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domenica 2 novembre 2014

Che peccato...

Avrei tanta voglia di ritornare in panchina a narrare una nuova avventura, ma vedo che c'è poco "traffico"...siete spariti tutti?

domenica 19 ottobre 2014

L'epilogo

Salve a tutti,
chiedo scusa per la mia assenza dal blog ma impegni extra 2k-istici mi hanno portato a lasciarlo un po' da parte.
Eravamo rimasti a gara 1 delle finali, beh, quelle finali le abbiamo vinte 4-2, dopo aver pericolosamente rischiato di mandare a zozze il three-peat perdendone due in fila a Memphis. Ma avevamo troppa fame, e i Pacers sono letteralmente scomparsi in gara 5 e gara 6. La mia statua è meritatamente stata posizionata accanto a quella di Elvis e le chiavi della città mi sono state ovviamente consegnate dopo un tale miracolo sportivo. Obiettivo raggiunto, il primo 2k coach a narrare un three-peat (narrare, perchè non credo nessuno l'abbia mai raggiunto) e che dire, per il primo anno da cui gioco a questo magnifico titolo, finalmente mi sono sentito appagato. Ora l'indecisione è tanta, 2k14 con rose aggiornate, console col 2k15 (qualcuno ce l'ha?)
Ho visto che Bisy ha compiuto un miracolo e gli auguro il meglio per la sua finale, mentre il coach zen non è mai domo a costo di rimescolare le carte in tavola: bravo, così mi piaci :)
Noto anche che alp è da un po' che non aggiorna, spero si stia gingillando troppo con l'anello al dito...di coach theanswer e dido so per certo che li ho imbeccati all'aeroporto di Memphis diretti verso Santo Domingo sotto mentite spoglie: mica scemi!

martedì 16 settembre 2014

Anno 4, atto 3, gara 1

Non è un'atmosfera a cui non eravamo abituati. L'avevamo già assaporata appieno nelle due stagioni precedenti, ma entrare su un parquet che porta impresso il logo delle Finals NBA è sempre un'emozione unica. E la tremarella non può mancare, neppure se sei più freddo del permafrost artico. A maggior ragione se, davanti ai tuoi occhi, vedi uno spettacolo come questo.

I Pacers, loro, no, alle finali NBA non ci erano abituati. Una squadra ai vertici dell'NBA nei primi anni 2000, discioltasi con l'addio di Reggie Miller e i famosi fatti del "Palace of Auburn Hills". Una squadra di facce "pulite ma non troppo", con l'esperienza di Granger, il talento di George e l'energia di Hibbert uniti all'entusiasmo dei giovani droidi Mulliday (PM) e Fortson (AG), che hanno sostituito degnamente, se non migliorato, la coppia Hill-West. Se poi in panchina siedono Jahlil Okafor e Aaron Gordon capisci che NON può essere una serie facile. 

E infatti, trascinati dall'effetto casa, i Pacers provano subito a scappare mentre noi ci affidiamo troppo alle conclusioni di un Conley che a inizio gara tende sempre a battezzare un po' troppo il ferro. Indiana chiude il primo quarto in vantaggio 23-19, con un Granger che non dimostra affatto i segni dell'età che ha e un George che, nonostante il "trattamento speciale" targato Jimmy Butler, mostra ai suoi tifosi lampi di pura classe. Ma se loro hanno il pubblico, noi abbiamo l'esperienza. E quando i big si siedono in panchina, ecco che entriamo sottopelle ai Pacers. Hawes, Exum, Pondexter, Jamaal Franklin: ecco i 4 nomi che spezzano la partita. Il lungo ex 76ers è un vero e proprio rebus difensivo per Hibbert, Exum fa letteralmente le scarpe al "retrocesso" George Hill mentre il suo fratellino Salomon trova una bella gatta da pelare nel Quincy nazionale. +4 per noi all'intervallo che diventa +11 a fine terzo quarto, quando anche Jimmy Butler entra in ritmo mentre i ragazzini terribili giallo Pacers cominciano ad accusare quella pressione che non sembrava potesse appartenergli. Da applausi, letteralmente, il pubblico della Bankers Fieldhouse che sostiene i propri beniamini in una partita spigolosa e li porta persino a rientrare in gioco a 2 minuti dalla fine, quando tornano sotto la doppia cifra di svantaggio e utilizzando la trappola a tutto campo ci mettono in grossa difficoltà. Paura nel finale, tanta, con un palazzetto intero che  ci crede, ma la tripla di un ottimo Granger la sirena fissa solamente il risultato sul 95-92 per noi in una partita in controllo, a dispetto di quanto dica il risultato. 1-0 Grizzlies!


Memphis Grizzlies @ Indiana Pacers 95-92 (Conley 18 | Granger 24)

lunedì 15 settembre 2014

Il tuo sogno che svanisce




Avevamo finito male il terzo quarto. La tripla sulla sirena di Reggie Jackson ci aveva proiettato a -11, con un silenzio allarmante al FedEx Forum, come se l'epilogo fosse ormai scritto, firmato e timbrato. La  velenosissima tripla di Beverley che porta i Thunder sul 97-83 con soli 4'21'' da giocare comincia a far andar via la gente dagli spalti. Un ciclo, un sogno diventato realtà che finisce così, dopo 2 titoli NBA conquistati con il cuore ed il sangue. Tutto ha una fine ed è giusto che a vincere sia il piu' forte. Quest'anno i piu' forti non sembravano i Thunder, arrivati ai playoff solo con l'ottavo seed, ma le grandi serie con i Nuggets ed i Kings hanno ribaltato i pronostici a loro favore. Faried schiaccia di rabbia, come a voler dimostrare a tutti che noi il massimo l'abbiamo fatto, poi non domo va a stoppare Ibaka in difesa scatenando gli applausi di quelli che rimangono fino alla fine nel palazzetto, ad omaggiare i loro campioni. Conley segna da 3, poi recupera palla e spara nuovamente alla Curry da 3. Che bello, questi ragazzi non si vogliono proprio arrendere, vogliono dare tutto fino alla fine.....-2????? 103-101 Thunder a 1'19'' dalla fine?? La gente che rientra di corsa nel palazzetto mentre quelli che erano rimasti a sedere sono in visibilio?? Ma cosa sta succedendo? Non può essere vero!!
Oklahoma chiama timeout, è sparita, Brooks è chiaro nel suo labiale: ragazzi questa partita l'avevate vinta e rischiate di perderla. Andate e abbatteteli definitivamente. Detto, fatto. Westbrook fa scorrere il cronometro e poi segna un canestro assurdo per il +4 OKC a 38 secondi dalla fine. Forse è finita davvero, forse gli sforzi erano stati vani. Ma quanto meno non usciremo con il pentimento di aver potuto fare di più. Exum, inserito al posto di Gallinari, ci da ancora speranza segnando nuovamente il -2 a 33' dalla fine. Oklahoma ha la palla in mano e sa che non potrà tenerla fino alla fine, il possesso non è bellissimo e Lamb spara sul ferro la tripla che avrebbe chiuso tutto. Conley prende il rimbalzo e affida la palla a Exum che prova una transizione rapida sospinto dalle ali di tifo del pubblico che ora ci crede davvero, supera in velocità Westbrook e tenta un tiro dal palleggio che è nelle sue corde. Ma la palla è beffarda, sbatte sul ferro ed esce addirittura fuori. E' finita. +2 a 14'' dalla fine e dobbiamo fare fallo per avere nuovamente il possesso. Il silenzio torna a calare al Fedex Forum. Proviamo a pressare, a metterein difficoltà la Durantula sulla rimessa. Kevin non sembra sentire la pressione, ma dai suoi polsi la palla diretta a Westbrook parte troppo corta e troppo lenta. E quel fenomeno, perchè di fenomeno dobbiamo parlare, di Dante Exum riesce ad intercettarla in tuffo e perfino a chiamare timeout! Abbiamo una grande occasione, ma sappiamo che potrebbe essere l'ultima. Faried a rimettere, un gran casino sul parquet, tutti provano a smarcarsi finchè un errore di lettura di Beverley non lascia per un istante proprio l'australiano solo sotto al tabellone. Kenneth deve provare a raggiungerlo e gli lancia la palla sperando che nessuna mano riesca ad intercettarla. E' così!! 107-107 a 10 secondi dalla fine e timeout OKC! Ma cosa sta succedendo, ragazzi?? Ce l'abbiamo fatta, forse? No. Non è così. Oklahoma chiama timeout e Jeremy Lamb ci punisce con 6 secondi sul cronometro, prende, tira e la retina si muove. Potete immaginare, dopo una rimonta così, a che punto è lo sconforto? Buttare via tutto e chiudere bottega dopo due titoli fantastici proprio quando pensavamo di avercela fatta? Non so se lo potete immaginare, ma vi assicuro che è qualcosa di indescrivibile. Abbiamo ancora un timeout, l'ultima, flebile opportunità di mandare tutto ai supplementari. Il gioco è per Exum, quello piu' in palla, quello che ha guidato la rimonta e non si è piu' rimesso a sedere in panchina da quel 97-83. Faried gli da la palla in mano, Dante prova a penetrare ma Westbrook difende fortissimo, è come un muro, invalicabile. L'australiano rimane lì sulla linea dei tre punti, non la sua specialità. I secondi passano quando con la coda dell'occhio vede un uomo che dai tre punti ci sa fare, ma sa che affidandogli la palla lo costringerebbe a prendersi un tiro complicatissimo, con Jeremy Lamb in faccia. Tre secondi alla fine  e due soluzioni. Un tiro da 3 da uno che da 3 non sa tirare, e un tiro da 3 impossibile da uno che di tiri impossibili in questa serie ne ha messi parecchi. Non c'è nemmeno da pensarci. Palla all'MVP e tripla con la mano di Lamb in faccia. Tiro impossibile. E come molti altri, lo mette. SIAMO ANCORA IN FINALE!

venerdì 12 settembre 2014

Con le spalle al muro. Again.

Non era certo la prima volta che ci trovavamo sotto 1-3 in una serie. E non è certo la prima volta che l'abbiamo riportata in parità rinviando i verdetti del caso alla bella. Ma non è come sempre, stavolta. Stavolta il rischio di uscire 4-1 è nitido, e i Thunder ci schiacciano alla porta fin dal primo quarto di gara 5, in cui ti spediscono fino alla doppia cifra di svantaggio. Fatichiamo e non poco a creare delle azioni offensive credibili, mentre gli ospiti seppur al solito confusionari e con un Durant in serata no si appigliano all'estro di Jeremy Lamb, che comincia a fare il Ray Allen della situazione e diventa qualcosa di simile all'infallibile sul catch & shoot.
Tecnicamente meno forti, in serata no...tutte le carte in tavola formano una parola sola. Eliminazione.
Ma non per chi ha un cuore grande per una casa. Non per una squadra che ha vinto 2 titoli NBA negli ultimi 2 anni. Usciamo dal torpore, cominciamo a lottare, sgomitare come matti sotto le plance con un Faried assetato di vendetta, Exum regala qualche "oooh" di sorpresa al pubblico quando si alza dalla panchina, Conley entra sottopelle ai Thunder e, spinti dalle ali di un palazzetto che non vuole che la partita a cui stanno assistendo sia l'ultima dell'anno, cogliamo di sorpresa e allunghiamo la serie a gara 6. E gara 6 è la nostra vendetta perfetta all'umiliazione subita in gara 2 davanti ai nostri sostenitori. E' gara 2, in tutto e per tutto, ma a protagonisti invertiti. Fin dai primi minuti imponiamo il nostro gioco, il nostro ritmo,  Gallinari dopo alcune partite in ombra decide di prendere per mano i compagni e, semplicemente, non c'è storia. Erano entrati alla Chesapeake Arena vestiti di nero, per farci il funerale. Ora il funerale vogliamo farlo noi a loro, in un FedEx Forum che proporrà uno spettacolo di rara bellezza. Per l'ennesima volta eravamo finiti. Per l'ennesima volta abbiamo il coltello dalla parte del manico.

Oklahoma City Thunder @ Memphis Grizzlies 101-104 (Lamb 32 | Conley 26)
Memphis Grizzlies @ Oklahoma City Thunder 102-84 (Gallinari 24 | Westbrook 22, 10 assist)

mercoledì 10 settembre 2014

The Chesapeake Effect

"Tornare a Memphis sull'1-3 sarebbe francamente incredibile" alp89

"se decidono di giocare insieme ci sono davvero poche possibilita' che se ne esca vivi" bisy


Beh, ragazzi,  è accaduto. Troppe, troppe le bastonate ricevute in questi anni per far sì che i Thunder non cogliessero la ghiotta occasione. Finiamo nell'inferno, sgomitiamo, lottiamo, ce la mettiamo tutta, ma la serie si indirizza verso la franchigia dell'Oklahoma. Niente da fare in gara 3, persa di 8 con il solo Butler (31 punti) oltre la sufficienza, mentre in una gara 4 persa solo allo scadere per mano dell'immarcabile Westbrook i rammarichi non mancano. Non mancano perchè prima di un ultimo quarto devastante del playmaker locale il suddetto aveva perso ben 7 palloni, e ci aveva permesso di cominciare l'ultima frazione con qualche lunghezza di vantaggio. Poi, l'enfasi del pubblico ha avuto la meglio. E questa sembra davvero la fine di un ciclo.


