I Cavs infatti sono sopra di 19 punti e sembrano aver ormai vinto la partita.

Ty Lue è uno stratega formidabile: fin dai primi minuti di gioco i Cavs ci fanno correre, lasciandoci un sacco di conclusioni dal perimetro chiudendo piuttosto a chiave il pitturato. Finchè i tiri entrano, come nel primo quarto chiuso 34-27 per noi, bene, ma se fondi una partita sui jump shot e non ti chiami Golden State Warriors prima o poi ti va male. E infatti Cleveland ci limita a 14 punti nel secondo periodo e vola a 10 punti di vantaggio, poi diventati quei 19 con Tristan Thompson assolutamente incontenibile e dalle percentuali immacolate.

But...questa è una partita troppo importante. Come già detto andare sotto 2-1 con un'altra gara in Ohio sarebbe potenzialmente letale, e l'impossibile rimonta si concretizza. Furiosissima.

Cinque i protagonisti principali: Walker, Bradley, George, Smith e Hill. Il nostro quintetto titolare, che rientrerà in campo proprio sul -19 e giocherà gli ultimi 15 minuti di partita con il coltello tra i denti. I Cavs vengono riagganciati già a 8 minuti dalla fine, ma con le ultime energie si riportano fino al -7. Nel finale, però, i comprimari che fin lì li avevano spinti tendono ad uscire dalla partita e Love ed Irving poco possono fare contro cinque mostri col sangue agli occhi. Finisce 118-113 Pacers, la serie va sul 2-1 e se vinciamo la prossima in Ohio non siamo in finale di Conference ma quasi


Indiana Pacers @ Cleveland Cavaliers 118-113 (Serie sul 2-1)

mercoledì 27 gennaio 2016

#CavsPacers Game 1, Game 2

Crowder...IT'S GOOD! Jae Crowder hit a long-two to give the Pacers a 4 point lead with ten seconds to play..and what a pass by George!


Sì, è la mossa decisiva di gara 1. Come nel lontano passato fu "il passaggio" di Micheal Jordan, adesso è quello di Paul George che dopo una gara da assoluto protagonista (27 punti con 10/13 dal campo) ha l'umiltà di lasciare il tiro più importante della serata al liberissimo Crowder. E ha ragione lui. Perchè i Cavs, nonostante l'asfissiante marcatura di Bradley su Irving e di George su Shumpert, sono temibili. Dopo l'iniziale esplosione di Love (perfetto primo quarto da 5/5 al tiro) viene fuori il backcourt ospite che li tiene ancorati alla partita.

A essere sinceri non abbiamo una gran serata al tiro, Walker ed Ellis hanno le polveri bagnate e ci vuole un grande PG (difficilmente lo impieghiamo così in fase realizzativa) per rimanere davanti. Ma gli MVP della notte sono sicuramente il duo Hill-Mahinmi, che combinano per un 9/9 dal campo stuprando Dalembert sotto le plance. A conti fatti, se non ci fossero stati loro eravamo sotto nella serie.

Cleveland Cavaliers
@ Indiana Pacers 101-105





Gara 2, però, è la gara dell'errore. Leggerezza, mancanza, chiamiamola come ci pare, ma coach Gensi ritiene non sia necessario sistemare le marcature. George aveva un po' sofferto Shumpert sul primo passo e allora sul crestone ci lasciamo Bradley, PG va invece su McDermott e Walker si prende Irving.

Paradossalmente l'accoppiamento che soffriamo di più è George-McDermott mentre Irving comincia sparacchiando. Noi segniamo tanti punti con tutti i giocatori, segnale positivo rispetto allo "one-man show" di gara 1, ma i Cavs rimangono lì, appiccicati

Big Sam Dalembert è un gatto attaccato allo scroto (15 rimbalzi a fine gara), nessuno dei nostri lunghi riesce a contenere Love che gioca un ottimo pick&pop con Kirye Irving. La mia preoccupazione verso i Cavs post-LeBron si avvera. George è spentissimo, a tenere su la baracca ci prova Myles Turner che segna a ripetizione (29 a fine partita, career-high nei playoffs) ma per rimanere a contatto con i Cavs dobbiamo alzare il ritmo di gioco sensibilmente. E in Nba2k questo vuol dire che lo alzano anche gli avversari, diventando a tratti incontenibili. Full-Court pass per l'uomo sotto canestro, tagli backdoor sostanzialmente inevitabili...Irving e Love si scatenano nell'ultimo quarto, i loro gregari cominciano a caricarsi di adrenalina e solo il nostro pubblico ci tiene agganciati fino alla fine, quando possiamo pareggiarla con la tripla di George a 10 secondi dalla fine. Tripla che, ovviamente, si spegnerà sul ferro insieme alle nostre sicurezze e alla nostra convinzione di poterli battere agevolmente. Il fattore campo è perso, la serie no, ma per recuperarla dovremo vincere già gara 3 alla Quicken Loans: andare sotto, con subito dopo un'altra gara in trasferta, potrebbe essere letale




Cleveland Cavaliers @ Indiana Pacers 118-114

martedì 26 gennaio 2016

2016/2017 Playoffs, #PacersBucks

Giannis has it...eight to play...GEORGE WITH THE STEAL! PG RACES IN THE OPEN FLOOR AND DUNKS IT WITH FOUR SECONDS REMAINING! The Bucks are without timeouts...the game and the series are over!

