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giovedì 29 maggio 2014

Con il cuore in gola


Abbiamo avuto il bisogno di sentirci, dopo un anno e mezzo, con le spalle al muro per darci una scossa. Era chiaro che lo 0-2 casalingo non era frutto della nostra inferiorità tecnica, ma di una concentrazione indebitamente persa dopo la serie vittoriosa con Denver. Forse le parti si invertono al Toyota Center, perchè i Rockets sentono la serie già in tasca e cedono per due volte, consentendoci di riportare tutto sul 2-2. Ma non sono rose e fiori per noi, anzi. Gara 3 è durissima e lo spettro dell'eliminazione ha aleggiato quando ci siamo ritrovati a 35 secondi dalla fine con un misero punto di vantaggio e la palla nelle nostre mani. Ma la provvidenza ha preso il nome di Danilo Gallinari, che con una tripla piedi per terra ci ha portato a quei due possessi di vantaggio che ci hanno fatto tirare un parziale sospiro di sollievo. Gara 4 invece è nostra dall'inizio alla fine, limitiamo Harden, tornato l'uomo piu' pericoloso dei Rockets, a soli 4-16 dal campo con una prestazione difensiva maestosa del binomio Allen - Butler e siccome per Canaan il tempo delle mele è finito per i Rockets non c'è niente da fare. L'abbiamo scampata bella, bellissima, ma ora non dobbiamo mollare. Si torna a Memphis, ove in questa serie ancora non abbiamo vinto. E se non vinciamo nemmeno tra due giorni, rischiamo di inciampare nuovamente nella fossa.

martedì 27 maggio 2014

H-Town in "Bluff City"

Un bravo allenatore è bravo a riconoscere i problemi di una squadra anche quando la squadra vince. Un bravissimo allenatore è bravo a correggere in corsa i difetti di una squadra i cui giocatori si sentono vincenti. Ed è forse lo step che mi manca, per questo mi assumo tutte le responsabilità di quella che potrebbe essere la fine di un sogno diventato, per praticamente due stagioni, realtà. I Rockets ci schiantano due volte a casa nostra, al FedEx Forum, sorprendendoci in gara 1 e tagliandoci le gambe fin da metà gara 2. E sembra impossibile, ora, pensare a un nostro passaggio del turno. Ottimo Harden, ottimo Howard, ottimo Parsons, ci aspettavamo anche grandi prove di Covington che ci sono state ma la sorpresa che ci hanno preparato i Rockets è Isaac Canaan, a noi conosciuto come riserva di Beverley e giocatore dalle doti assolutamente non eccelse. E probabilmente lo conoscevamo male. Il piccolo playmaker ce ne mette 35 in gara 1 e 35 in gara 2, rendendosi sostanzialmente immarcabile e convincendo uno non proprio adito a dar fiducia alle soluzioni dei compagni come Harden a lasciargli sempre il pallone. 15-20 dal campo in gara 2, un treno in corsa che si abbatte su di noi fermi, immobili, legati sui binari. Binari da cui dobbiamo uscire subito se vogliamo conservare ancora quella flebile speranza di arrivare alle Finals per il secondo anno consecutivo. Ma un altro treno sta già sbucando dalla galleria del Toyota Center, e i nodi da sciogliere per liberarci prima del suo arrivo sembrano veramente troppi.



domenica 25 maggio 2014

Mission complete




L'atteso sweep ai Denver Nuggets è arrivato. Dovrei esserne soddisfatto, no? Beh, la risposta è no. Ragazzi, urlatemi dietro, ditemi che non sono mai contento ma...nonostante Denver non ne abbia vinta nemmeno una, se la serie fosse stata sul 2-2 non avremmo avuto niente da recriminare. E con questo atteggiamento, già i Rockets al secondo turno potrebbero essere un ostacolo molto piu' duro da superare di questi Nuggets che, comunque, sono una franchigia di livello assolutamente medio.. Se siamo al secondo turno, dobbiamo ringraziare uno che con il progetto ci ha già detto non ci vuole stare. Dante Exum se ne andrà, ma siamo consapevoli che sarà una grande perdita. Top scorer di gara 4, top scorer di una gara 3 vinta quando ormai eravamo disperatamente alle corde. Sotto di 5 a 1'20'' dalla fine, Exum viene buttato nella mischia al posto di Conley e segna 10 punti consecutivi tra cui il layup a 1 secondo dalla fine che gela il Pepsi Center. E non dobbiamo scordarci di Gallinari, che segna il canestro del pareggio due volte nel double overtime game al FedEx Forum in cui avevamo avuto l'impressione di aver già perso. Salvati dalle individualità, sì, ma ciò non vuol dire che i limiti non risultino evidenti. Se vogliamo dimostrare di aver ammortizzato il colpo del doppio addio di ZiBo e Marc, dobbiamo necessariamente cambiare marcia. Anche perchè le difficoltà peggiori sono lì, sotto il loro e il nostro canestro. (E salvo Spencer Hawes eh...)
Un secondo per parlavi dei clamorosi upset a est: Bulls e Pistons, terzi e secondi, escono rispettivamente contro Magic e Celtics mentre Miami se la vedrà con i Sixers nella parte alta del tabellone. Per conoscere l'altra finalista dell'ovest, lo scontro è tra Thunder e Pelicans.