Memphis Grizzlies @ Oklahoma City Thunder 94-102 (Butler 31, Durant 25)
Memphis Grizzlies @ Oklahoma City Thunder 101-103 (Conley 26, Westbrook 31)

lunedì 18 agosto 2014

Thunderous


Che non sarebbe stato facile lo sapevamo già. L'ennesima riproposizione del grande classico degli ultimi anni ad ovest. Memphis vs Okc, defense vs offense, le stelle contro la squadra. Ma una cosa, in comune, ce l'avevamo. Due franchigie senza tifosi nei primi anni della loro storia, due franchigie capaci di riempire il palazzetto da qualche tempo a questa parte. E i giocatori, di queste cose, se ne accorgono. Deludere un pubblico accorso per loro è una delle cose che più i nostri ragazzi odiano. Ma in gara 1 ci accorgiamo di quanto ciò possa essere, purtroppo, possibile. Oklahoma è fortissima,  Westbrook e Durant solo nel loro prime ed elementi come Ibaka, Beverley, Beaubois, Adams, Jackson sono qualcosa di piu' di semplici tasselli. Brooks è riuscito a imporre un modo di giocare che coinvolgesse anche le seconde linee, con un Lamb che è ormai diventata la terza stella di questa squadra. Non nego che ci mettono in grossa difficoltà fin dalle prime battute, serrandosi in difesa e prestando particolare attenzione ai nostri tiratori. Ma abbiamo troppa voglia di vincere questa partita, e in una gara a punteggio basso riusciamo nel terzo quarto a  prendere un vantaggio in doppia cifra che ci consegna la leadership nella serie. Per due giorni. Sì, perchè in gara 2 accade l'inanerrabile: ci mettono al muro fin dalle prime battute, con uno Westbrook (37 punti, 15-20 dal campo) immarcabile anche per uno come Conley che l'aveva sempre saputo tenere a bada. OKC alza il ritmo, gioca in velocità, noi fatichiamo in maggior misura quando i nostri titolari devono riposarsi. Gli ospiti tirano su la saracinesca in area e siamo costretti ad affidarci a un tiro da fuori purtroppo ondivago, esponendoci ai contropiedi conclusi in modo spesso spettacolare da RW0, vera anima Thunder. E' garbage time anticipato e finisce con un umiliante 102-84. Con la consapevolezza che per arrivare nuovamente in finale dovremo vincere a OKC. E sperare che i Thunder non abbiano la stessa tigna in corpo di gara 2...
Oklahoma City Thunder @ Memphis Grizzlies 91-94 (Westbrook 27 | Conley 26)
Oklahoma City Thunder @ Memphis Grizzlies 102-84 (Westbrook 37 | Conley 25)

lunedì 11 agosto 2014

Che il quarto viaggio abbia inizio



Cosa può salvare la situazione quando arrivi al primo turno di playoff in netta crisi e devi affrontare una squadra che a ranghi compatti ti batterebbe 4-0 in questo momento? Beh...può succedere che Damian Lillard si stiri un quadricipite. Ed ecco che la stagione potrebbe, a livello emotivo, cambiare da così a così. La notizia viene accolta, in questo momento difficile, con piu' enfasi dell'MVP a Conley e Jeremy Lin, spolverato dalla panchina e pronto all'uso, non salva RipCity. E così succede ciò che fino a pochi giorni prima era impensabile, imponderabile anche considerata la ripassata che RIPCity ci aveva riservato in regular season. Il gatto non c'è e i topi ballano, e noi balliamo quattro volte su dei Blazers privi del loro principale pezzo pregiato. Arriva un clamoroso sweep, con una sola partita sofferta, l'ultima, dove tutto l'orgoglio e la frustrazione di una città intera che ha visto un sogno spegnersi ancora troppo presto viene fuori e ci mette al muro, prima che proprio l'MVP non salvi tutto con una prestazione balistica fenomenale. Sì, vinciamo 4-0, e anche nel resto del tabellone playoff succede l'incredibile e il clamoroso. I Nuggets, con il miglior record della lega, si fanno a loro volta sweepare da dei Thunder che sembrano aver ritrovato compattezza e voglia di vincere, e anche i Rockets dimostrano di non essere squadra cadendo sotto i colpi dei coriacei Jazz, nostri prossimi avversari. A est, la maledizione prosegue per i Miami Heat che in un altro clamoroso upset dopo essere andati sul 2-0 perdono 4 gare in fila dai Philadelfia 76ers, lanciando poderosamente i Pacers verso le Finals.
Ma non è tutto. Il detto dice che una ciliegina tira l'altra, e le 4 ciliegine depositate dalla dea a spicchi verso le nostre affamate bocche hanno decisamente alimentato la nostra fame.
Perchè potrei parlarvi di una qualsiasi delle 4 gare giocate contro i Jazz, fare copia - incolla per 4 volte ed avere un perfetto recap di come è andata (anche) questa serie. Siamo guariti, e Utah non è un virus che ci può attaccare seriamente. E infatti i mormoni non entrano mai in partita. Noi col ritmo da playoff, loro alle corde dopo una sudatissima regular season. Si prendono 18 punti in gara 1, ben 26 in una gara 2 che ci ha visto anche sul +35 e che ci ha consentito di far giocare i titolari solo per poco piu' di metà partita. E se qualcuno pensa che sia troppo sintetico, e che la serie sia sicuramente svoltata a Salt Lake City, si sbaglia. Sono 30 le lunghezze che ci separano in una gara 3 in cui il pubblico dell'Energy Solutions Arena non lesina i fischi, fischi che riescono a ridare lucidità ai loro idoli nella gara finale della serie, ma non basta contro un Mike Conley che, ricordiamo fresco MVP, ritorna a sfoderare prestazioni individuali pari a quelle del primo anno di associazione segnando 41 punti (record di franchigia nei playoff) con 11 triple a bersaglio (record all-time nei playoff, supera sé stesso nella prestazione da 10 bangs di due anni prima). 8-0 nei playoff e il destino in faccia. Sì, perchè il three-peat ora è tutt'altro che semplice. A Est i Celtics sweepano gli Hawks e vanno ad affrontare i Pacers, alla loro grande occasione, in una finale dell'est all'insegna della difesa. In questa parte d'America, invece, come noi, un'aUtah ltra squadra è riemersa da una brutta situazione in maniera splendida. I Thunder, ottavo seed e sotto 3-1 nella serie con i Kings, ribaltano tutto con un Durant da 45 punti in gara 6 e ci affrontano nelle West Finals. Sliding doors che si aprono e richiudono, perchè proprio contro di loro e proprio nelle West Finals l'anno prima avevamo vinto proprio 4-3 e partendo proprio da un 3-1 di svantaggio andando a vincere il titolo. E ora, quale porta si aprirà?

Primo Turno
Portland Trail Blazers @ Memphis Grizzlies 95-104 (Aldridge 19 | Butler 23)
Portland Trail Blazers @ Memphis Grizzlies 88-99  (Aldridge 20 | Butler 23)
Memphis Grizzlies @ Portland Trail Blazers 102-85 (Faried 28 | McCollum 18)
Memphis Grizzlies @ Portland Trail Blazers 94-91  (Conley 34 | McCollum 24)

CSF
Utah Jazz @ Memphis Grizzlies 82-100 (Favors 22 | Conley 27)
Utah Jazz @ Memphis Grizzlies 75-101 (Ian Clark 20 | Pondexter 17)
Memphis Grizzlies @ Utah Jazz 102-72 (Butler 30 | Ian Clark 15)
Memphis Grizzlies @ Utah Jazz 91-83  (Conley 41 | Vonleh 20)

venerdì 25 luglio 2014

La nebbia


Eh no. Eh no. Dopo 7 vittorie consecutive, tre botte così fanno male. Ma non è che la Faried-trade fosse un temporaneo palliativo ai problemi di spogliatoio che ci affliggono da inizio stagione? Blazers, Wolves e Raptors corsari a casa nostra. Se Portland ci batte nettamente, contro gli Wolves sul +20 qualche fischio dal pubblico comincia ad arrivare, e a salvare capra e cavoli ci pensa Dante Exum che spara 23 punti tra cui il canestro del +1 a 10 secondi dalla fine. Peccato che dall'altra parte ci sia Joel Embiid che con un gancio da lontanissimo alla Duncan vs Lakers (la partita vinta dai lacustri con Fisher a 0.4 dalla fine) ci fredda per la seconda volta consecutiva. E ci fredda perchè noi giochiamo male, assenti in attacco e opachi in difesa, con le piu' grosse mancanze che arrivano proprio dai due a cui avevamo affidato le chiavi della franchigia: Conley e Gallo. L'occasione per tornare in corsa è la sfida con i Raptors. Ma per favore...Toronto ci domina con DeRozan che sembra Jordan e Valanciunas che a tratti ricorda Hakeem the Dream, mentre il rookie Forbes è un semidio. Conley continua a sparacchiare segnandone ZERO nel primo tempo, ma è divino nell'ultimo quarto in cui dal -12 arriviamo fino al punto di vantaggio. E' proprio Mike a segnare il canestro del +4 a 10 secondi dalla fine, facendoci rifiatare e credere di aver vinto. Toronto chiama timeout e Ross segna l'unica tripla della sua partita riportando gli ospiti al -1 a 2 secondi dalla fine. Vabbè, non c'è problema, non hanno piu' timeout...peccato che sulla rimessa mentre Conley chiama palla in tutti i modi Hickson spari un missile in faccia a Valanciunas che ringrazia e ci schiaccia in faccia il canestro della vittoria. Ma si può perdere la vetta della Western Conference così?
La risposta è no. Perchè si può far peggio.
Battiamo Pistons e Nets e aleggia nell'aria l'ipotesi di essersi riusciti a rialzare.
Ma sono vittorie di pirro. I problemi riemergono fuori nelle sfide contro Pacers e Nuggets, candidate, come siamo (eravamo?) noi alla vittoria del titolo. Ci ammazzano. E non perchè giochino particolarmente bene, ma perchè dentro di noi è andata persa la magia. I tiri che prima entravano non entrano piu', in difesa passa di tutto, sembriamo scoraggiati. La squadra è in crisi profonda, in spogliatoio non ci si parla quasi più nemmeno tra coloro che due anelli al dito se li erano già messi., e in poche partite dal pensare al three peat il rischio è quello di uscire già al primo turno di playoff contro dei Blazers che avevano ufficialmente riaperto la nostra crisi già in regular season. Pazzesco, pazzesco vedere come tutto possa cambiare nel giro di poche allacciate di scarpe. E la cosa piu' brutta è che non me ne sento padrone, tutto è scivolato via senza che io potessi farci niente. Vinciamo l'ultima partita, da prendere con le molle perchè poco piu' che un amichevole, tra noi e i Thunder, ma le preoccupazioni sono tante. Una cosa è certa: comunque vada, saranno i miei ultimi playoffs su questa panchina. E a giocarli fino in fondo ci voglio comunque provare. Anche perchè, a far tornare alte le nostre motivazioni, arriva un riconoscimento inaspettato. Forse non il suo migliore anno, ma anche nei momenti di crisi è stato l'unico a provare a tenere su la squadra, con un impatto raro nella lega. Ed è giusto che il premio vada a lui. Mike Conley è finalmente MVP con 19.2 punti, 9.2 assist, 2.8 palle rubate e il 45.5% dal campo (37.6% dall'arco) e 91.3% ai liberi. Cifre non pazzesche, ma un'efficacia terribile. Che non ci deve distrarre. Se otto partite fa il three peat sembrava una grossa torta da arraffare, adesso è un puntino piccolo lassù nel cielo. Avremo il colpo di carabina giusto per riportarlo a terra?

Portland Trail Blazers @ Memphis Grizzlies 101-90 (Robinson 16, 11 rimbalzi | Conley 20)
Minnesota Timberwolves @ Memphis Grizzlies 100-99 (Embiid 31, 11 rimbalzi | Exum 23)
Toronto Raptors @ Memphis Grizzlies 84-83 (Forbes 21 | Butler 21)
Memphis Grizzlies @ Detroit Pistons 108-100 (Conley 25, 14 assist | Stuckey 23)
Brooklyn Nets @ Memphis Grizzlies 82-91 (Brook Lopez 25 | JJ Hickson 31, 15 rimbalzi)
Indiana Pacers @ Memphis Grizzlies 112-92 (George 30 | Conley 22)
Memphis Grizzlies @ Denver Nuggets 100-109 (Conley 21 | Jo.Crawford 33)
Oklahoma City Thunder @ Memphis Grizzlies 93-110 (Durant 24 | Conley 22)


Classifica Western Conference

1 Denver Nuggets 21-8
2 Houston Rockets 21-8
3 Memphis Grizzlies 20-9
4 Sacramento Kings 18-11
5 Minnesota Timberwolves 18-11
6 Portland Trail Blazers 17-12
7 Utah Jazz 16-13
8 Oklahoma City Thunder 15-14

Classifica Eastern Conference

1 Miami Heat 19-10
2 Boston Celtics 17-12
3 Atlanta Hawks 16-13
4 Indiana Pacers 16-13
5 Washington Wizards 15-14
6 Toronto Raptors 15-14
7 Orlando Magic 15-14
8 Philadelfia 76ers 15-14

sabato 19 luglio 2014

Feedback

L'ennesimo errore Faried? MA MANCO PER SOGNO!! Kennettone, con la sua trecciolona e l'aspetto da gigante buono, ci tira via dalla crisi. Sì, ci tira via dalla crisi, senza se né ma. 23 punti e 9 rimbalzi nell'esordio al Madison Square Garden contro i Knicks, 16 nel remake delle ultime Finals (un po' triste, a dir la verità) ad O-Town, soli 14 ma con un grandissimo lavoro difensivo su Davis nell'affondata ai Pelicans. E non è tutto, perchè l'ex Denver riesce a mettere in ritmo anche JJ Hickson, che diventa da mr mezzo bidone a mr doppia cifra trascinandoci nella gara interna contro quello che rimane degli Spurs e nella batosta a Dallas (23+12). Gara, quest'ultima, molto significativa, perchè i 20 assist di Mike Conley abbattono il precedente record di franchigia ponendolo sempre piu' ai vertici della storia di questo club. E se la vittoria contro dei Jazz finalmente competitivi (terzi) è la settima consecutiva, è chiaro che ora ai vertici della Western Conference ci siamo noi (16W4L), con il lusso di una partita di vantaggio proprio su Denver, seconda. Ai playoff ci siamo già, ma lo sfizio di essere dominatori anche in RS ce lo vogliamo togliere. E, se quel ragazzo con il numero 35 (che, va ricordato una volta di piu', in questa NBA non è solo di KD!) continua a portare brio, armonia ed energia sul parquet il three-peat diventa sempre di piu' una possibilità tangibile. E ora, onestamente, il dubbio sorge: questi Grizzlies 2016-2017 sono i migliori mai allenati?