Il finale della serie con i Bucks, vinta 4-1, è memorabile!
Nelle prime due partite alla Bankers la franchigia del Wisconsin non si presenta nemmeno: 121-81 gara 1, 100-88 gara 2 entrambe in totale controllo con i big players a riposo (scopriamo, tra gli altri, nel fondo della panchina Joseph Young, cugino di PG destinato a ricoprire in futuro il ruolo di backup point guard al posto di George Hill), in gara 3 Milwaukee è un'altra squadra e resta sopra per quasi tutta la partita. Ma il riposo dei nostri titolari a Indianapolis si fa sentire, eccome: nei cinque minuti finali mettiamo la freccia e i padroni di casa non segnano più. Finisce 101-86 per noi.
Game four è la gara dell'orgoglio per i Bucks: non giocano bene, come sempre, troppo poco perimetrali e lentissimi, concludono la maggior parte delle loro giocate in post basso e li conteniamo benissimo con raddoppi intelligenti. Ma somehow ci portano ai minuti finali in parità e noi smettiamo di segnare, cosa che non fanno loro. E la serie si riapre.

Sì, si riapre perchè Kidd si inventa la magata per gara 5: Antetokounmpo in panchina, Jabari Parker al suo posto in quintetto. "J" ha un impatto pazzesco sulla partita e segna quasi 20 punti nel primo quarto vinto dagli ospiti 37-25. Una vittoria significherebbe gara 6 e la vogliamo evitare a tutti i costi ma oggi i nostri panchinari non hanno una gran giornata, così spremiamo i titolari oltremodo e arriviamo al finale in parità ma molto stanchi. Così stanchi che sul 101 pari George sbaglia il layup open e consegna il possesso ai Bucks con 15 secondi da giocare. Kidd lo affida al panchinato Antetokounmpo, forse per ridargli fiducia...come avete visto è stato un grosso errore.




Milwaukee Bucks @ Indiana Pacers 81-121
Milwaukee Bucks @ Indiana Pacers 88-100
Indiana Pacers @ Milwaukee Bucks 101-86
Indiana Pacers @ Milwaukee Bucks 93-100
Milwaukee Bucks @ Indiana Pacers 101-103
 
 

 


CLA-MO-RO-SO! Serge Ibaka si infortuna per tutta la durata della serie giusto prima gara 1 e i Thunder sbandano clamorosamente venendo SWEEPATI dai San Antonio Spurs ottavi nel ranking! Non sono riusciti a contenere Aldridge, come ha commentato un fan sul 2k-twitter. Eh no. Ma è una grossa botta per i nostri più temibili avversari, decisi a vincere l'anello dopo la delusione dello scorso anno e per il quale avevano allestito uno squadrone. Eterni incompiuti? Noi, nel dubbio, godiamo!

I grandi favoriti dell'ovest diventano a questo punto di Warriors, capaci di sopperire all'assenza di Steph Curry in gara 1 e gara 2 rendendosi protagonisti di una bella rimonta che li vede vincenti in 6 sui Suns! Suicidio sportivo invece dei Blazers che prima vanno sul 3-1 con Minnie e poi si fanno rimontare fino a gara 7 vinta in casa dai lupi, impresa che non riuscirà invece a un'altra testa di serie, i Pelicans, sconfitti all'ultima allo Smoothie King Center dai Clippers di Paul e Griffin.

A Est, nessun problema per i Celtics di LeBron James che fanno cappotto agli sfortunatissimi Heat: dopo l'infortunio di Bosh in regular season, Wade fa crack prima di gara 1 e l'epilogo della serie è scontato. Fuori subito invece il seed #2, i Detroit Pistons, battuti in gara 7 dagli Atlanta Hawks di un Dirk Nowitzki semplicemente divino. La sfida che ci interessava maggiormente però era quella tra Cavs e Raptors, e se la aggiudicano i primi 4-2 grazie all'apporto della coppia Irving-Love. Ed ecco le semifinali di Conference:



(5) Los Angeles Clippers - San Antonio Spurs (8)
(2) Golden State Warriors - Minnesota Timberwolves (3)

(1) Indiana Pacers - Cleveland Cavaliers (5)
(3) Boston Celtics - Atlanta Hawks (7)


La lineup titolare dei Cavs è da brividi: Irving, Shumpert, McDermott, Love e Dalembert. Cioè, George e i nostri lunghi si dovrebbero mangiare a colazione i rispettivi avversari. Ma loro hanno due superstar contro la nostra unica, e ai playoff conta anche quello. Potrebbe finire 4-0 come 0-4. Lo dirà il joypad!
 

lunedì 25 gennaio 2016

Se un piccolo granello di sabbia può rovinare un grande ingranaggio, basta un infortunio da due settimane di Avery Bradley per creare scompiglio. Monta Ellis prende il suo posto in quintetto e cominciamo a faticare, e non solo!

Al rientro dello #0 ex Texas il proiettile from Mississippi comincia a lamentarsi chiedendo il posto da titolare al suo posto, follia pura considerato che con lui in quintetto le perdiamo quasi tutte e visto il momento delicato della stagione con i playoffs alle porte! Gli fa eco Crowder, anche lui evidentemente sotto acidi e convinto di poter giocare al posto di George...sì, forse di Devean George ai tempi dei Lakers sì, ma stiamo parlando del Trece...insomma, uno dei migliori giocatori della lega. Eh vabè.

La ricetta per sopire i cattivi umori è ovviamente vincere, e lo facciamo entrando ai playoff con una striscia da 5 vittorie consecutive di cui una con i Pistons che avevano il fiato al nostro collo e un'altra, nel season ending, contro i Bucks ovvero i nostri prossimi avversari ai playoff. Chiudiamo con un record di 50-32, migliore della Eastern Conference (per farvi capire quant'è stata combattuta quest'anno) e pronti a metterci alla prova con le migliori squadre della NBA. Ma vi dirò di più con  la playoff preview! 