giovedì 22 maggio 2014

Double Nickel




"Prestazioni così, avvengono una volta nella storia della franchigia". Frase ricorrente dopo i 52 punti di Mike Conley con record all-time di triple nel primo anno di questa avventura. E tutti devono ricredersi. Devono ricredersi per colpa di un ragazzo cresciuto nel lato oscuro del Texas, tra povertà e delinquenza. Un ragazzo con la fortuna di avere un talento innato per la palla a spicchi. Un ragazzo che, contro gli Wizards, entra "in the zone". Per Jimmy Butler è una vasca, nessuno riesce a credere a cosa faccia l'ex Bulls in un singolo tempo: 32 punti con una percentuale che si avvicina pericolosamente al 90% dal campo. Ed è solo l'inizio, l'inizio di uno stato di estasi che coinvolgerà la nostra guardia fino alla fine di una partita che ricorderemo per molto tempo. 66 punti, 23/37 dal campo, eguagliato il record di triple del compare Mike (13). Ma, anche in una serata da brividi come questa, c'è da rimproverarsi. Sì, perchè come spesso succede quando un giocatore è "in the zon"e, gli altri sono "in the hole". E vinciamo solo per una tripla sulla sirena del Gallo una partita in cui avremmo dovuto essere sul +20. E come detto mille volte, preferisco 7 giocatori in doppia cifra che uno da 70 punti. Perchè è giocando di squadra che si vincono gli anelli. Ed è giocando di squadra che strapazziamo a casa loro dei Rockets che, va detto, nonostante l'ottimo record sono nettamente peggiorati rispetto alla stagione precedente. L'ultima partita con gli Spurs, peggior squadra della lega probabilmente, è una formalità che sbrighiamo in fretta e con gli occhi già a dei playoff che ci vedono partire dal secondo seed con un record di 22W7L, dietro solo ai Thunder portatori di uno strepitoso ruolino da 23 vittorie. L'MVP è ovviamente KD, ma arriva un premio che ci fa capire quanto stiamo rischiando di perdere. Dante Exum è il sesto uomo dell'anno con 15,2PPG in uscita dalla panchina, e se non dovesse cambiare idea, il suo addio, quando avverrà, sarà amaro, molto amaro...
Il primo turno ci da in pasto i Denver Nuggets. Sì, in pasto, perchè qualsiasi risultato inferiore allo sweep sarà considerato un campanello d'allarme.
Wizards @ Grizzlies 104-107 (Beal 27 / Butler 66)
Grizzlies @ Rockets 108-99 (Butler 23 / Harden 25)
Grizzlies @ Spurs 115-103 (Conley 24 / Parker 26)

1.Oklahoma City Thunder 23-6
2.Memphis Grizzlies 22-7
3.Houston Rockets 21-8
4.New Orleans Pelicans 20-9
5.Golden State Warriors 18-11
6.Sacramento Kings 18-11
7.Denver Nuggets 18-11
8.Portland Trail Blazers 17-12

1.Miami Heat 21-8
2.Detroit Pistons 16-13
3.Chicago Bulls 15-14
4.Atlanta Hawks 14-15
5.Philadelfia 76ers 14-15
6.Orlando Magic 13-16
7.Boston Celtics 13-16
8.Charlotte Bobcats 13-16

martedì 20 maggio 2014

Appunti al volo prima del rush finale

Ce l'avevamo fatta. Ecco, avevamo è il tempo verbale giusto. Due facili vittorie casalinghe con i Jazz e con i Knicks in rebuilding ci avevano proiettato al primo posto della Western Conference con una partita di vantaggio sui Thunder secondi. Ma dobbiamo continuare a utilizzare il passato, perchè una brutta sconfitta patita in Oregon contro i Blazers e il susseguente mese senza partite per noi ci proiettano in tutt'altro scenario. Da leaders detentori del miglior record della lega, scivoliamo in quarta posizione con sole 3 partite da giocare, addirittura a 2 partite dai Thunder (22-6, noi 19-7) e mezza da Pelicans e Rockets, che ci scavalcano anche in Division. Adesso ultimo incontro di regular season al Forum contro gli Wizards, poi due trasferte terribili in Texas: Spurs e Rockets. Dobbiamo vincerle tutte e 3 per sperare di arrivare almeno secondi. E potrebbe non bastare...