Memphis Grizzlies @ New York Knicks 106-102 (Faried 23 | Shumpert 19)
Memphis Grizzlies @ Orlando Magic 100-92 (Conley 26, 13 assist | T.Harris 29)
San Antonio Spurs @ Memphis Grizzlies 83-89 (Leonard 20 | J.Butler 17)
New Orleans Pelicans @ Memphis Grizzlies 88-110 (Holiday 19 | J.Butler 24)
Dallas Mavericks @ Memphis Grizzlies 86-105 (Al Jefferson 14 | Hickson 23, 12 rimbalzi)
Memphis Grizzlies @ Utah Jazz 89-73 (Conley 24 | Burke 12, 10 assist)
Phoenix Suns @ Memphis Grizzlies 78-81 (Randle 20, 10 rimbalzi | Conley 21)

mercoledì 9 luglio 2014

The decision


Due vittorie veramente troppo, troppo faticate nel back to back della east-coast contro Sixers e Bucks malcelano i problemi che continuano ad attanagliarci. Problemi che vengono fuori, fin troppo evidenti, nella sconfitta patita al TD Garden contro dei Celtics che onestamente sono ben lontani dai fasti migliori. E allora è il momento di dire basta, non possiamo piu' nasconderci. Se vogliamo il titolo, dobbiamo agire. E, come a metà seconda stagione, decidiamo di rischiare agendo sul mercato. E Dispiace, dispiace tanto, perchè era stata una mia scelta e cedendolo mi rendo facile preda di chi criticava la sua firma in free agency. Ma prima di tutto viene il bene della squadra, e allora a fare le valigie è Paul Millsap, destinazione Denver Nuggets. Insieme a lui parte un altro giocatore a me caro, quell'Ed Davis che, ahimè, pativa troppo il non essere titolare e, dopo le prime due stagioni al top, soffriva di un netto calo di impatto sul parquet. In cambio, dai Nuggets, prendiamo un giocatore che credo possa adattarsi molto molto bene al nostro sistema. Difensore, se ha la testa a posto, più che accanito, rimbalzista non meno tenace di Millsap, con il difetto rispetto all'ex Hawks e Jazz di avere pochissime soluzioni offensive. Anche se quelle poche che ha sono devastanti. Cambia radicalmente dunque il nostro tipo di gioco, ma Kenneth Faried è un nome che fa esaltare il Tennessee. Il trecciolato riuscirà a farci cambiare marcia o si rivelerà un altro flop? Insieme a lui arriva anche Kennedy Meeks, giocatore al secondo anno mai realmente sbocciato e probabilmente destinato a un angolo oscuro di panchina. Ma se qui anche lui trovasse la sua dimensione? Il back to back contro i Knicks certamente potrà iniziare a farci capire se abbiamo fatto o meno la scelta giusta.

Memphis Grizzlies @ Philadelfia 76ers 107-100 (Exum 25 | Beasley 23)
Memphis Grizzlies @ Milkwaukee Bucks 90-86 (Butler 29 | Ilyasova 23)
Memphis Grizzlies @ Boston Celtics 95-102 (Conley 21, 11 assist | Stephenson 26)

giovedì 3 luglio 2014

Come cambia il vento

Sette è sempre stato il mio numero fortunato. Ma sette è anche il numero a cui si interrompe la nostra striscia consecutiva di vittorie. Sì, avete capito bene, anche i Grizzlies di quest'anno possono perdere. E, devo ammettere, lo fanno nel modo peggiore, cedendo in casa contro quei Rockets che in questo 2k-mondo si sono affermate come una delle nostre piu' acerrime rivali. E non è tutto, no. Perchè sembravamo imbattibili, ma bastano poche partite per affermare l'esatto contrario. Un rapido tour di trasferte ci riporta a Memphis abbastanza allo sbando.. Cousins ci domina nella partita contro i Kings, così come i Cavs ci ricacciano bruscamente indietro al nostro arrivo alla Quicken Loans Arena. I Lakers li battiamo, sì, ma solo grazie a un libero di Exum con 0.2 decimi sul cronometro ed esprimendo un basket pessimo, riuscendo a vincere solo perchè la qualità, a LA, quest'anno continua a scarseggiare. Non voglio essere tragico, ma avendo in mano i ragazzi mi sono accorto che tra le prime 7 partite e le ultime 4 è successo qualcosa. Siamo cambiati totalmente, come se si fosse rotto il giocattolo. L'affiatamento è ai minimi storici, i giocatori si muovono come se fossero singoli e non piu' il team che ha vinto due titoli consecutivi. Forse tendo a esagerare, ma sembriamo gli Heat del 2012 dopo gara 3 della serie con Indiana. Una squadra a pezzi. Loro poi si ripresero, noi riusciremo ad imitarli? La parola, come sempre, ce l'hanno solo palla a spicchi e parquet.

Memphis Grizzlies @ Washington Wizards 103-96 (Conley 22 | Wall 19)
Memphis Grizzlies @ Charlotte Bobcats 115-81 (Butler 32 | Fields 16)
Houston Rockets @ Memphis Grizzlies 92-88 (Howard 21, 13 rimbalzi | Butler 26)
Memphis Grizzlies @ Sacramento Kings 97-106 (Conley, Butler 29 | Cousins 30, 17 rimbalzi)
Memphis Grizzlies @ Los Angeles Lakers 102-101 (Conley 27 | Anthony 21)
Memphis Grizzlies @ Cleveland Cavaliers 104-110 (Butler 26 | Waiters 18)

venerdì 27 giugno 2014

La consegna degli anelli

Non proprio il tuo classico inizio di stagione. Quando alziamo il trofeo di campioni NBA, al FedEx Forum, davanti a noi ci sono gli Heat. Gli Heat vogliono dire LeBron James, vogliono dire Dwyane Wade, ma soprattutto vogliono dire Vasilje Micic. E chi è, direte voi? E' un ragazzo slavo al terzo anno, draftato da Miami nella stagione successiva alle Finals perse e del three peat mancato (proprio come nella realtà...). Marcito in panchina per due lunghissime stagioni, alla sua prima partita nello starting five stampa 32 punti con 13-16 dal campo. E soprattutto stampa la tripla che regala il +1 a Miami a 10 secondi dalla fine. Un inizio peggiore non ci poteva essere, ma noi a perdere subito non ci stiamo, e quando non ci stiamo non sentiamo ragioni. Butler ci regala l'ennesima gioia con il game winner dal gomito che ci consente di iniziare la stagione con una vittoria. Una? Ma nemmeno per sogno!
In estate qualcuno disse, giustamente visto i risultati ottenuti, che ci sarebbero mancate le motivazioni, ma noi lo sbugiardiamo subito con il clamoroso filotto che inanelliamo nel primo mese di Regular Season. Battiamo in serie i sempre pericolosi Warriors, dei rinnovati Hawks che schierano un quintetto da paura con Jennings, Ellis, Wiggins, il sophomore Coleman e Horford, espugniamo lo United Center di un Rose sempre piu' da solo sull'isola (28 punti, ma unico in doppia cifra) e chiudiamo novembre regolando i Clippers in casa. Five on Five e primo posto della Western Conference già raggiunto, per di più in solitaria. Beh, per tener fede al mio istinto leopardiano, si spera solo che, posto che nelle passate stagioni abbiamo sempre iniziato la stagione in crescendo, quest'anno non finisca in calando...

Miami Heat @ Memphis Grizzlies 98-99 (Micic 32 | Butler 25)
Golden State Warriors @ Memphis Grizzlies 94-100 (Curry 21, 10 assist | Conley 26, 10 assist)
Atlanta Hawks @ Memphis Grizzlies 85-96 (Ellis 24 | Conley 22)
Memphis Grizzlies @ Chicago Bulls 97-91 (Conley 17, 10 assist | Rose 28)
Los Angeles Clippers @ Memphis Grizzlies 87-94 (Paul 28 | Conley 27)

martedì 24 giugno 2014

Ripartiamo

Three peat. Lakers '52-'54 e '00-'02, Bulls '91-'93 e '96-98', ma soprattutto i Celtics che...no, loro di titoli ne hanno vinti otto in fila. Record che sarà impossibile da battere probabilmente per tutta la storia dell'NBA, con la piu' classica delle motivazioni: erano altri tempi. Ma noi quei Bulls e quei Lakers li vogliamo raggiungere. Due franchigie big market, a cui ricchi portafogli sono collegati praticamente dalla loro nascita. Noi, invece, questi due titoli li abbiamo raggiunti con programmazione e quell'occhio alle spese tipico dei self-made managers di cui la capitale del Tennessee strabocca. E con lo stesso metodo vogliamo raggiungere quel terzo che ci renderebbe definitivamente una dinastia. Perchè provare a cambiare un ingrediente se il piatto è buono? Nessuno lo saprebbe dire, e infatti nemmeno noi cambiamo ingrediente alcuno. Ne aggiungiamo solamente. Arriva, dalla free agency, il centro JJ Hickson, giocatore che potrà dire la sua sotto canestro e a rimbalzo e rinforzare un reparto lunghi a tratti deficitario nella stagione scorsa.. Arrivano, dal draft, un ala piccola (Basturk) e un playmaker (Johnny Norris), ma soprattutto arriva dal draft un'inaspettata steal. Con la scelta numero tredici ottenuta dai Jazz nell'affare Gasol, selezioniamo la giovane guarda Luther Powers, 22 anni e 71 di overall, giocatore molto simile, se devo fare un paragone con qualche "conosciuto", a Monta Ellis,  con ottime doti offensive sia nel piazzato che nell'andare al ferro e, d'altra parte tutto non si può avere, telepass clamoroso in difesa. Ma ci serviva, perchè dietro Jimmy Butler né un Allen invecchiato e all'ultimo anno di contratto né Jamaal Franklin potevano darci le sufficienti garanzie. La squadra resta pressochè la solita, le ambizioni pure. Ma nei giornali locali l'interrogativo è solo uno: coach Gensi ha ancora voglia di restare alla luce dei riflettori di Memphis? La pressione è tanta e le offerte delle altre squadre cominciano ad arrivare sul tavolo...

sabato 21 giugno 2014

Let's go party hard!