2016/2017 Playoff Preview

(1) Indiana Pacers [52-30] - Milwaukee Bucks (8)
Il cammino verso le Finals dei Pacers inizia da Milwaukee, contro i Bucks già affrontati (e sweepati) negli scorsi playoff). I cervi possono contare su un Antetokoumpo molto migliorato soprattutto nel range di tiro e sull'energia di
Jabari Parker dal pino ma la grave perdita di Henson non ha contribuito a fargli fare il salto di qualità.

(3) Boston Celtics - Miami Heat (6)
Occhio a questa serie. I Celtics di LeBron James (e, va detto, poco altro) contro dei Miami Heat che grazie al ritorno di Chris Bosh dopo un lungo infortunio hanno perfezionato una clamorosa rimonta fino ai playoff, in cui entrano con una striscia positivissima. Wade, Dragic, Whiteside, Chris...questi valgono più di un sesto posto e c'è odore di upset per LBJ!

(4) Toronto Raptors - Cleveland Cavaliers (5)
Siamo sempre lì, i Raptors non riescono a fare il salto di qualità e non sembrano poter andare oltre a un primo/secondo turno. La sfortuna ci mette del suo, accoppiandoli a dei Cavs crollati dopo l'infortunio di Love e candidati principali insieme ai Pacers alla conquista delle Finals. Love rientrerà giusto per questa serie e non sapremo in che condizioni, ma sono, ovviamente, i favoriti.

(2) Detroit Pistons - Atlanta Hawks (7)
Bellissima serie tra la squadra rivelazione del campionato, i Pistons, che possono contare su Wilson Chandler e Ryan Anderson come fattori chiave oltre ovviamente a "dre", e gli Hawks scelti da Dirk Nowitzki come squadra ideale per puntare per l'ultima volta al titolo. Atlanta è tignosa ed è forse la squadra più completa della lega dal punto di vista dei tiratori, ma chi lo ferma il Pistone sotto le plance?

(1) Oklahoma City Thunder [66-16] - San Antonio Spurs (8)
La squadra dominatrice della lega, i Thunder dell'ora tre volte MVP Kevin Durant contro l'ultimo canto del cigno chiamato San Antonio Spurs. OKC si è rinforzata firmando Danny Green, fit perfetto per stare in mezzo a Durant e Westbrook, ma mai sottovalutare gli Spurs...anche se quest'anno sembrano davvero alla frutta.

(2) Golden State Warriors - Phoenix Suns (7)
Poco da dire su questa serie. Non sono gli Warriors dominatori del 2015, ma sono tra le tre migliori squadre della lega e i Suns, seppur protagonisti di una gran rimonta per entrare in griglia playoff a danno dei Mavs, non sembrano in grado di batterli.

(3) New Orleans Pelicans - Portland Trail Blazers (6)
Finalmente i Pelicans sembrano aver fatto il salto di qualità e Davis si attesta su livelli da MVP. Prima stagione da 50+ vittorie da diverso tempo per loro. I Blazers di Lillard e McCollumm saranno solo sparring partner o quei due pazzi del backcourt metteranno in difficoltà "the Brow" e soci?

(4) Minnesota Timberwolves - Los Angeles Clippers (5)
Nessun volto nuovo per Minnie, solo la crescita di gioielli come Wiggins e Towns. Due opzioni in regia (Lavine più energia, Rubio più fosforo) contro dei Clippers in "zona limbo" dopo la cessione di DeAndre ai Nets. Griffin-Brook Lopez è paradisiaco dal punto di vista offensivo, quando si corre verso la propria parte del campo meno... 

venerdì 22 gennaio 2016

Here is the All Star Game

Bankers Fieldhouse, un giorno di febbraio 2017. Una delle innumerevoli serate vissute, this season, dai tifosi Pacers, costretti a vedere la propria squadra, campione in carica, faticare come una matta per mantenere un record intorno al 50% di vittorie.
Si affrontano Indiana e i Miami Heat privi di Chris Bosh, un impegno sulla carta facile dove, come ormai troppo spesso, siamo invece in serie difficoltà. Dopo tre quarti vissuti sul filo del rasoio e un punteggio di 76-70 Heat, gli ospiti mettono la freccia e grazie a due triple di Deng si issano sull'85-72 a 9 minuti dallo scadere del tempo. Sugli spalti si sbuffa, si alzano le braccia, ci si rammarica...un'altra partita persa, si può sentire da dietro la nostra panchina.

Non ci stiamo. Timeout immediato, sfuriata clamorosa soprattutto verso i senatori e quel George lì che, non possiamo negarlo, sta giocando sotto i livelli a cui può e deve ambire. E per i restanti 9 minuti i tifosi possono ammirare il miglior basket giocato dai Pacers in questa stagione.

Con una rimonta clamorosa forziamo il supplementare, Miami non ci sta e tiene botta con Wade e con uno Whiteside ovunque, si va al secondo overtime e rischiamo di capitolare con un canestro di Wade a 2.9 dalla fine per il nuovo +1 Heat che getta tutti nello sconforto. Ma gli dei del basket hanno deciso diversamente, hanno deciso che questa partita è nostra. E così, proprio sulla sirena finale, Ian Mahinmi corregge a canestro la preghiera di Walker anticipando Whiteside e facendo esplodere la Bankers come non si vedeva dalle scorse finali per il 134-133 Pacers che lancerà la prima striscia di vittorie della stagione. Sì, perchè prima di perdere l'ultima partita antes All Star Game contro dei Clippers che vedevano la madonna ne vinciamo SETTE in fila, che non sono tante ma in questa Eastern Conference combattuta ci permettono di issarci al primo posto con un record di 31-22, a pari merito con i Cavs e con 2 partite di vantaggio sui Celtics di LeBron, anche loro in furiosa rimonta dopo un inizio complicato.

