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martedì 27 gennaio 2015

La nostra prima scelta...e le altre

"With the 1st pick of the 2015 NBA Draft, the New York Knicks select...Jerome Thompson, center from Iowa State".
Nessuno fu sorpreso. Questo prospetto, capellone mulatto di 215 cm nemmeno troppo vagamente somigliante a Reinaldo Balkman, era il migliore del draft . Centro rimbalzista potente, giocatore frontale con buon range di tiro e braccia lunghe, segnalato come carente in difesa, fu la prima pedina del rebuilding Knicks. Avevamo solo questa scelta, ma quando il draft volse al termine i Rockets ci chiesero Prigioni e Calderon offrendo una seconda: glieli demmo subito, ne avevano bisogno perchè Beverley aveva annunciato la free agency, ma noi con quelle pick inaspettate seleziona mmo due brocchi da miniera che non vennero firmati. Ma già essersi liberati dei latinos era tanta roba...

Poi arrivò la free agency. Era il primo di 14 giorni di fuoco e noi più di chiunque altro avevamo bisogno di firmare giocatori top. Il Madison aveva sempre il suo fascino ma la tradizione perdente avrebbe influito sulla scelta di giocatori che vogliono la garanzia di vincere. Fu così che il primo "no!" Io e Phil lo incassammo da Jimmy Butler. Il max salary non convinse l'ex ragazzo di strada che decise di virare verso altri lidi. Ma fu proprio il primo giorno che arrivò il primo free agent: Patrick Beverley firmò un quadriennale da 24 milioni per unirsi ai bockers. E subito verso me e Phil piovvero le critiche: "meglio che facciano i coach"; "non si può giocare con quello lì in regia". Solo qualche insider ipotizzò che Beverley fosse stato firmato per essere usato da difensore e spot-up shooter in quanto sarebbe arrivata una guardia capace di far girare la squadra. E noi lo sapevamo già che sarebbe arrivata. Dopo due giorni raggiungemmo l'accordo con il mio pupillo Dragic. Dolan dovette svenarsi cacciando fuori quasi il massimo salariale, ma riuscii a convincerlo che ne sarebbe valsa la pena.

Non era finita qui. Dopo qualche giorno di e passe ci rendemmo conto che sarebbe servito un 4 di livello. Questo avrebbe voluto dire intasare il cap, ma nessuno nel front-office voleva regalare ai tifosi un'altra annata di transizione. Con un quadriennale da 44 milioni firmammo un altro mio grande amore: direttamente da MoTown Greg Monroe annunciò al resto della lega che i Knicks erano costruiti per puntare al bersaglio grosso. Puntellammo il reparto lunghi con un annuale a Garnett e Stat (e i suoi Bird ci fecero entrare in luxury...), completammo il roster con due esterni undrafted buoni solo a sventolare gli asciugamani nel quarto quarto. E lo faranno, perché questo gruppo è nato per vincere e lo farà prima che Melo lasci la...mela. O almeno lo spero.

domenica 25 gennaio 2015

Una prima stagione...segnata

Ebbene sì, sono il nuovo coach dei Knicks. Phil Jackson ha deciso di puntare su di me per far funzionare il triangolo, mettendomi D-Fish al fianco come vice, ma fin da subito capii che per un allenatore vincente come me tutto ciò era troppo. Cinque sconfitte nelle prime cinque partite, sconfitte pesanti anche con squadre come Wolves e Magic, sconfitte caratterizzate da una grande sofferenza difensiva. Non c'è proprio nulla da fare, Melo e Hardaway si sbattono eccome, Stat il suo lo fa e la sorpresa Cleanthony Early si rivela l'unica nota lieta della stagione, ma il resto del cast è assolutamente inadeguato. Dopo i fischi al MSG nella disfatta con i Magic i fischi del pubblico, rivolti principalmente ai giocatori, fecero male pure a me. Andai subito nell'ufficio di Phil Jackson e gli consigliai di utilizzare questa stagione per far crescere il suo allievo Fisher, mentre io mi spostai nel front-office insieme all'ex Bulls e Lakers per capire cosa fare per rendere quella di New York una franchigia vincente. Furono tutti concordi: Derek condusse i Knicks a un 5-24 finale e mentre i Thunder battevano 4-1 i Cavs aggiudicandosi il primo anello della loro storia noi già avevamo gli occhi al draft: chi avremmo selezionato alla #1?

sabato 24 gennaio 2015

Si riparte

Annuncio la mia nuova destinazione. Ovviamente dopo il titolo vinto sono arrivate telefonate da molti team Nba, ma per i miei obiettivi una proposta mi ha colpito più delle altre. 41 anni che non si vince un titolo, un campione che ha appena giurato eterno amore alla franchigia, accanto a lui un nucleo di giovani e vecchi giocatori dal futuro dubbio. Una sfida davvero dura e sì, fa per me! Madison arrivo!

mercoledì 7 gennaio 2015