Questo non è stato un anno di grazia. Nella stagione precedente noi, Memphis, i ragazzi, avevamo vissuto insieme un cammino terminato con il coronamento, a sorpresa, del grande sogno. Quest'anno non è stato assolutamente così. Gli stravolgimenti, necessari per mantenere la continuità, ci hanno portato a faticare nella prima parte di regular season, a doverci affidare a prestazioni super dei singoli per farci strada in regular season. Difficoltà che sembravano superate con il finale di stagione e lo sweep al primo turno contro i Nuggets. Niente di piu' sbagliato. Due volte su due sotto 3-1 nelle successive serie, due volte su due legati ai binari con il treno in arrivo. Due volte su due siamo riusciti a tagliare la corda, mostrando carattere, abnegazione, mostrando al mondo il concetto secondo il quale non è finita finchè non è finita, anche se siamo ormai all'ultimo secondo prima di essere inghiottiti nel vuoto. Due miracoli che ci portano dritti dritti alle seconde finals consecutive, contro un avversario a sorpresa. I Magic, sognatori come lo eravamo noi l'anno scorso, emersi da metà classifica e protagonisti di un clamoroso cammino quando le partite hanno cominciato a contare davvero. Ma niente, il Davide contro Golia per una volta premia i giganti. E i giganti siamo noi. Inutile dilungarsi in cronache boriose, siamo nuovamente campioni, con un secco 4-0 senza storia, portato da 4 partite in cui non abbiamo mai vinto con un margine inferiore ai 15 punti (gara 4). Conley ancora MVP delle finali, noi definitivamente sull'Olimpo. Olimpo a cui siamo arrivati partendo dal nulla, da una squadra a fine ciclo, che sembrava aspettasse solo la rifondazjone. E invece, prima della rifondazione, è arrivato il primo titolo. Ora, a squadra ormai ricostruita, il secondo. Beh, ragazzi, devo dirvi una cosa. Io credo che nella vita si debba sempre puntare a raggiungere un obiettivo. E, per quanto possa farci soffrire o essere duro, la fase piu' bella sono proprio i tentativi adoperati per raggiungerlo. Quando si è completamente soddisfatti della propria vita, ecco, è in quel momento che dobbiamo cercare nuovi stimoli. Sedersi su quello che si ha ti fa inizialmente felice, poi rischia di farti cadere nel limbo di chi ha tutto e si rende conto di non avere, in realtà, niente. E in questo momento coach Gensi ha tutto. Ma la voglia di porsi nuovi limiti è sempre piu' forte...

martedì 17 giugno 2014

Al sole della Florida

Al sole della Florida ci sono tante di quelle cose che, a raccontarle tutte, ci metteremmo piu' di qualche giorno. Belle ragazze, bel mare, un gran sole, tentazioni a non finire. Sale giochi, casinò, feste, eventi mondani, i VIP dell'America e non che si riuniscono sotto le palme a godersi il meritato relax. E poi, sotto il sole della Florida, ci sono due franchigie. I Miami Heat, belli e dannati, con le loro stelle che per due anni consecutivi hanno vinto il titolo NBA prima che il duopolio Thunder-Grizzlies spostasse le sorti della lega a ovest, e gli Orlando Magic, squadra molto meno band-wagoned e sicuramente molto meno forte dal punto di vista tecnico. Ma, ormai l'abbiamo imparato, il tasso tecnico non è niente senza il controllo mentale. Ed è proprio la franchigia della mitica Orange County ad abbattere, nel piu' classico dei confronti, i Miami Heat e a presentarsi da sorpresa assoluta alle finali NBA. La piu' bella delle favole, il lillipuziano che batte il gigante e si trova a un passo da quell'orizzonte che sembrava non potersi avvicinare mai. Ma non tutte le favole hanno un lieto fine. Lo hanno tutte quelle che si raccontano ai bambini, ma noi bambini non siamo piu', e a "The City Beatiful" i tifosi "magici" devono arrendersi all'amara verità. Si torna in Tennessee sul 2-0 Grizzlies.

lunedì 16 giugno 2014

in riferimento a quanto accaduto sull'altro lido...

Ora onestamente che chiudano tutto perche si parla di basket quando negli altri thread parlano del cavolo che gli pare mi fa infuriare...non so se qualcuno di voi bazzica ancora li ma ho una gran voglia di cancellare tutto e chi vuole scaricar la roba vada su nlsc....baaaah...

sabato 14 giugno 2014

L'inerzia di una serie




Un fischio la può cambiare una partita, eccome. Può anche deciderla. E' il caso di gara 7 delle West Finals NBA. Una partita giocata al sangue da tutte e due le squadre, una sfida non a chi è piu' forte, ma a chi sa gestire meglio la pressione. E chi non l'ha saputa gestire è Serge Ibaka, leader difensivo e silenzioso di una squadra che, a fine terzo quarto, era vicinissima al bersaglio grosso delle finals NBA. Poi, appunto, il maledetto fischio. Sesto fallo, il congolese esce. Chi entra finalmente in partita è Paul Millsap. Dieci punti consecutivi dieci, in faccia al luogotenente Perry Jones III schiaffato lì, nel momento decisivo, a farsi irridere dalla piu' grossa delusione della stagione Grizzlies, uno che potrebbe spaccare il mondo e che, quando regala queste delizie tecniche, è nettamente uno dei 3 power forward migliori dell'NBA. Ma non è il momento di parlare di lui, è il momento di parlare di noi. I Thunder non si riprenderanno piu' dalla botta, buttando via una serie che a 2.9 secondi dalla fine di gara 6 sembrava loro. Che sembrava loro alla sirena di gara 4. Che è sembrata loro per gran parte delle 7 partite di cui si è composta, ma che alla fine gli è scivolata lentamente  di mano. Per passare nelle nostre, criticati, abbattuti, demoralizzati. Ma mai domi. E ora è arrivato il momento della grande occasione, quella di ripetere quello che già abbiamo fatto l'anno scorso. L'ultimo
ostacolo da superare è insidioso, perchè non lo conosciamo abbastanza. La maledizione dei Miami Heat continua, il big three cede in casa gara 7 agli Orlando Magic, che dall'oblio si trovano catapultati in finale NBA. Victor Oladipo, Arron Afflalo, Maurice Harkless, Tobias Harris, questi i nomi caldi. Nomi che non diranno niente, ma contro una squadra simile (i 76ers dell'anno scorso) i miei Suns si fecero beffare proprio in finale NBA. L'ho permesso una volta, non voglio che succeda di nuovo. Ci sentiamo pronti a raggiungere di nuovo questo grande obiettivo. Mancano solo 4 vittorie per farlo.

giovedì 12 giugno 2014

2.9




Ci hanno tenuto sulle spine per tutta la partita, prima che Jeremy Lamb con una tripla e un 2+1 portasse i suoi Thunder al +6 (100-94) con soli due minuti da giocare, guardandoci sornione come a dire "è finita". La carta della disperazione, nel nostro penultimo timeout, è Dante Exum. E lui, in quella che potrebbe essere la sua ultima partita in questa maglia, tira fuori il meglio per coloro che lo hanno portato sul grande palcoscenico. Fallo e canestro, rubata e schiacciata in contropiede. Un minuto dalla fine, +1 Thunder palla in mano. Ci è voluto così poco per allontanare il silenzio, adesso ci credono tutti. Ci credono tutti anche quando Westbrook segna, +3 ospite con 40 secondi da giocare. Palla a Conley, pick & roll con Millsap, esce dai blocchi il Gallo. Mike ci vede lungo e scaglia un proiettile nella sua direzione. Proiettile che diventa una delicata rosa quando la retina si agita, 30 secondi dalla fine, un'arena che esplode, il canestro del 105-105. L'inerzia che sembra tornare dalla nostra, ma la palla in mano a LORO, si sentono scandire solo 3 sillabe: DE-FE-NSE. Si prende la responsabilità Westbrook, Conley su di lui con gli occhi di chi non gli vuole lasciare nemmeno un centimetro, five to shoot, Russell penetra ma Mike non cede, sembra che la palla stia per arrivare nelle nostre mani quando lo #0 dei Thunder vola in cielo e schiaccia in faccia a Conley per il +2. Il silenzio torna nuovamente a scendere rapido come la nebbia. Mai come stavolta ci siamo sentiti così vicini alla sconfitta. Mai come stavolta lo siamo stati. 2.9 da giocare, la flebile possibilità di mandare ai supplementari la partita. Ma già dal timeout si capisce che comunque vada, siamo sconfitti. Troppo, troppo stanchi per reggere altri 5 minuti di partita. Siamo alle corde. E allora ci giochiamo tutto, rischiando di tornare col niente in mano. Millsap palla in mano per rimettere, l'arbitro fischia, Hawes porta il blocco da cui esce colui che solo pochi secondi prima, con le istant photos scattate del suo poster subito da Westbrook, sarebbe potuto essere il simbolo della nostra eliminazione. Conley riceve e spara lì, dai suoi amici 7,25m, quelli da cui ha punito 13 volte nella gara dei 54 punti, quella del record NBA infranto. Gara 7.



martedì 10 giugno 2014

We are alive



D'orgoglio. L'unico modo per spiegare ciò che facciamo in gara 5 è la parola orgoglio. I campioni in carica non possono uscire 4-1 da una serie, come già detto una figuraccia come quella dei Mavs2012 non la volevamo fare. Forse meno forti come collettivo, ma di sicuro coriacei come la squadra che l'anno scorso ha vinto e che porta l'anello al dito. I Thunder ci sottovalutano, prendono la partita con troppa sufficienza e, a parte il Dynamic Duo, entrano sul parquet distratti e svogliati. Noi ne approfittiamo, piazzando tra il secondo e il terzo quarto il break che ci fa prendere definitivamente il volo. Nell'ultimo periodo KD e Russ riposano, pronti per abbatterci definitivamente in gara 6, in un parquet amico in cui però in questa serie non siamo ancora riusciti a vincere. Loro, invece, ci entreranno con la consapevolezza che un'eventuale gara 7 si giocherebbe comunque alla Chesapeake Arena. Ma, l'avrete capito, finchè la loro casella non dice "4" noi ci sentiamo in corsa.

domenica 8 giugno 2014

Dramatic






Clamoroso. Come se stessimo camminando sulla Grande Muraglia Cinese e questa franasse sotto i nostri piedi. Le  certezze che avevamo se ne vanno nel giro di due gare. Il ritmo della serie cambia a Memphis, e cambiano anche i risultati. I Thunder ci freddano due volte su due, con pochi, mirati colpi al nostro cuore e alle nostre ambizioni. Due partite speculari, vissute sul filo dell'equilibrio e risolte da una zampata degli ospiti nel finale. Due partite in cui ci sentivamo relativamente in controllo, prima di accorgersi canestro dopo canestro che il filo visivo dell'obiettivo da raggiungere stava lentamente scomparendo all'orizzonte. Tra  noi e loro era sempre stata una rivalità tra stili di gioco diversi, le fortissime individualità di OKC contro il nostro pragmatismo. Ora, con l'acquisto di Beverley e lo spostamento di Westbrook a shooting guard, hanno forse trovato il quadrato sia a livello difensivo che a livello di fluidità di gioco. Sono diventati squadra, e se una franchigia con quella tecnica individuale riesce a giocare di squadra non ce n'è davvero per nessuno. Neanche per noi. Gara 5 in Oklahoma sembra solo la celebrazione del nostro funerale, e la possibilità, per i Thunder, di giocarsi il titolo in un remake del 2012 contro i Miami Heat che sono sul 3-2 contro la sorpresa Orlando Magic. E' fatta per entrambe le franchigie. O no?

giovedì 5 giugno 2014

Battling in OKC






Strane, stranissime. Le prime due partite delle Western Conference Finals tradiscono ogni aspettativa. Ci si aspetta due match aperti, vivaci, e invece tra Grizzlies e Thunder regnano paura e difesa. Ci dividiamo la posta, perdendo gara 1 con un Ibaka sugli scudi e vincendo gara 2 ribaltando, almeno momentaneamente, il fattore campo. Ma ciò che colpisce di piu' sono i punteggi: 93-79 gara 1, 85-80 gara 2. Abbiamo evidenti limiti offensivi, faticando abbastanza a costruire tiri decenti, e solo la confusione dei Thunder (si sente che hanno cambiato il quintetto....) ci ha permesso di portarne via una. Oklahoma gioca con un quintetto di lusso: Beverley, Westbrook, Durant, Ibaka e il cresciutissimo Adams. Dalla panca Jackson, Beaubois, Lamb, Perry Jones e il rookie Dekker. Ma se ne abbiamo portata a casa una, è perchè loro non hanno sentito l'odore del nostro sangue. In certi momenti siamo stati vulnerabilissimi,  mostrando i limiti della serie vinta a bruciapelo con i Rockets in maniera forse ancora piu' marcata. Loro non sono riusciti ad approfittarne, ma il mio timore è che a differenza nostra loro sembrano sempre sul punto di esplodere, di farci mangiare la polvere. E ciò diventa un problema in vista delle due gare al FedEx Forum. Due gare che valgono la stagione. Abbiamo MOLTA piu' paura dell'anno scorso, e questo è un male. Perchè quest'anno abbiamo l'anello al dito, l'anno scorso non eravamo niente. Non so se è solo la pressione, ma siamo consapevoli che, dovessimo perderne anche solo una in casa, sarebbe durissima ribaltare nuovamente i pronostici. Al momento siamo in vantaggio, siamo favoriti ma....occhio!!

martedì 3 giugno 2014

Win or go home



It's over. IT'S OVER!! West Finals again!! A questa gara 7 ci eravamo arrivati ai limiti del terrorizzato, messi in ginocchio da dei Rockets che davvero non ci aspettavamo. Ma quando ogni canestro conta davvero tanto, Harden & Co si spengono mentre noi teniamo in controllo la situazione e riduciamo in gelatina i Texani. L'errore dei Rockets? Troppe responsabilità a un Isaac Canaan in netta parabola discendente dopo gli exploit di gara 1 e gara 2. L'1-15 dal campo del giocatore al terzo anno è l'ago della bilancia della serie, il contributo della nostra panchina (Franklin e Davis 22 punti in 2 con 9/10 dal campo) il pesetto ulteriore che sbilancia il computo di queste West Semis verso di noi. Non c'è assolutamente partita e i brutti sogni vissuti in queste 6 partite sembrano volare via lontano dalle nostre meningi. Ma solo per farne posto ad altri. Le West Finals ci vedono contrapposti a dei Thunder che vogliono vendicare assolutamente lo smacco dell'anno scorso, con un KD da 40 punti di media nella serie vinta 4-2 contro i Pelicans. Il vantaggio del fattore campo dalla loro, attacco contro difesa. L'attacco vende i biglietti, la difesa vince le partite. Di biglietti venduti siamo sicuri che ce ne saranno tantissimi sia a Oklahoma che a Memphis, di partite vinte per noi non sono sicuro quante ce ne saranno. Ma puntiamo quel 4 come se fosse l'ultimo obiettivo da raggiungere nella vita. Altrimenti, entreremmo in una situazione paradossale. Un ciclo in realtà mai aperto che rischia di chiudersi prematuramente. Vogliamo fare la figura dei Mavs 2012 o quella degli Heat 2013? Sta solo a noi dirlo.