Mancano 29 partite alla fine della Regular Season ma abbiamo ricominciato a giocare il basket della stagione scorsa. L'obiettivo ora è vincerne il più possibile per arrivare primi a Est, gestendo però il minutaggio dei giocatori e allungando le rotazioni in modo di salvaguardarli da una stanchezza che, inevitabilmente, affiora a questo punto della stagione. In queste "last 29" capiremo cosa possiamo fare ai playoffs e soprattutto SE potremo arrivare a un repeat che appare cosa difficile, ma lontana dall'essere impossibile.

lunedì 18 gennaio 2016

Il 2016 se ne sta per andare...insieme al GM??

A Indianapolis il tempo passa ma se un giorno splende il sole, l'altro c'è il temporale...di grandine, parecchia, ne passa sulla testa del GM che ancora non riesce a convincere delle sue scelte attraverso i risultati.
A tre giorni dalla fine del 2016 il record è un anonimo 17-14, che ci mantiene ai vertici della Eastern solo per lo "sgretolamento di campioni" avvenuto quest'anno sulla costa est: Rose si è trasferito ai Jazz in cambio di una prima, James ha abbandonato il veliero Cavs approdando a Boston in una squadra in cui l'unica stella è lui, Cleveland prova a sorreggersi su Irving e Love mentre Riley continua ad affidarsi a Wade, Bosh e a una bella scorta di bombole d'ossigeno.

Il record positivo maschera i gravi problemi che continuiamo ad avere. Subiamo sconfitte tremende, come il 127-82 a Cleveland, il 124-93 contro i KNICKS e il 114-95 contro i rivali storici dei Bulls.
E' sorprendente come a queste partite alterniamo fantastiche vittorie come e due, consecutive, contro Spurs e Warriors. Ma non c'è continuità, non c'è fluidità e quando manca quest'ultima ci sotterrano. Dei nuovi arrivi davvero non male Josh Smith, che quando è in giornata ci risolve parecchi problemi a rimbalzo e in attacco, bene Bradley e questo lo sapevamo già essendo il ragazzo (nato nella Castle Air Force Base, vicino Tacoma, nello Stato di Washington, zona militare che diede i Natali a un altro grandissimo della pallacanestro, Ray Allen) uno dei fidati di coach Gensi dai tempi dei suoi due titoli ai Boston Celtics; lascio per ultimo volutamente Jae Crowder perchè per ora sta deludendo molto.

Il trecciolone è il classico giocatore all-around, approccio difensivo "duro", ma ci aspettavamo molto di più. Se difende sulle guardie va sotto in rapidità, se copre i 3 va in mismatch di altezza con la quasi maggioranza e offensivamente è legnoso, imballato e dal tiro ondivago. Per dire, un Chase Budinger con 10 punti meno di overall faceva molto meglio.

Le grane non finiscono qui perchè Ellis ha chiesto nuovamente la cessione e noi, per non distruggere lo spogliatoio, gliel'abbiamo promessa. Il problema è che Ellis non verrà ceduto, perchè è l'unico in grado di portare punti in 2nd unit e non posso farne a meno. Quindi, tre giorni dopo l'All Star Game, alla scadenza della trade deadline, dovrò nascondermi dal presidente che mi ha già chiesto di cederlo forzatamente sulle basi del suo dictat "Voglio solo giocatori che vogliano DAVVERO far parte dei Pacers". Anche a costo di non giocarsi il re-peat, sembra...

...e gli effetti della rivoluzione

Laconiche le parole del presidente dei Pacers "Herb" Simon dirette al GM della squadra. Il coach-manager-factotum Gensi è a un passo dal licenziamento? Sembrerebbe proprio di sì, con la fiducia nei suoi confronti calata ai minimi storici*
*17, nella relativa schermata in centesimi

La grande colpa attribuitagli è quella di aver praticamente sacrificato il futuro dei Pacers scambiando i giocatori scelti al draft quest'anno e le PRIME SCELTE DEI PROSSIMI TRE ANNI in cambio di giocatori pronti che potessero migliorare il record di 6-4 dopo le prime dieci partite.

Se non fosse altro che dopo altre dieci partite il record è di 12-8. Ovvero altre sei vittorie e quattro sconfitte ma con 3 first pick, due prospetti e una mezza dozzina di giocatori campioni NBA mandati via.

Oggi mentre uscivo dall'ufficio ho trovato una valigia sull'uscio...sarà un caso?

Le trade non finiscono qui - La RIVOLUZIONE





Wojnarowski non sbaglia mai, lo sappiamo. Il GM e coach "ad honorem" Gensi non è per niente soddisfatto della partenza della squadra, capace di battere Spurs e Warriors ma anche di perdere di 20 contro i Celtics di LeBron James ed i Thunder.

Ed ecco che, contrariamente alle indicazioni del presidente che voleva già la ricostruzione acquisendo scelte (ma quando mai si ricostruisce dopo un titolo?) decidiamo di sacrificare first pick future e le scelte al draft di quest'anno per migliorare il roster. E non di poco, eh!

Come previsto Miles è un giocatore troppo monodimensionale per essere efficiente anche a superstar. Ci sacrifichiamo di lui e a malincuore di Zhou Qi: il cinese dalle leve infinite è un gran talento, ma non possiamo aspettarlo.
Insieme alla prima del 2019 finiscono a Boston in cambio di Avery Bradley e Jae Crowder. Bradley è il giocatore perfetto per stare accanto a Walker, fortissimo in difesa e letale sugli scarichi mentre Crowder è un backup perfetto di George, studiato per dare energia alla panca e a giocare accanto a Ellis (può difendere anche sulle shooting guard, cosa che aiuterà il proiettile del mississipi a concentrarsi sulla fase offensiva quando guiderà la second unit).

Sempre col cuore in mano ma pensando al profitto spediamo l'altro rookie, Marcus Lee, Chase Budinger e la prima del 2018 ai Nets in cambio di Courtney Lee e Josh Smith. Smith è quello che fa per noi, ala forte buona sia sottocanestro che, se richiesto, da fuori. Un semititolare che potrebbe accoppiarsi alla grande con Mahinmi dandoci una varietà di quintetti e soluzione pazzesca.

Quindi, in spiccioli, titolari Walker-Bradley-George-J-Smoove-Hill, panca Hill-Ellis-Crowder-Turner-Mahinmi. Abbiamo due quintetti praticamente. Certo, abbiamo anche diversi contrattoni e mantenere l'amalgama non sarà facile, but I like this team!

venerdì 15 gennaio 2016

2016/2017 Indiana Pacers Offseason










Al draft abbiamo due prime scelte ma sono le prime peggiori. Scelta 29 e 30 per i Pacers che selezionano il gigante Zhou Qi (un centro 7'2) con la prima e l'ala atletica Marcus Lee con la 30. Se il nero sembra il classico ragazzo che può diventare un giocatore da rotazione con molto, molto lavoro, intriga molto il ventenne cinese su cui puntiamo le nostre fiches. Fisico da corazziere, tecnica apparentemente discreta. Un vero e proprio diamante grezzo, anche se va sgrezzato molto e chissà a furia di grattare cosa rimarrà sotto.
Questione rinnovi, Mahinmi rifirma con un 6X2, Hill con un 7X3 ed esercitiamo la team option da 6 milioni e mezzo per Chase Budinger. Se rimarranno tutti non lo so, le nostre "needs" principali sono un playmaker con punti nelle mani, un lungo di ricambio e una riserva credibile di George: Budinger, S.Hill e G.Robinson III non hanno fatto male quando PG era in panca, ma l'aumento di livello a superstar potrebbe farsi sentire su questi giocatori dal basso overall.

Stesso discorso vale per CJ Miles, difensore non eccelso e poco versatile in attacco. Quando entrava in striscia era devastante, ora potrebbe essere sacrificato? 






E così arrivò il primo tassello. Abbiamo sondato il terreno dappertutto, dribblato domande dei giornalisti su chi potesse arrivare, ma alla fine la nostra PG titolare eccola qui.

La scelta di Walker, sono convinto, lascia non pochi dubbi. E necessita due premesse:

- Sostanzialmente era l'unica PG cedibile oltre un certo overall e con certe caratteristiche, ovvero punti e velocità, che cercavamo

- George Hill non può più essere il titolare dopo il brutto infortunio al tendine d'achille

Per prendere Walker sacrifichiamo Lavoy Allen, Solomon Hill, Huestis (arrivato nella trade che ha portato Stuckey a OKC) e con lui in dote c'è anche PJ Hairston, guardia/ala da rilanciare ma che può essere un ottimo scorer dalla panca.

Per ora si inizia così, con Walker-Miles-George-Hill-Mahinmi e in panchina Hill, Ellis, Hairston, Turner, Budinger, Young e Glenn Robinson III. Ma abbiamo una prima 2017 e 10 milioni di salary cap per fare ulteriori mosse... 

martedì 12 gennaio 2016

Nba Finals - Game 3,4,5...beat the Thunder!