domenica 1 giugno 2014

Una per uno non fa male a nessuno




Ce la siamo nuovamente vista brutta. Abbiamo rischiato di salutare in anticipo la stagione, e invece ci giochiamo tutto nel tie-breaking game del FedEx Forum. Vinciamo sì gara 5, ma tremiamo per tutto il quarto quarto giocato punto a punto, in un atmosfera surreale ove l'unico rumore che si sentiva era il pallone che sbatteva sul parquet. Ma ne usciamo provati, troppo. I Rockets sentono nuovamente l'odore del sangue e ci azzannano ferocemente nella loro ultima possibilità, gara 6 al Toyota Center. Ci massacrano come non ci succedeva dalla prima stagione, quando prendevamo scoppole clamorose da chiunque. Per la prima volta ci sentiamo totalmente fuori dalla gara, fuori dai giochi, fuori da tutto. Ci prendiamo 20 punti senza fiatare, con un Harden rifinitore ed ispiratore. Usciamo a testa bassa, senza nascondere il timore di perdere dinanzi al nostro pubblico. Ma con la sensazione di essere riusciti a tirare un po' il fiato, sicuramente più di loro che hanno giocato con i titolari fino alla fine. Chi perde la prossima, esce. Non se lo meriterebbero, e credo che non ce lo meriteremmo nemmeno noi. Non mi sento però scaramantico e voglio dire che partiamo fortemente favoriti.

giovedì 29 maggio 2014

Con il cuore in gola


Abbiamo avuto il bisogno di sentirci, dopo un anno e mezzo, con le spalle al muro per darci una scossa. Era chiaro che lo 0-2 casalingo non era frutto della nostra inferiorità tecnica, ma di una concentrazione indebitamente persa dopo la serie vittoriosa con Denver. Forse le parti si invertono al Toyota Center, perchè i Rockets sentono la serie già in tasca e cedono per due volte, consentendoci di riportare tutto sul 2-2. Ma non sono rose e fiori per noi, anzi. Gara 3 è durissima e lo spettro dell'eliminazione ha aleggiato quando ci siamo ritrovati a 35 secondi dalla fine con un misero punto di vantaggio e la palla nelle nostre mani. Ma la provvidenza ha preso il nome di Danilo Gallinari, che con una tripla piedi per terra ci ha portato a quei due possessi di vantaggio che ci hanno fatto tirare un parziale sospiro di sollievo. Gara 4 invece è nostra dall'inizio alla fine, limitiamo Harden, tornato l'uomo piu' pericoloso dei Rockets, a soli 4-16 dal campo con una prestazione difensiva maestosa del binomio Allen - Butler e siccome per Canaan il tempo delle mele è finito per i Rockets non c'è niente da fare. L'abbiamo scampata bella, bellissima, ma ora non dobbiamo mollare. Si torna a Memphis, ove in questa serie ancora non abbiamo vinto. E se non vinciamo nemmeno tra due giorni, rischiamo di inciampare nuovamente nella fossa.

martedì 27 maggio 2014

H-Town in "Bluff City"

Un bravo allenatore è bravo a riconoscere i problemi di una squadra anche quando la squadra vince. Un bravissimo allenatore è bravo a correggere in corsa i difetti di una squadra i cui giocatori si sentono vincenti. Ed è forse lo step che mi manca, per questo mi assumo tutte le responsabilità di quella che potrebbe essere la fine di un sogno diventato, per praticamente due stagioni, realtà. I Rockets ci schiantano due volte a casa nostra, al FedEx Forum, sorprendendoci in gara 1 e tagliandoci le gambe fin da metà gara 2. E sembra impossibile, ora, pensare a un nostro passaggio del turno. Ottimo Harden, ottimo Howard, ottimo Parsons, ci aspettavamo anche grandi prove di Covington che ci sono state ma la sorpresa che ci hanno preparato i Rockets è Isaac Canaan, a noi conosciuto come riserva di Beverley e giocatore dalle doti assolutamente non eccelse. E probabilmente lo conoscevamo male. Il piccolo playmaker ce ne mette 35 in gara 1 e 35 in gara 2, rendendosi sostanzialmente immarcabile e convincendo uno non proprio adito a dar fiducia alle soluzioni dei compagni come Harden a lasciargli sempre il pallone. 15-20 dal campo in gara 2, un treno in corsa che si abbatte su di noi fermi, immobili, legati sui binari. Binari da cui dobbiamo uscire subito se vogliamo conservare ancora quella flebile speranza di arrivare alle Finals per il secondo anno consecutivo. Ma un altro treno sta già sbucando dalla galleria del Toyota Center, e i nodi da sciogliere per liberarci prima del suo arrivo sembrano veramente troppi.



domenica 25 maggio 2014

Mission complete




L'atteso sweep ai Denver Nuggets è arrivato. Dovrei esserne soddisfatto, no? Beh, la risposta è no. Ragazzi, urlatemi dietro, ditemi che non sono mai contento ma...nonostante Denver non ne abbia vinta nemmeno una, se la serie fosse stata sul 2-2 non avremmo avuto niente da recriminare. E con questo atteggiamento, già i Rockets al secondo turno potrebbero essere un ostacolo molto piu' duro da superare di questi Nuggets che, comunque, sono una franchigia di livello assolutamente medio.. Se siamo al secondo turno, dobbiamo ringraziare uno che con il progetto ci ha già detto non ci vuole stare. Dante Exum se ne andrà, ma siamo consapevoli che sarà una grande perdita. Top scorer di gara 4, top scorer di una gara 3 vinta quando ormai eravamo disperatamente alle corde. Sotto di 5 a 1'20'' dalla fine, Exum viene buttato nella mischia al posto di Conley e segna 10 punti consecutivi tra cui il layup a 1 secondo dalla fine che gela il Pepsi Center. E non dobbiamo scordarci di Gallinari, che segna il canestro del pareggio due volte nel double overtime game al FedEx Forum in cui avevamo avuto l'impressione di aver già perso. Salvati dalle individualità, sì, ma ciò non vuol dire che i limiti non risultino evidenti. Se vogliamo dimostrare di aver ammortizzato il colpo del doppio addio di ZiBo e Marc, dobbiamo necessariamente cambiare marcia. Anche perchè le difficoltà peggiori sono lì, sotto il loro e il nostro canestro. (E salvo Spencer Hawes eh...)
Un secondo per parlavi dei clamorosi upset a est: Bulls e Pistons, terzi e secondi, escono rispettivamente contro Magic e Celtics mentre Miami se la vedrà con i Sixers nella parte alta del tabellone. Per conoscere l'altra finalista dell'ovest, lo scontro è tra Thunder e Pelicans.





giovedì 22 maggio 2014

Double Nickel




"Prestazioni così, avvengono una volta nella storia della franchigia". Frase ricorrente dopo i 52 punti di Mike Conley con record all-time di triple nel primo anno di questa avventura. E tutti devono ricredersi. Devono ricredersi per colpa di un ragazzo cresciuto nel lato oscuro del Texas, tra povertà e delinquenza. Un ragazzo con la fortuna di avere un talento innato per la palla a spicchi. Un ragazzo che, contro gli Wizards, entra "in the zone". Per Jimmy Butler è una vasca, nessuno riesce a credere a cosa faccia l'ex Bulls in un singolo tempo: 32 punti con una percentuale che si avvicina pericolosamente al 90% dal campo. Ed è solo l'inizio, l'inizio di uno stato di estasi che coinvolgerà la nostra guardia fino alla fine di una partita che ricorderemo per molto tempo. 66 punti, 23/37 dal campo, eguagliato il record di triple del compare Mike (13). Ma, anche in una serata da brividi come questa, c'è da rimproverarsi. Sì, perchè come spesso succede quando un giocatore è "in the zon"e, gli altri sono "in the hole". E vinciamo solo per una tripla sulla sirena del Gallo una partita in cui avremmo dovuto essere sul +20. E come detto mille volte, preferisco 7 giocatori in doppia cifra che uno da 70 punti. Perchè è giocando di squadra che si vincono gli anelli. Ed è giocando di squadra che strapazziamo a casa loro dei Rockets che, va detto, nonostante l'ottimo record sono nettamente peggiorati rispetto alla stagione precedente. L'ultima partita con gli Spurs, peggior squadra della lega probabilmente, è una formalità che sbrighiamo in fretta e con gli occhi già a dei playoff che ci vedono partire dal secondo seed con un record di 22W7L, dietro solo ai Thunder portatori di uno strepitoso ruolino da 23 vittorie. L'MVP è ovviamente KD, ma arriva un premio che ci fa capire quanto stiamo rischiando di perdere. Dante Exum è il sesto uomo dell'anno con 15,2PPG in uscita dalla panchina, e se non dovesse cambiare idea, il suo addio, quando avverrà, sarà amaro, molto amaro...
Il primo turno ci da in pasto i Denver Nuggets. Sì, in pasto, perchè qualsiasi risultato inferiore allo sweep sarà considerato un campanello d'allarme.
Wizards @ Grizzlies 104-107 (Beal 27 / Butler 66)
Grizzlies @ Rockets 108-99 (Butler 23 / Harden 25)
Grizzlies @ Spurs 115-103 (Conley 24 / Parker 26)

1.Oklahoma City Thunder 23-6
2.Memphis Grizzlies 22-7
3.Houston Rockets 21-8
4.New Orleans Pelicans 20-9
5.Golden State Warriors 18-11
6.Sacramento Kings 18-11
7.Denver Nuggets 18-11
8.Portland Trail Blazers 17-12

1.Miami Heat 21-8
2.Detroit Pistons 16-13
3.Chicago Bulls 15-14
4.Atlanta Hawks 14-15
5.Philadelfia 76ers 14-15
6.Orlando Magic 13-16
7.Boston Celtics 13-16
8.Charlotte Bobcats 13-16

martedì 20 maggio 2014

Appunti al volo prima del rush finale

Ce l'avevamo fatta. Ecco, avevamo è il tempo verbale giusto. Due facili vittorie casalinghe con i Jazz e con i Knicks in rebuilding ci avevano proiettato al primo posto della Western Conference con una partita di vantaggio sui Thunder secondi. Ma dobbiamo continuare a utilizzare il passato, perchè una brutta sconfitta patita in Oregon contro i Blazers e il susseguente mese senza partite per noi ci proiettano in tutt'altro scenario. Da leaders detentori del miglior record della lega, scivoliamo in quarta posizione con sole 3 partite da giocare, addirittura a 2 partite dai Thunder (22-6, noi 19-7) e mezza da Pelicans e Rockets, che ci scavalcano anche in Division. Adesso ultimo incontro di regular season al Forum contro gli Wizards, poi due trasferte terribili in Texas: Spurs e Rockets. Dobbiamo vincerle tutte e 3 per sperare di arrivare almeno secondi. E potrebbe non bastare...

Jazz @ Grizzlies 101-117 (Clark 17 / Conley 25)
Knicks @ Grizzlies 94-116 (Shumpert 19 / Conley 21+11a)
Grizzlies @ TrailBlazers 91-103 (Gallinari 12 / McCollum 22)

domenica 18 maggio 2014

A Memphis non va tutto bene

Tre su tre. Battiamo Suns, Nuggets e Raptors (non senza difficoltà) e agganciamo i Pelicans al primo posto nella nostra division. Ma è proprio da queste vittorie che dobbiamo estricare i problemi che ci stanno attanagliando. Sì, perchè nonostante gli ottimi risultati un buon coach deve accorgersi che siamo in difficoltà. E i problemi sono ben noti: il primo è che, seppur Spencer Hawes stia facendo un discreto lavoro come sostituto di Gasol, Millsap non riesce proprio a calarsi nel ruolo di nuovo Z-Bo. Ottime doti tecniche, ma pochissima aggressività e scarsa tenuta fisica nonostante gli anni di vantaggio sul suo predecessore. Cose che lo portano a iniziare bene ma poi sparire nei momenti decisivi. E non è tutto. Nello spogliatoio il malumore sta serpeggiando, soprattutto tra chi l'anno scorso era titolare e chi aspira a diventarlo. Parlo di Tony Allen e Dante Exum, scontenti dei loro (moltissimi) minuti. E se per Tony il contratto pluriennale mi permetterà di chiarire e farlo stare tranquillo, per Exum sembra che non ci sia niente da fare. Non riusciremo a trattenerlo e, considerati i suoi 16,1 punti in uscita dalla panchina, non è che sia proprio una perdita da niente...Da segnalare una menzione per Conley e Butler, che vengono convocati alla gara delle stelle (che oltretutto vinceranno): se per Mike è la terza volta, Jimmy accarezza per la prima volta un tale palcoscenico. E speriamo non si monti la testa...

Suns @ Grizzlies 96-102 (Bledsoe 23 / Conley 19+10a)
Nuggets @ Grizzlies 84-97 (Faried 20+17r / Conley 24)
Grizzlies @ Raptors 105-100 (Conley 30 / Valanciunas 17+12r).

venerdì 16 maggio 2014

Tra parquet e ufficio

Niente, non ce la facciamo. Il primo posto della Western Conference rimane ancora a mezza partita anche dopo i 4 match di febbraio, ed è una mezza partita pesante per due motivi: per primo, il fatto che sia la mezza partita lasciata per strada contro dei Pacers allo sbando in cui il solo George è rimasto a tenere in piedi una baracca che a sorpresa non è mai riuscita ad arrivare ai playoff in questo 2kmondo, ma che contro di noi sfodera sempre grandi prestazioni. Il secondo è che in quella mezza partita vi sono racchiuse cinque squadre, e noi virtualmente adesso ce la vedremmo con i Thunder al primo turno di playoff. Non proprio l'esordio in post season che vorremmo, memori di quanto accaduto nella prima 2k-season.
Ma ci sono due buone notizie, una svolta che serviva a dare continuità al percorso di crescita della franchigia: Conley e Gallo rinnovano rispettivamente per 5 e 4 anni, rimanendo praticamente a vita ai Grizzlies se la dirigenza lo vorrà. Un passo importante, che ci aiuta a dare stabilità allo spogliatoio e ci concede la garanzia di avere un nucleo su cui costruire un roster che possa essere competitivo negli anni a venire. Chissà, forse anche quando io appenderò la giacca societaria al chiodo...