Game 3

L'ultima (e unica) volta che i Pacers accedevano alle Finali NBA era appena iniziato il XXI secolo e davanti a loro c'erano i Lakers di Shaq e Kobe. I tifosi di Indianapolis videro dal vivo la propria squadra in finale quando erano già sotto 2-0, ma i loro ragazzi riuscirono a regalargli la gioia di due vittorie interne perdendo, con onore, 4-2.
Stavolta è diverso. Stavolta la Bankers è una bolgia pronta a spingere i nostri verso il vantaggio nella serie. CJ Miles è il John Deacon dei Pacers, schivo e in disparte ma pronto ad andare sotto i riflettori come quando guida l'iniziale break di 17-7 che manda in visibilio in pubblico. OKC, che ha piazzato Waiters in quintetto al posto di Roberson, non si fa intimorire e grazie alle fiammate proprio dell'ex-Cavs e di un Kanter ispirato torna sotto fino al 27-23 di fine primo quarto. La lineup Thunder "all offense" funziona eccome e nel secondo quarto ci travolgono con un sacco di canestri. Con il secondo quintetto in campo soffriamo veramente tanto in attacco e in difesa e viviamo il primo vero momento di difficoltà della serie precipitando in un attimo a -10 sconfortando il pubblico che vede una barca imbarcare acqua da tutte le parti. Si va a riposo sul 55-47 Thunder e l'impressione che stavolta siano loro i più forti. Ma non possiamo mollare ora, nel momento della nostra grande occasione, e nel terzo quarto giochiamo veramente da Pacers. Palle sporcate, contatti duri, rabbia, corsa. Ellis segna due triple nate da non so dove, Miles Turner si inventa due gioielli nel traffico, OKC va in confusione e si salva solo grazie al talento dei suoi due alfieri. Ma il pallino della partita passa a noi e torniamo sotto solo di 2 alla penultima sirena della partita, oltretutto avendo fatto riposare il nostro starting five. Gli ospiti però non mollano, tecnicamente sono più forti e lo sanno, noi difendiamo alla morte e fatichiamo molto a trovare canestri, ci aiuta Ian Mahinmi che coglie un paio di importantissimi rimbalzi offensivi e li converte in punti, ci aiuta Miles con la sesta e ultima tripla della sua partita ma è chiaro che ci stiamo avviando nuovamente a un finale punto a punto. 95-95 , un minuto da giocare, muoviamo la palla lungo la linea da 3 senza trovare varchi, Wroten serve Miles in angolo che si alza per tirare da 3 ingannando Dion Waiters che salta come un pollo, CJ parte in palleggio verso il canestro e si prepara per la schiacciata ma Ibaka come un falco prepara la contraerea e prova a stopparlo, CAMBIO DI SOLUZIONE JORDANESCO di Miles che rinuncia alla dunk e accarezza leggiadro il pallone con un layup che passa a lato della mano di Ibaka, fa boing boing sul ferro e cade dentro accendendo la Bankers! 97-95 Pacers! Rimessa Thunder, palla a KD che senza farsi tanti problemi si butta dentro di fisico e appoggia nel traffico per il pareggio a 97 con 40 secondi da giocare. Decidiamo per un tiro rapido in modo da avere l'eventuale ultimo pallone, George riceve su rimessa, entra dentro con la moto, svolta a sinistra, mette la retro e piazza lo stepback KILLER del 99-97 con 29 sul cronometro! OKC usa l'ultimo timeout affidando la rimessa a Ibaka, difesa intensissima e nessuno riesce a smarcarsi, Serge non vede l'ora di togliersi quella palla dalle mani e fa partire la palla CHE FINISCE TRA LE MANI DI JORDAN HILL! Attimo di confusione, i Thunder non riescono a far fallo prima che Mr.Moustache riesca a consegnarla a George e lì il coach rookie Billy Donovan è chiamato alla decisione più importante della sua finora breve carriera NBA: fallo o non fallo? La logica direbbe di farlo, visto che i Thunder non hanno piu' timeout e avrebbero solo 4/5 secondi dopo un eventuale rimbalzo difensivo ma lui, fidandosi forse troppo dei suoi rimbalzisti e della velocità di transizione decide di lasciarsi giocare. George, raddoppiato, tiene palla tutti i 24 secondi e poi spara una tripla sul ferro mentre già Westbrook e KD stanno correndo dall'altra parte del campo per ricevere il lancio baseball sul rimbalzo..CONQUISTATO ANCORA DA UN JORDAN HILL VERY CLUTCH su cui i Thunder non riescono nemmeno a fare fallo! La sirena suona, i Pacers vincono 99-97 e si portano in vantaggio nella serie. Ma mr. Donovan ripenserà ancora a lungo alla sua decisione. Una decisione che potrebbe costargli la stagione.




Game 4


Più di qualcuno aveva pronosticato gara 4 come la nostra "gara dell'onore", quella in cui avremmo dovuto cercare di evitare lo sweep. Ignavi. La realtà è che l'ultima chiamata ce l'hanno i Thunder, sotto 2-1 e obbligati praticamente a vincere per evitare un doppio svantaggio che potrebbe essere letale. Donovan non cambia la lineup riproponendo Waiters in quintetto nonostante le cattive percentuali e un decisivo errore difensivo in gara 3, noi figuriamoci se ci azzardiamo a cambiare qualcosa. CJ Miles come al solito ha fretta di esibire le sue doti da tiratore, Paul George rimane in attesa come usualmente nel primo quartomentre nei Thunder c'è la sensazione che Westbrook abbia deciso di prendersi qualche responsabilità in più rispetto a KD, ovviamente seguendo il suo schema "corsa a testa bassa - arresto - jumper insensato" che per quanto possa essere anticestistico si rivela efficace. i Thunder chiudono il primo quarto in vantaggio 26-25 ma anche in apertura di secondo periodo sembrano determinati a riportare la serie in Oklahoma sul 2-2, sfoggiando una grinta mai vista prima nella serie. Kanter è meno ispirato del solito ma Mahinmi lo imita mentre OKC trova quei punti dalla panchina che sinora erano mancati con Roberson, Adams e il talento McGary. La partita è sin da subito molto simile ai due quarti centrali di gara 3, fisica e spigolosa, Westbrook spesso entra dentro di potenza mentre Durant è in grandissima sofferenza contro George e si ritrova spesso ad accontentarsi di un tiro da fuori che però non vuole saperne di entrare. Il supporting cast ospite è on fire e sopperisce alle mancanze del suo leader e si va negli spogliatoi sul 52-49 ospite.
E' nel terzo quarto che coach Gensi, vedendo Ellis caracollare in campo, si ricorda del suggerimento che uno dei suoi mentori, Bisy, gli diede dopo gara 2: "Se Monta ha problemi, te fallo tirare e prendere fiducia". Un lampo nel cielo. "The Mississipi Bullet" ha la fortuna di segnare tre tiri da te improbabilissimi che lo esaltano e il periodo diventa un suo show personale fatto di layup acrobatici, transizioni velocissime e falli conquistati. Sia chiaro, la partita rimane in pareggio ma con una sostanziale differenza: RW e KD erano in campo, George e soci in panchina con l'asciugamano al vento ammirando il compagno di squadra finalmente ritrovato. Il discorso a inizio ultimo quarto è chiaro: loro sono stanchi, voi siete freschi, distruggeteli. E' ciò che succederà. Troppi minuti sulle longilinee gambe di KD che entra nell'incubo, nei sogni più belli di ogni tifoso Pacers comparirà invece un Paul George LEADER, autore del break di 9-0 che deciderà la partita, capace di nascondere agli avversari il fatto che molti suoi compagni oggi non erano proprio in giornata. No, perchè Wroten era sottotono, Miles sparacchiava a Mahinmi ha sofferto come un cane. Era la giornata giusta per i Thunder per riprendersi la serie, diventa la giornata della loro condanna a morte. Se riceveranno la grazia lo dirà la corte della Chesapeake Arena, tra 3 giorni. Ultima speranza a cui aggrapparsi per loro prima di cadere nelle fiamme dell'inferno, ultimo gradino fino alla luce del paradiso per noi.



Game 5


Qui sarò breve. Siamo campioni NBA! Primo titolo della storia degli Indiana Pacers, primo titolo per il giocatore forse esteticamente più vicino a Kobe attualmente nella lega, Paul George.

E ottavo 2ktitolo per coach Gensi, dopo la doppietta (in due anni diversi) ai Celtics (2k12, 2k14), il three-peat con i Grizzlies (sempre 2k14) e le cavalcate con Cavs e Knicks (2k15).

Finisce 110-100 Pacers con l'accelerazione definitiva nell'ultimo quarto da parte della premiata ditta George-Miles dopo che Russell Westbrook e soprattutto Kevin Durant hanno provato in tutti i modi ad allungare la serie ma niente da fare, avevamo più fame e più voglia e non nascondo che siamo stati anche fortunati trovando i soliti punti preziosi dalla panchina.

Paul George si fa ritrarre con coppa da una parte e MVP dall'altra, non so se l'avrei dato solo a lui, perchè tutti sono stati fondamentali, anche Ellis che è colui che ha deluso maggiormente è stato decisivo in gara 3. Mahinmi, CJ Miles con le sue bombe, Wroten con il suo agonismo...ma chi l'avrebbe mai detto?

Beh, nessuno l'avrebbe detto, cosa che ha provocato a coach Gensi dubbi, e qui vado al lato tecnico, sulla reale difficoltà che una stagione del genere avrebbe dovuto avere. Abbiamo combattuto in tantissime partite, spesso finendo punto a punto ma mai realmente affogati dagli avversari. Anche quando, nei due casi in cui siamo finiti sotto di 10 con i Thunder, sembravamo finiti abbiamo rimontato e vinto.

Così, quando tutti si aspettavano un roster ultra competitivo per la rincorsa al repeat, coach Gensi molla e due giorni dopo la vittoria del titolo, quando ancora a Indianapolis si festeggia come matti, prende il primo aereo direzione New York. E qualcuno, si giura, all'aeroporto lo sta già aspettando...




E poi Kobe e Dirk che dopo decenni di onorato servizio diventano unrestricted free agent, no, quello non lo poteva tollerare...

The Final Countdown - NBA Finals 2016 vs Thunder - Game 1/2




Game 1

E' il momento e ci siamo arrivati. Da sfavoriti, partiamo già battuti forse (o forse no?) ma siamo qui, alla Chesapeake Arena, per gara 1 delle NBA Finals. Conto quei Thunder capaci di eliminare in successione Blazers, Pelicans e Spurs, con due diavoli come Durant e Westbrook a livelli mai visti prima. Che dire, partiamo dai quintetti. Per noi ormai collaudato starting five con Wroten, Miles, George, Hill e Mahinmi. I Thunder in parte sorprendono proponendo tra i titolari Enes Kanter accoppiato ad Ibaka nel frontcourt con Andre Roberson a fungere da specialista difensivo capace di coprire su più ruoli in D. E' però proprio il suo diretto avversario, CJ Miles, a far vedere le streghe ai Thunder nel primo quarto bersagliandoli di triple. Per i padroni di casa è il solo Durant a risplendere mentre Westbrook appare un po' in ombra e comunque limitabile, mentre Kanter si fa rispettare nel pitturato contro un Mahinmi non in formissima. 29-28 OKC a fine primo quarto, ma nel secondo, quando sia KD che Russ si avvicendano in panchina e noi facciamo riposare un PG sugli scudi la partita diventa dura, fisica...la nostra panca non riesce a influire e ad Ellis tremano le mani da far paura ma ancora peggio fanno le riserve dei Thunder incapaci di esprimere un gioco senza i loro fari in campo. Quando sta per suonare la sirena dell'intervallo abbiamo la palla in mano e non troviamo di meglio che rifilarla a Ian Mahinmi stranamente appostato sull'angolo. Non c'è più tempo per pensare, bisogna solo tirare ed è ciò che il francesino fa lontanissimo dal suo range sparando in aria una parabola altissima che non senza fatica finisce dentro. 50-48 Pacers all'intervallo!

Nel terzo quarto ci aspettiamo dei Thunder diversi e li troviamo infatti, con Durant ancora immarcabile e Westbrook apparentemente entrato in ritmo, Stuckey dalla panca ci regala alcuni canestri extra molto graditi mentre il bianchissimo Mitch McGary a tratti insegna basket. Miles torna a segnare dall'arco ma come troppo di frequente sparisce dalla partita, Wroten è limitato da Westbrook e così a prendersi le responsabilità dell'attacco è un George che sul primo passo ha la capacità di battere Durant. Il duello tra i due è bellissimo e si protrae anche nel quarto quarto sempre in una situazione di equilibrio e parità, la presenza del "trece" in campo è imprescindibile ma in alcuni frangenti sembriamo addirittura in grado di mettere la marcia in più e vincerla. Non sarà così. Arrivare a un finale punto a punto contro i Thunder è un suicidio, e purtroppo è quello che succede. OKC si trova a un minuto dalla fine palla in mano con 2 punti di vantaggio, Westbrook gestisce al solito il possesso marcato perfettamente da Wroten. Momento delicatissimo. Miles è su Roberson stranamente in campo (ci aspettavamo Waiters o Augustin nel finale) e si fa ingolosire dal cronometro dei secondi che scorre e da Westbrook che ancora gigioneggia poco oltre la metà parquet. Guarda Roberson che sta marcando, riguarda Westbrook e si avvia verso di lui per il raddoppio che potrebbe neutralizzare il possesso. Russell non si fa pregare due volte e scarica proprio per Roberson che un tiratore da 3 non è, un giocatore a cui affidare una conclusione pesante in gara 1 delle Finals nemmeno...ma la sua tripla, un po' per bacio degli dei del basket e un po' per evidente freddezza del ragazzo, entrerà, e chiuderà definitivamente i conti di gara 1. Troppi 5 punti da recuperare in un minuto, soprattutto se il duello tra George e Durant ha "raffreddato" il resto dei nostri ragazzi rimasti un po' estranei dalla fase offensiva nel finale. Finisce 110-102 Thunder, e noi paghiamo caro l'aver affidato troppi possessi a George e aver portato i nostri avversari a un finale punto a punto quando proprio a metà ultimo quarto sembravamo averne di più di loro e abbiamo rinunciato all'accelerazione definitiva. Se correggiamo queste due cose, in gara 2 ne vedremo delle belle. Per ora, è 1-0 OKC. 