Cavaliers @ Grizzlies 87-111 (Thompson 16 / Butler 27)
Pistons @ Grizzlies 90-94 (Jennings 22+11a / Butler 24)
Grizzlies @ Pacers 109-113 (Conley 24 / Hibbert 25)
Grizzlies @ Mavericks 108-96 (Exum 27 / Ellis 32)

mercoledì 14 maggio 2014

Il ritorno da avversario di Z-Bo

L'incontro che tutti aspettavano è arrivato. ZBo torna al FedEx Forum tra gli applausi e il rimpianto di chi non l'avrebbe mai voluto vedere andare via dal Tennessee. Gli consegno personalmente l'anello che non ha ritirato ancora, è commosso e mi ringrazia per averlo portato finalmente al titolo NBA. Ma è pur sempre una persona che ci ha tradito, seppur con coraggio abbandonando il carro dei vincitori. E per i traditori c'è solo la sconfitta, quella che rifiliamo senza sé e senza ma a dei Bulls che ancora non si sono ripresi dal tracollo delle finali. Una vittoria di onore, che ci fa credere di essere i più forti, convinzione rafforzata dopo il ventello che rifiliamo agli arrembanti Sixers. Ma in realtà non è così. La W a sacramento, conquistata solo a 2 secondi dalla fine con una grande giocata di Millsap, è in realtà il primo scricchiolio del castello che ci eravamo costruiti in questo mese di vittorie. Castello che crolla come un delinquentello del Bronx al primo interrogatorio della sua vita, quando allo Staples Center i Lakers di Bryant, Anthony, Deng, Gasol, Stoudemire e soprattutto Marcus Smart ci umiliano con il sophomore che a 32 punti ci aggiunge in faccia anche 10 assist. E' bene perdere ogni tanto, perchè ti consente di analizzare con piu' lucidità gli errori evitando di sottovalutarli. Ma se questi Lakers arrivassero ai playoff, io ne avrei veramente paura....

Bulls @ Grizzlies 94-109 (Rose 28 / Conley 29)
76ers @ Grizzlies 80-103 (Turner 15 / Conley 15+11a)
Grizzlies @ Kings 102-100 (Conley 18+16a, Butler 29 / Gay 29, McLemore 20)
Grizzlies @ Lakers 107-120 (Conley 23+10a, Butler 25 / Smart 32+10a, Anthony 20)

lunedì 12 maggio 2014

Contro tutti. Anche contro la lega.

La lega non ci ama. Silver è contro di noi, una squadra come Memphis campione in carica abbassa di molto l'appeal della lega. Non sono teorie complottiste, ma la pura verità considerata la situazione in cui ci troviamo in una stagione da 29 partite. 6 gare in 9 giorni, tre back to back intervallati da un solo giorno di riposo, roba da spezzare le gambe a qualunque professionista. Il modo perfetto per metterci silenziosamente in difficoltà. E noi non ci stiamo, assolutamente. Ma non protestiamo a voce, protestiamo in campo. E protestiamo facendo lo sgambetto peggiore alla Lega, imponendosi in cinque delle sei partite in calendario e devastando a casa loro degli Heat che, con il nuovo allenatore, sono in grossissima difficoltà. Non senza spendere energie, intendiamoci. Con i Bucks quasi ci suicidiamo in un ultimo quarto in apnea, con Boston riusciamo a forzare l'overtime solo con una tripla di Conley sulla sirena per poi vincere nei cinque minuti aggiuntivi. Con gli Hawks di Andrew Wiggins cediamo malamente non riuscendo a fare 6-0. Ma il segnale lo diamo, forte e chiaro: noi ci siamo anche quest'anno, bastoni fra le ruote o meno. Ci possono piegare, ma non spezzare. E quando, il prossimo 15 dicembre, arriveranno al Forum i Bulls di Rose e del grandissimo e rimpianto ex Randolph, siamo sicuri che l'atmosfera sarà tutt'altro che piacevole.

Nets @ Grizzlies 95-110 (Johnson 18 / Conley 16)
Grizzlies @ Heat 118-73 (Gallinari 31 / Wade 15)
Celtics @ Grizzlies 114-117 d.t.s. (Bayless 29 / Conley 27+10a)
Grizzlies @ Magic 103-86 (Exum 21 / Harris 18)
Grizzlies @ Hawks 93-97 (Butler 24 / Wiggins 31)
Bucks @ Grizzlies 90-94 (Sanders 27+18r / Conley 24)

sabato 10 maggio 2014

Critiche giuste?

Piovono, piovono dopo il nostro mercato. I maggiori 2k coach crocifiggono i Grizzlies dopo le azioni che hanno portato all'addio di Randolph e Gasol in conseguenza del titolo vinto, a detta di molti, miracolosamente. Noi ce ne freghiamo e camminiamo a testa alta, ma dopo 6 partite l'unica cosa che posso fare è vedere gli altri sghignazzare mentre noi perdiamo le partite.
Va tutto alla perfezione, situazioni di gioco, divisione dei tiri, intensità difensiva.. Eppure il motore non gira,  3 vittorie e 3 sconfitte nel primo mese di regular season, clamorosamente fuori dai primi 8. E non perchè siamo scarsi, anzi. Perchè siamo superbi. Pensiamo che essendo i campioni dobbiamo essere noi a fare la partita, mentre quello di cui abbiamo bisogno è proprio un bagno di umiltà. A maggior ragione se, come mi sto convincendo anch'io, siamo meno forti dell'anno precedente, e questo anche per colpa mia. Ma gli infamanti titoli dei quotidiani che faccio leggere ai giocatori possono e devono aiutarci, devono darci la scossa di cui abbiamo bisogno. Il re-peat è sempre duro, soprattutto se molte squadre della tua Conference si sono rinforzate (Rondo ai Nuggets, Melo ai Lakers), ma le 29 partite che ci separano dai playoffs non vanno sottovalutate assolutamente. E invece è quello che stiamo, con infamia, facendo. Serve una scossa subito, oppure qui in Tennessee la gloria lascerà presto spazio all'amarezza...
Bobcats @ Grizzlies 79-89 (Kidd Gilchrist 22 / Butler 21)
Grizzlies @ Pelicans 92-94 (Butler 25, Evans 19)
Grizzlies @ Thunder 116 - 108 d.t.s. (Conley 18+15a+7rub / Durant 24+12r)
Grizzlies @ Clippers 125-129 d.t.s. (Conley 21+15a / Paul 31+13a)
Grizzlies @ Timberwolves 109-103 (Butler 28 / Martin 25)
Warriors @ Grizzlies 123-122 (Curry 35+10a / Butler 32)

giovedì 8 maggio 2014

I nuovi Grizzlies

Con l'addio di Z-Bo e Marc, l'impressione, qui a GrizzCity, è che due degli elementi di maggior personalità della squadra se ne siano andati. Forse non piu' leaders a livello di parquet, ma vincenti a livello di impatto sul resto della squadra. Ma lasciate che vi presenti uno che invece, ai Grizzlies, si unisce. Uno che come Zibo non è che abbia avuto una vita facilissima: cresciuto in un quartiere povero di Houston, scaricato dalla madre a 13 anni e costretto a vivere la sua adolescenza senza sapere se la notte stessa avrebbe avuto un letto per dormire o meno. Una vita di sliding doors, dove questo ragazzo ha sempre scelto la strada giusta, nonostante la possibilità di avere scorciatoie o fare scelte sbagliate fosse sempre stata molto ma molto forte. Ricordiamoci, però, che per uno che ce la fa, in tanti nelle periferie americane cadono in quel limbo che li porta a non farsi mai un nome se non, purtroppo, quello sul cartellino quando finisci dietro le sbarre. Non è il caso suo, però, e questo ragazzo è la dimostrazione di come dallo schifo della vita se ne può uscire, eccome! Signori, vi presento un vero Grizzly, uno che, ne ho la certezza, non vi potrà non piacere. A Memphis arriva, l'avrete capito dai cenni su una storia certamente non banale, l'ex Bulls Jimmy Butler!
E non è certo finita qui. Un team che ha vinto il titolo e ha perso dei pezzi è una storia già vista, e i Mavs del 2012 umiliati dai Thunder con l'anello al dito al primo turno dei successivi playoff non sono un ricordo che vogliamo personalmente revocare. L'obiettivo è il re-peat, e per questo portiamo a Memphis il miglior 4 sul mercato. Uno che ha sempre avuto problemi di costanza, ma che in questi ultimi anni sta dimostrando di poter essere una solida base per una squadra che punta in alto garantendo forza sotto e una mano niente male dal perimetro. Non sarà Zach Randolph per personalità, carattere e esperienza ma è Paul Millsap e secondo noi ci basta. Sono le uniche due mosse in entrata del nostro mercato, che vede il taglio di Thanasis Antetokoumpo (per aumentare minuti a un Exum scontento di partire dalla panca ma secondo noi ancora NON PRONTO per la maglia da titolare) e la conferma di Conley, Pondexter, Allen, Hawes, Franklin ed Ed Davis. Siamo da titolo? Non lo so. Ma non lo eravamo neppure l'anno scorso...



Memphis Grizzlies 2015/2016

Playmaker: Mike Conley, Dante Exum
Guardia: Jimmy Butler, Tony Allen, Jamaal Franklin
Ala Piccola: Danilo Gallinari, Quincy Pondexter
Ala Grande: Paul Millsap, Ed Davis
Centro: Spencer Hawes, Karl Towns (R)

martedì 6 maggio 2014

La coppia di lunghi piu' forte dell'NBA

NBA it's business. E nel business, quando concludi un'affare, non ti crogioli pensando al risultato ottenuto, ma ne fiuti subito un altro. E per mantenere la continuità di questi Grizzlies dobbiamo muoverci fin dal draft 2015, il secondo della gestione Silver. Ma che dici coach? Abbiamo la trentesima scelta! Chi mai arriverà? Beh, vi faccio ricredere subito. Dopo una lunga trafila di potenziali star e prospetti gonfiati, con l'ultima scelta del primo giro scegliamo il centro di
Kentucky Karl Towns, uno che l'etica del lavoro sa bene cosa vuol dire, essendo nato da genitori dominicani ed essendo vissuto nelle difficoltà di essere l'ultima ruota del carro di un sistema sociale americano spesso ingiusto nei confronti dei piu' deboli.. Difficoltà che i novecentomila dollari del contratto da rookie potrebbero far svanire, ma voglio parlare di lui da un'altro punto di vista. Perchè il training camp non mente: il 213x110kg classe 1995 è un potenziale fenomeno. Che non vuol dire che adesso sia un fenomeno, ma tenendolo con noi negli anni potremmo avere per le mani un altro lungo dominante.
Range praticamente illimitato, discrete doti difensive, capacità di rimbalzo degne dei migliori centri NBA. Un diamante che se sgrezzato risplenderà ancora per tanto, tanto, tempo. Un colpo di fortuna, come quello di Dante Exum, come quello del Gallo. Forse un segno di un destino che deve cambiare, di una Memphis che deve passare oltre questo ciclo e rinnovare un team che, all'ultimissima opportunità, ha saputo esser vincente. E che ai Grizzlies serva, per il loro bene, il cambiamento lo
capisce anche uno che in questa franchigia ha svoltato la sua carriera dopo che i primi anni l'avevano visto, ingiustamente, all'ombra del fratello. Il colloquio con Gasol, che bussa al mio ufficio dopo essere rimasto sbalordito dal rookie in allenamento, è chiaro: lascio la squadra in cerca di nuovi stimoli ma non vi dimenticherò mai. Così sarà.
Strette di mano e abbracci, la promessa di rivederci, di ritrovarci lontano dal campo per parlare di altro oltre alla palla a spicchi, come si fa tra grandi persone. Marc Gasol va ai Jazz in cambio della prima scelta di un draft 2016 che sarà ancora un'incognita.
Ma oltre all'addio di Marc, uno che non ha mai detto una parola di troppo, che fin da quando viveva nell'ombra di un Pau che  dominava la lega ha sempre lavorato senza destabilizzare mai l'ambiente. Tutto il contrario del suo migliore complemento offensivo, uno che di alzare voce e soprattutto mani non ha mai avuto paura. Mai banale. Mai scontato. Mai prevedibile. Tre parole che si assomigliano, ma non bastano a descrivere Zach Randolph, per quanto ci vadano vicine. Un carattere non facile, quasi un mezzo delinquente, scelto nel 2001 da Portland e considerato fino al suo addio il leader di una squadra senza leader. Sì, perchè nonostante le ottime prestazioni, Portland non ha mai ingranato. Di lui dissero "non sarà mai un giocatore in grado di giocare i playoff da protagonista". Le parentesi a New York e Los Angeles sponda veliera sembravano confermarlo, ma quando la fortuna l'ha portato a Memphis ecco la svolta della carriera.
Prestazioni divine che portarono alla clamorosa eliminazione degli Spurs nel 2011, alla lotta furibonda contro i Thunder nel 2012, al 4-1 ancora contro i Thunder nel 2013, alla lotta sempre contro Durant e Soci nel 2014. Il titolo nel 2015.
Titolo per il quale, nonostante la sua fase calante fisicamente parlando, ha dato il massimo. E anche noi vogliamo ripagarlo col massimo, offrendogli un'estensione contrattuale da addirittura sette milioni l'anno. Zach sorride, si alza dalla sedia dell'ufficio, ci dice "per quale motivo non dovrei accettare?" promettendo che l'indomani sarebbe passato a mettere nero su bianco. Ma Zach è abituato alle promesse non mantenute, e il giorno dopo non sarà già più a Memphis, destinazione Chicago, la sua prossima squadra. Mai banale, mai scontato, mai prevedibile. Buona fortuna Zach, e speriamo
di incontrarci nuovamente alle Finals.