Game 2


Siamo già al crocevia, figli miei. Concedere un doppio vantaggio ai Thunder in questa serie di finale vorrebbe dire dargli il titolo in mano, quindi c'è da lottare come leoni. Nessun cambiamento nei quintetti ma cambiamenti nella gestione, niente secondo quintetto in blocco in campo e titolari spremuti di più, se necessario. Il primo quarto è ciò che ci aspettiamo da una finale NBA, ritmo veloce ma durezza difensiva assurda, a dare spettacolo sono il solito CJ Miles da primo quarto e un Russell Westbrook molto più finalizzatore rispetto a gara 1, con Durant che resta, almeno inizialmente, a guardare. Primo parziale che si chiude sul 20-18 per noi, mentre nel secondo quarto decidiamo di mixare elementi del primo e del secondo quintetto con Lavoy Allen subito inserito e presente in fase realizzativa e accoppiato benissimo con Mahinmi in difesa, i Thunder faticano a trovare la via del canestro se non per mano delle loro due superstar mentre noi sfruttiamo un Wroten ispiratissimo nei suggerimenti per devastarli con il pick&roll. Sono i Thunder, però, ragazzi, e nonostante un secondo quarto giocato male ci recuperano un punticino. Si va a bere la Sprite sul 50-49 Pacers. Nel secondo tempo la partita si imbruttisce forse, con Westbrook e Durant a giocare spesso in isolamento e, per loro fortuna, con successo mentre noi continuiamo a pungolare i Thunder sotto canestro con Mahinmi e un Allen in giornata di grazia e dalla mano calda anche dalla media, fuori dalla "Ibaka Zone". Ma è il francese in particolare a impressionare, portando spesso anche moneta preziosa per i compagni e andando a concludere quando Kanter sbarella in difesa (di frequente, devo dire). Oklahoma City è in netta difficoltà e a fine terzo quarto la gara è sul +3 per noi. Ci vuole un grande sforzo del Dynamic Duo per mantenere la contesa aperta, con George un po' sparito in attacco perchè costretto a farsi un mazzo paiolo in difesa. Non c'è spazio per le riserve e per rotazioni ampie, i Thunder non cambiano e non cambiamo nemmeno noi e arriviamo alle battute finali entrambi stanchi. Loro cavalcano il loro "big 2", noi Mahinmi e un Allen che non è più uscito sebbene sia, ufficialmente, la riserva di Jordanone Hill. I Thunder vanno sul +1 nel minuto finale proprio con il #35 che segna un gran long two, noi riusciamo a tornare sopra con un pick&roll perfettamente gestito da Wroten per la schiacciatona di Ian Mahinmi. Mancano 31 secondi alla fine. I padroni di casa, in un arena in visibilio, affidano l'ultimo possesso a Westbrook con KD che si defila. Il playmaker dei Thunder non chiede nemmeno il blocco e accenna l'entrata in un'area affollatissima vedendosi costretto a scaricare per Roberson che, come in gara 1, diventa decisivo. Lo specialista difensivo salta sul primo passo Cj Miles e si lancia dentro tirando una campanata verso il canestro che fa boing, boing, boing...ed entra dentro. La Chesapeake Arena è in delirio, +1 Thunder a 3 secondi dalla fine. Timeout Pacers.
Uno schema per i lunghi che sono entrambi caldi è inapplicabile e non convince, Wroten si occuperà della rimessa...decidiamo, nonostante non si prenda una conclusione praticamente da fine terzo quarto, di servire George. L'idea è di un blocco che gli permetta di tagliare dentro ricevendo la palla alta, sotto canestro, da Wroten, o addirittura un alley oop. La realtà è che lo schema non funziona e George deve tornare sul perimetro e ricevere poco oltre la linea dei 3 punti, con KD a dargli fastidio. Passo avanti, passo indietro e il #13 si alza con perfetto stile per scagliare la difficile tripla della vittoria. La parabola sale, sale, sale tenendo i tifosi Thunder col fiato sospeso...poi torna giù, torna giù e quando ormai la sirena finale sta già suonando....FINISCE NELLA RETINA! PG vince la partita e i Thunder crollano distesi in campo, sconsolati. Folle, folle canestro di un giocatore che non segnava dal terzo quarto, ma i campioni si riconoscono da questo, dall'essere sempre pronti a decidere un finale anche se fino a quel momento avevano deluso. Finisce 109-107 Pacers e si vola a Indianapolis. Con il fattore campo strappato a dei Thunder combattivi ma troppo dipendenti dalla coppia RW-KD. Ed è lì che dobbiamo martellare alla Bankers, asfissiandoli dal primo all'ultimo minuto.