domenica 4 maggio 2014

Due anni in 48 minuti




Partimmo male. Malissimo. Un coach reduce da un'esperienza fallimentare a Dallas in una franchigia dal poco appeal tecnico e mediatico ed evidentemente alla fine del suo ciclo. Giocatori che, eccetto Tony Allen (e non certo da protagonista) e i due mestieranti della prima stagione Prince e Miller non avevano mai vinto niente. Si erano sempre fermati sul piu' bello. E anche la stagione scorsa fu così, bloccati non senza qualche rammarico da OKC al primo turno dei playoff raggiunti con una striscia di vittorie da squadra vera. Poi l'off-season, caratterizzata da un lampo (l'acquisizione di Dante Exum, vera steal of the draft, sesto tra i rookie per statistiche a fine stagione) e qualche ombra come i dubbi sugli acquisti di Crawford, Pietrus e Nick Young, giocatori forse non adatti ma uniche alternative dati i contrattoni della coppia di lunghi piu' forte dell'NBA (ma anche una delle piu' costose). Un inizio disastroso considerate le aspettative, poi la svolta. Via tutti i nuovi arrivi per un Gallo in ombra a Denver. Cosa è cambiato? E' cambiato tutto. E' iniziata una rincorsa che ci ha portati al terzo posto della Western Conference, a uno sweep mancato solo per un buzzer beater di Lawson al primo turno di playoff proprio contro i Nuggets, alla clamorosa eliminazione apportata a Oklahoma City alle semifinali di conference, a una finale dell'ovest che ci ha visto per la prima volta alzare il trofeo di campioni della Western Conference complice il supporting cast dei Rockets che non è riuscito ad essere all'altezza delle prestazioni della Barba piu' lunga (e forte) dell'NBA.
Le finali. Incredibile, le finali! Dio solo sa come, ci siamo arrivati. Contro i Bulls, la squadra di uno dei giocatori con piu' fame di riscatto dell'NBA: quell'#1 nato a Chicago e che Chicago ha scelto per tornare ai fasti dell'era di MJ23. Un gruppo coeso, unito e dalle ottime doti tecniche contro un gruppo coeso, unito e dalle fantastiche doti tecniche. Ma non sempre gli aggettivi accrescitivi hanno la meglio. Perchè dove non arriva la tecnica, arriva ciò che batte in ognuno di noi, ciò che ci da la forza, ciò che ci fa soffrire oltremodo ma ci salva quando il fisico può non bastare. Il cuore di questi Grizzlies, signori, ci porta al titolo NBA.
Chicago Bulls 95 @ Memphis Grizzlies 98 (Rose 35, Noah 14 / Conley 26, Hawes 15)

sabato 3 maggio 2014

Il bivio




DE-VA-STA-TI. No, il punteggio non rende merito, perchè il 97-94 Grizzlies che ci porta sul 3-1 non rende merito a ciò che abbiamo fatto. Una prestazione ASSURDA nella prima metà di partita, roba che scoraggerebbe anche Micheal Jordan in persona. All'intervallo il punteggio recita +22 per noi, prima che il losing effort di Derrick Rose non li riporti fino al -3 giunto proprio a fil di sirena e senza nemmeno il gioco dei falli, tanto per capire che la partita era comunque sepolta. Partiti da sfavoriti, sì, inesperti a questi livelli, sì, ma ora siamo nel momento piu' bello. Perchè quando hai un sogno e non riesci a realizzarlo emotivamente sei danneggiato. Quando finalmente realizzi il tuo sogno, all'iniziale appagamento succede sempre un senso di vuoto e di ricerca di nuovi obiettivi. E lo sapete qual'è il momento piu' bello, invece? Quando il sogno lo stai per realizzare, puoi farcela, e ti manca solo l'ultimissimo sforzo, l'ultima dimostrazione di carattere per dire finalmente "ce l'ho fatta". O meglio, ce l'abbiamo fatta, a partire da Mike che ha dominato con 20 punti e 12 assist, per arrivare a Ed Davis, che nonostante abbia a tabellino solo 3 rimbalzi può permettersi lo stesso di dire che sta dando il massimo. Perchè, come tutti, lo sta facendo davvero. Venerdì, al FedEx Forum, ci tremeranno le gambe, ne siamo sicuri. E se piangeremo di gioia oppure usciremo col muso lungo, non sarà il destino a deciderlo. Saremo noi.
Chicago Bulls 94 @ Memphis Grizzlies 97 (Rose 30, Boozer 14 / Conley 20+12a, Gallinari 15)

giovedì 1 maggio 2014

Il leader

Me l'aspettavo. Un tripudio di persone al FedEx Forum. Tutti bravi a salire sul carro dei vincitori eh...peccato che per ora non abbiamo vinto NIENTE! I Bulls sono feriti ma non certo morti, Rose in gara 1 ci ha dimostrato ciò che PUO' fare...e se riesce a farlo, sono problemi grossi per tutti. Ma sarà oggi la sua giornata?
Thibodeau ha capito che non può esprimere il solito gioco dei tori, perchè è lì che noi troviamo terreno fertile...e allora cambia tutto, lo capiamo fin da subito, palla a Rose e via come razzi nella nostra metà campo. Inizialmente sbandiamo, 4,5 punti di svantaggio per tutto il primo quarto, ma poi compiamo un passo che mi fa capire che ho per le mani dei grandi giocatori: ci adattiamo. Pondexter esce dalla panchina e spara tre triple in fila, tre splash, sulle tribune si esulta e la faccia di coach Tom dice tutto: TIMEOUT. Gli ospiti rimescolano nuovamente le carte in tavola, mettendo il nuovo arrivo PJ Hairston che un po' di noia col suo tiro da 3 ce la da, ma anche quando sembriamo nuovamente in difficoltà troviamo lo sbocco. Lo sbocco è la persona di cui, quando giocava a Portland, si diceva: "Grandi Stats, ma non ha la testa per essere il leader di un team da playoff". No, da playoff no, ma da titolo forse sì...Zach Randolph umilia Boozer, canestri, canestri con fallo e una TRIPLA che vuol dire il +12 e soprattutto una spinta IMMENSA anche per i compagni! Siamo gasatissimi, i ragazzi si sentono finalmente FORTI e, tra coloro che hanno le casacche bianche con bordi rossi, solo l'1# prova a reggere. Perchè gli altri sembrano spauriti, spaventati da tanta irruenza, da una convinzione nei propri mezzi che nemmeno si immaginavano lontanamente. Derrick ci prova fino alla fine, ma non c'è niente da fare, Grizzlies 105 Bulls 90. Nel tennis si dice che siamo a due punti dal match, qui è diverso, perchè noi non ci sentiamo così vicini. Ma quei titoli "A Memphis ne mancano solo 2 per entrare nella storia" nei quotidiani di tutti gli stati d'America, sinceramente, un po' di brividi ce li fanno venire...
Chicago Bulls 90 @ Memphis Grizzlies 105 (Rose 34, Harris 13 / Randolph 30, Conley 11+13a)

martedì 29 aprile 2014

United Center again



In questi playoff abbiamo sempre perso una partita in ogni serie. Ma mai la partita persa era la gara d'esordio, e mai ci poneva in condizione di svantaggio. Stavolta è diverso, siamo sotto per la prima volta. E inoltre siamo a Chicago, la patria cestistica di MJ, qui si è di bocca buona sul basket. Ci si esalta fino in fondo per un campione solo quando vince, è per questo che su Derrick Rose qualche dubbio è sempre rimasto a Windy City. Ma la vittoria di gara 1 sembra averli spazzati via, e lo spettacolo che ci si prospetta davanti quando calchiamo per la seconda volta in stagione il parquet dello United Center sembra volerci dire "ritiratevi, prima di fare una figuraccia". Niente di piu' sbagliato. Per decidere una partita, a volte, basta un fischio arbitrale. Figuriamoci 2...2, come i falli fischiati a Derrick Rose nel primo minuto di partita. La star, costretta a sedersi in panchina, vede i compagni sbandare sotto i colpi di...tutti. Sì, perchè la divisione nei tiri è clamorosa, nessuno va on-fire, ma tutti cominciano con ottime percentuali. A differenza dell'#1 che al rientro in campo, forse per foga, forse per rabbia, sbaglia i primi 6 tiri e addormenta il gioco di Chicago. Nessuno ci sta credendo, ma i Bulls vacillano e non poco. -11 all'intervallo, solo trentacinque punti segnati per Chicago, che resta in partita solo per la maestria in difesa con cui coach Thibodeau ha costruito un gruppo che è a un passo dall'essere finalmente vincente. Al rientro Chicago prova a tornare sotto grazie a Noah e Rose, ma stasera non è serata per loro. I dubbi turbinano a Chicago, a Memphis si tira un sospiro di sollievo perchè sembrava che il sogno stesse per spezzarsi sul piu' bello già nelle prime battute di queste finali. Ma stasera lo United Center è nostro, come lo fu nel primo anno di 2kmondo, quando ancora i Grizzlies erano "quelli che lottavano per i playoff". Ora non si lotta piu' per i playoff. Si lotta per metterci l'anello al dito. E, nelle prossime tre partite, lotteremo a casa nostra. Davanti alla nostra gente. O meglio, INSIEME alla nostra gente.
Memphis Grizzlies 95 @ Chicago Bulls 83 (Conley 19+10a, Exum 13 / Rose 21, Harris 19)

lunedì 28 aprile 2014

Spenti.

Grandi sensazioni attanagliavano questa gara 1 di finale NBA, la prima per noi, i Grizzlies, una squadra nata dal niente, senza pubblico, sostenuta dal niente, sulla cui panchina mi sono ritrovato quasi per caso, senza troppe aspettative né emozioni. Poi i piccoli passi, i miglioramenti, l'esplosione. I playoff di quest'anno, incredibili per come abbiamo schiacciato tutte le avversarie. La consapevolezza di essere finalmente forti, una realtà del basket americano, alla ricerca solo del lieto fine per una delle piu' belle favole sportive degli ultimi anni. Ma quando i sogni lasciano spazio ai numeri, ecco che gli occhi diventano tristi e l'espressione sconsolata..
Quattordici punti. Quattordici maledetti punti. Sono gli unici che segniamo nel terzo quarto di gara 1, quelli che ribaltano la sfida dopo che eravamo stati in vantaggio per tutto il primo tempo. Derrick Rose (34 punti, 15-24 dal campo) è sostanzialmente immarcabile, quindi l'unico modo per vincere è fare piu' punti di lui. E per una grande fetta di partita vi riusciamo, mettendo in difficoltà Thibodeau grazie alla varietà del nostro attacco. Ma poi coach Tom trova la chiave per chiudere i portoni del pitturato Bulls, e si mette male, malissimo. Chicago prende le redini della gara, noi la delusione per esserci illusi di poterli battere a casa loro. Finisce 111-104 con la consapevolezza che, dato che non abbiamo il fattore campo per non sappiamo quali astrusi motivi (Silver???), se perdiamo anche gara 2 si mette malissimo. Una sconfitta che non ci aspettavamo ma che dovevamo attenderci, una netta ridimensionata, la nuova quanto antica sensazione di non poter fare affidamento solo sul nostro gioco. Ora dobbiamo metterci il cuore. Sin da gara 2, sempre quì, allo United Center. Il tempio rosso.
Memphis Grizzlies 104 @ Chicago Bulls 111 (Conley 26, Exum 23 / Rose 34, Harris 21)

domenica 27 aprile 2014

We can rewrite the history?

La culla del blues, del gospel, del rock & roll, del basket. Ah no scusate, il basket con Memphis non ci ha mai azzeccato niente. E finchè un certo Derrick Rose non scelse i Tigers di John Calipari, non è che neppure quello collegiale fosse molto seguito. Figuriamoci i Grizzlies, squadra esportata da Vancouver (dove già non godeva di un grande seguito, va detto) e trapiantata nella città di Graceland senza un particolare senso, frenata oltretutto da risultati pessimi finchè un certo Pau Gasol non fece comparire i Grizzlies al grande carrozzone dei playoffs NBA nel lontano 2004. Di lì in poi, un crescendo sportivo ha avvolto questa piccola franchigia, ma se ti aggiri nelle vie di Memphis e ne sei l'allenatore, fidatevi, in molte vi riconosceranno. Qui si pensa al business, agli affari, mica la gente ha tempo per andare al FedEx Forum, no? Beh, quindi se solo vedremo un tifoso in piu' del normale in gara 1 delle NBA Finals, capiremo che la tendenza finalmente si è invertita. Il vincentissimo coach "Zen" Barbatrucco in tempi non sospetti dichiarò che i Rockets sono la piu' grande bufala della post-season NBA. Tendenza confermata. Harden è eroico, ma noi siamo SQUADRA e passiamo al Texas Center, ci andiamo a giocare un sogno grande, che mai avremmo immaginato di poter coronare già quest'anno. Ma ora, l'ostacolo da superare è quello piu' grande. Una squadra allenata forse dal miglior coach NBA, un giocatore dal talento immenso che ha finalmente la possibilità di giocarsi l'anello nelle migliori condizioni fisiche. Una vecchia conoscenza di questa città, perchè Derrick a Memphis ci ha studiato, si è fatto conoscere al grande pubblico prima di tornare a casa nei suoi Bulls. Bulls che hanno liquidato 4-1 New York e sono i nostri prossimi avversari in una serie di 7 gare in cui il primo tip-off è alle 21:00 di mercoledì allo United Center, nonostante il nostro record sia migliore del loro (...). Una serie in cui la palla peserà tantissimo. Una serie in cui le palle conteranno tantissimo. Ragazzi, ci siamo.
Memphis Grizzlies 113 @ Houston Rockets 103 (M.Conley 25, D.Exum 25 / J.Harden 38, J.Lin 14)

venerdì 25 aprile 2014

Sorpresi


L'avevo detto, l'avevo ricordato, l'avevo raccomandato. "Questi non sono i veri Rockets, ragazzi". Parole al vento. I veri Rockets sono quelli che chiudono 39-20 il primo quarto al Forum con 7/7 dal campo di Harden, quelli che vanno all'intervallo sul 67-45 dando l'impressione di poter riaprire tutto. Ma i veri Rockets accendono i veri Grizzlies. E il terzo quarto è una delle piu' belle prestazioni di squadra mai viste. 13/15 dal campo, 6/7 da 3, 7-8 ai liberi e 19 punti concessi, un pubblico che impazzisce, dei ragazzi che tornano sotto fino al -2 in una partita che era già chiusa. Una prova di carattere immensa che rende l'ultimo periodo una lotta all'ultimo canestro, così è, torniamo a -1, -2, poi di nuovo a -4...sì, perchè purtroppo ci manca l'ultimo passo. E' come quando sali un'immensa scalinata e vi trovi in alto una porta di cui non hai la chiave. E' come quando hai un lenzuolo di due metri e devi coprire un letto di due metri e 05...puoi metterla in tutti i modi, ma rimarrà sempre quel piccolo margine che sembrerebbe così facile da colmare, ma sai che farlo è impossibile.. Siamo lì, ma il nostro vantaggio non arriva mai, non ci riusciamo e ogni tiro in cui il pubblico ha le mani alzate perchè sembra quello buono per prenderci finalmente la leadership si spegne sul ferro. Alla prima occasione, Houston segna due triple in fila che vogliono dire il +7 e chiudono definitivamente la contesa. Questi sono i veri Rockets, ma a tratti abbiamo visto ciò che possiamo fare, la nostra capacità di reagire e di annullarli offensivamente. Così dobbiamo giocare. E, se vogliamo arrivare a queste maledette finals, in gara 4 non possiamo permetterci un altro scivolone. Cosa non difficile da far capire a gente che di esperienza in NBA, come Z-bo, Gasol e Conley, ne ha parecchia. Ma è sempre meglio ricordarla, anche se vedendo ciò che succede in gara 4 l'unica cosa che posso pensare è che lo sapessero già da soli. Sì, ce la possono fare sotto il naso una volta. Non due volte. Davanti alla nostra gente, per giunta. La reazione è di quelle importanti e, per un giorno, la nebbia e il grigiore che circondano Memphis, Tennessee, sembrano essere sparite lasciando spazio a un futuro radioso. E' 3-1 e ne manca solo una! Partita PERFETTA, perchè i Rockets sono in una super giornata sì al tiro e propongono una sorta di run & gun che inizialmente ci mette in grossa difficoltà. A spezzare l'andamento della prima metà di gara l'uscita di Exum dalla panca, che ci regala un break di 9-0 portandoci per la prima volta a una doppia cifra di vantaggio. Ma i Rockets mica mollano eh! La squadra piu' forte della Western Conference (secondo la classifica chiaramente) torna sotto fino alla parità di inizio quarto quarto. E lì serve il colpo di spugna del veterano, le giocate d'esperienza che fanno demordere gli avversari in fase positiva. E il colpo lo da Z-Bo, che porta a scuola letteralmente Howard segnando 10 punti in un amen e chiudendo la contesa. Un po' di apprensione nel finale perchè Harden è un diavolo ed è sempre on-fire ma il pragmatismo vince, ci portiamo sul 3-1 e...oh...ragazzi, il coach non si può piu' nascondere. Alle Finals dobbiamo cominciare a pensarci...
Houston Rockets 119 @ Memphis Grizzlies 111 (Harden 38, Howard 17 / Conley 30, Gallinari 21)
Houston Rockets 106 @ Memphis Grizzlies 114 (Harden 33, Parsons 16 / Conley 25, Randolph 18)

mercoledì 23 aprile 2014

The Rocket took of...or landed?






Il Texas Center in visibilio dopo il parziale di 33-18 nel terzo quarto che fa esplodere la gioia del pubblico. James Harden che chiude la partita con 35 punti e 10 assist, Dwight Howard che ne aggiunge 22 tirando 11-12 dal campo. Conley in serata nera che tira 3-16 dal campo di cui 1-11 dall'arco. Tutti gli ingredienti per una sconfitta meritata, direte. Ma lasciate che il coach aggiunga qualche altro ingrediente. 21-2 di parziale per noi nella prima parte del rush finale, Gallinari on fire che segna 12 punti di fila stoppando due volte la barba piu' lunga dell'NBA. Tony Allen che mixa la velocità di una guardia alle mosse nel pitturato di un centro navigato. E l'epilogo non vi sembrerà più così scontato....1-0 Memphis! Espugniamo il Texas Center chiudendo la partita proprio quando sembravamo spacciati, dimostrando che la Conley-dipendenza è ormai un lontano ricordo e gelando i Rockets a casa loro. Oh, ragazzi, non ci montiamo la testa, però ormai è chiaro che non abbiamo paura di nessuno e la Gallo-Trade ci ha reso finalmente una squadra vincente. Vincente nel senso di partite singole perchè continuo a pensare che per questa stagione di anelli al dito non ne dobbiamo parlare...e sfoggio il mio pensiero come verità saliente quando Exum porta palla nel garbage time finale di gara 2, i tifosi Rockets lasciano lo stadio, in panchina la mia faccia a patata lessa dice tutto...chiedo al mio assistente, perchè non ci sto a capì nulla. "Scusa carissimo, ma hanno invertito home ed away nel tabellone vero? Ho esagerato con la birra...pensa che leggo che siamo sopra di 15..." e quel vecchiaccio di Henry Bibby mi risponde qualcosa di simile a "nono, è tutto a posto, abbiamo vinto anche gara 2". Abbiamo vinto anche gara 2...ABBIAMO VINTO ANCHE GARA 2??? Ebbene sì...ha dell'incredibile, perchè i Rockets, desiderosi di riscattarsi, sono partiti a mille mettendoci subito all'angolino con 10 punti di vantaggio nel primo quarto. Ma i 20 punti in uscita dalla panca di Dante Exum e il grande lavoro di difensivo di Allen e Conley sono stati troppo per il backcourt Lin-Harden, che dopo un inizio favoloso hanno tirato 9-30 dal campo tagliando praticamente fuori dai giochi Houston. Ed è stato ESALTANTE il lavoro di Gasol su Howard, limitato a soli 12 punti e posto sempre nella situazione di dover ricevere palloni sporchi e poco giocabili. Insomma, incredibile a dirsi ma effettivamente vero, andiamo a Memphis leading the series 2-0. E, ora piu' che mai, non dobbiamo perdere la trebisonda. Harden non vuole certo perdere ancora. Nemmeno noi.
Memphis Grizzlies 100 @ Houston Rockets 93 (Gallinari 20, Exum 17 / Harden 35, Howard 22)
Memphis Grizzlies 103 @ Houston Rockets 90 (Conley 21+9a, Exum 20 / Harden 19+8a, Parsons 13)

domenica 20 aprile 2014

La resa dei conti

[spoiler alert: questo è il recap di game 5. Per leggere i recap di gara 3 e 4 scorrere al post precedente]











Non avrebbe senso raccontare i primi tre quarti di Grizzlies-Thunder. Non avrebbe senso perchè, nel piu' classico del win or go home, la tensione non consente manco di trovare spunti tecnici. Che partita! Mai una delle due squadre è riuscita a passare avanti, difese assurde, canestri impossibili, ma mai la sensazione che noi o i Thunder potessimo da un momento all'altro prendere in mano i giochi.  E neanche le fasi iniziali del quarto quarto riescono a invertire la tendenza, fino a che...beh il detto è "non svegliare il can che dorme" vero? Beh, KD sveglia il nostro Pitbull schiacciandogli in faccia a 6'45'' dalla sirena per il -1 Thunder. E' l'ERRORE. Tony Allen Segna 4 punti, 2 rubate e un assist in fila e in un baleno il punteggio dice Grizzlies 80, Thunder 73, 5'36'' to play timeout Brooks. E' stata una bella botta per Oklahoma, ma piano piano i Thunder rosicchiano qualcosa fino a tornare al possesso di svantaggio con il -3 di Durant a 2'31'' dalla fine. Chiamiamo timeout, decidiamo di sfruttare tutti i 24 secondi e ancora Allen non tradisce riportandoci in linea di galleggiamento. In tribuna il silenzio comincia ad aleggiare, ma a interromperlo ci pensa Air Congo Serge Ibaka che riscatta una gara anonima con 4 punti consecutivi che ci mandano in affanno. Fortunatamente, quando c'è da tirar fuori i coglioni, abbiamo uno che nella vita li ha sempre tirati fuori (anche sbagliando, a volte). Z-Bo in post ci riporta sul +3 a 1'20'' dalla fine e poi stoppa Durant su un tentativo da oltre l'arco, abbiamo la palla in mano noi, 40 secondi alla fine, Allen prova a chiudere i conti ma viene stoppato da Ibaka, si alzano tutti in piedi, KD tenta la tripla in transizione ma è marcato benissimo dal Pitbull dunque scarica per RW, KD si fa portare un blocco da Ibaka e segna il -1 a 27 secondi dalla fine. Chiamiamo timeout per rimettere lontano dal canestro, due liberi per Conley. 2/2. Ma ora Oklahoma può ancora freddarci. E lì arriva l'intuizione del coach. Roba che in America si rabbrividisce al solo rammentarla, ma quando ci sono le West Finals in ballo, dell'onore ce ne freghiamo. Fallo intenzionale su Lamb , fischi del pubblico e 2/2 di Jeremy dalla lunetta. 20 to go. Conley ancora subito in lunetta, freddezza IMMANE del #10 e torniamo a +3. I Thunder usano l'ultimo timeout e trovano un fast two con Durant, che onestamente quasi gli concediamo perchè vogliamo evitare assolutamente di concedere un and-one. Sette secondi. Subisce il fallo Conley. Fischi tremendi sui suoi liberi, il primo entra ugualmente, il secondo quasi...tutti in piedi, dalla panchina alle tribune, palla a Russel Westbrook che è rapidissimo, temiamo il tiro da 3 ma decide di penetrare, c'è Allen su di lui, Russ se ne libera con uno step back e libera il long two salva stagione. Tutti col fiato sospeso, qualcuno alza le braccia...ma è ferro. No time left, Memphis win, e l'abbiamo scampata bella, come tantissime volte in questa serie. Forse la piu' bella serie mai giocata. Ma, ragazzi, se c'è una cosa che abbiamo dimostrato, è che abbiamo gli attributi. 3 vittorie su 3 a casa loro, nel loro fortino, ove in RS erano praticamente imbattuti. Quando torniamo a Memphis un folto gruppo di tifosi ci attende con lo striscione "We Can" e il disegno di quel trofeo lì...ma di quello non voglio ancora parlare. Dobbiamo volare basso, perchè abbiamo speso molto in queste semifinali e l'obiettivo stagionale è già stato raggiunto. Non nascondo però, che ci facciamo un pensierino...anche se come al solito la vita per le squadre da me allenate è difficile. Nonostante il terzo posto a ovest, avremo il fattore campo a sfavore anche nelle West Finals. E anche il pronostico...perchè i Rockets, che hanno battuto 4-2 i Suns, vantano un Howard vintage da 25 punti e 12 rimbalzi a partita. Ed è solo la punta di diamante di una squadra costruita per vincere il titolo, a differenza nostra. La ricetta per vincere la serie con i Thunder ce l'ha insegnata, ma chiunque è alle prime armi con la cucina sa che non sempre i piatti vengono bene, a prescindere dalla bontà della preparazione. A Est, Bulls (4-2 a Miami) e Knicks (4-3 a Phila) si affrontano in un'altra sfida bellissima! Ma non pensiamoci...i nostri occhi sono rivolti al Texas! Let's go to steal game 1!
Memphis Grizzlies 92 @ Oklahoma City Thunder 90 (Conley 26, Gallinari 19, Allen 16 / Durant 31, Westbrook 18, Jackson 14)