Jazz @ Grizzlies 101-117 (Clark 17 / Conley 25)
Knicks @ Grizzlies 94-116 (Shumpert 19 / Conley 21+11a)
Grizzlies @ TrailBlazers 91-103 (Gallinari 12 / McCollum 22)

domenica 18 maggio 2014

A Memphis non va tutto bene

Tre su tre. Battiamo Suns, Nuggets e Raptors (non senza difficoltà) e agganciamo i Pelicans al primo posto nella nostra division. Ma è proprio da queste vittorie che dobbiamo estricare i problemi che ci stanno attanagliando. Sì, perchè nonostante gli ottimi risultati un buon coach deve accorgersi che siamo in difficoltà. E i problemi sono ben noti: il primo è che, seppur Spencer Hawes stia facendo un discreto lavoro come sostituto di Gasol, Millsap non riesce proprio a calarsi nel ruolo di nuovo Z-Bo. Ottime doti tecniche, ma pochissima aggressività e scarsa tenuta fisica nonostante gli anni di vantaggio sul suo predecessore. Cose che lo portano a iniziare bene ma poi sparire nei momenti decisivi. E non è tutto. Nello spogliatoio il malumore sta serpeggiando, soprattutto tra chi l'anno scorso era titolare e chi aspira a diventarlo. Parlo di Tony Allen e Dante Exum, scontenti dei loro (moltissimi) minuti. E se per Tony il contratto pluriennale mi permetterà di chiarire e farlo stare tranquillo, per Exum sembra che non ci sia niente da fare. Non riusciremo a trattenerlo e, considerati i suoi 16,1 punti in uscita dalla panchina, non è che sia proprio una perdita da niente...Da segnalare una menzione per Conley e Butler, che vengono convocati alla gara delle stelle (che oltretutto vinceranno): se per Mike è la terza volta, Jimmy accarezza per la prima volta un tale palcoscenico. E speriamo non si monti la testa...

Suns @ Grizzlies 96-102 (Bledsoe 23 / Conley 19+10a)
Nuggets @ Grizzlies 84-97 (Faried 20+17r / Conley 24)
Grizzlies @ Raptors 105-100 (Conley 30 / Valanciunas 17+12r).

venerdì 16 maggio 2014

Tra parquet e ufficio

Niente, non ce la facciamo. Il primo posto della Western Conference rimane ancora a mezza partita anche dopo i 4 match di febbraio, ed è una mezza partita pesante per due motivi: per primo, il fatto che sia la mezza partita lasciata per strada contro dei Pacers allo sbando in cui il solo George è rimasto a tenere in piedi una baracca che a sorpresa non è mai riuscita ad arrivare ai playoff in questo 2kmondo, ma che contro di noi sfodera sempre grandi prestazioni. Il secondo è che in quella mezza partita vi sono racchiuse cinque squadre, e noi virtualmente adesso ce la vedremmo con i Thunder al primo turno di playoff. Non proprio l'esordio in post season che vorremmo, memori di quanto accaduto nella prima 2k-season.
Ma ci sono due buone notizie, una svolta che serviva a dare continuità al percorso di crescita della franchigia: Conley e Gallo rinnovano rispettivamente per 5 e 4 anni, rimanendo praticamente a vita ai Grizzlies se la dirigenza lo vorrà. Un passo importante, che ci aiuta a dare stabilità allo spogliatoio e ci concede la garanzia di avere un nucleo su cui costruire un roster che possa essere competitivo negli anni a venire. Chissà, forse anche quando io appenderò la giacca societaria al chiodo...

Cavaliers @ Grizzlies 87-111 (Thompson 16 / Butler 27)
Pistons @ Grizzlies 90-94 (Jennings 22+11a / Butler 24)
Grizzlies @ Pacers 109-113 (Conley 24 / Hibbert 25)
Grizzlies @ Mavericks 108-96 (Exum 27 / Ellis 32)

mercoledì 14 maggio 2014

Il ritorno da avversario di Z-Bo

L'incontro che tutti aspettavano è arrivato. ZBo torna al FedEx Forum tra gli applausi e il rimpianto di chi non l'avrebbe mai voluto vedere andare via dal Tennessee. Gli consegno personalmente l'anello che non ha ritirato ancora, è commosso e mi ringrazia per averlo portato finalmente al titolo NBA. Ma è pur sempre una persona che ci ha tradito, seppur con coraggio abbandonando il carro dei vincitori. E per i traditori c'è solo la sconfitta, quella che rifiliamo senza sé e senza ma a dei Bulls che ancora non si sono ripresi dal tracollo delle finali. Una vittoria di onore, che ci fa credere di essere i più forti, convinzione rafforzata dopo il ventello che rifiliamo agli arrembanti Sixers. Ma in realtà non è così. La W a sacramento, conquistata solo a 2 secondi dalla fine con una grande giocata di Millsap, è in realtà il primo scricchiolio del castello che ci eravamo costruiti in questo mese di vittorie. Castello che crolla come un delinquentello del Bronx al primo interrogatorio della sua vita, quando allo Staples Center i Lakers di Bryant, Anthony, Deng, Gasol, Stoudemire e soprattutto Marcus Smart ci umiliano con il sophomore che a 32 punti ci aggiunge in faccia anche 10 assist. E' bene perdere ogni tanto, perchè ti consente di analizzare con piu' lucidità gli errori evitando di sottovalutarli. Ma se questi Lakers arrivassero ai playoff, io ne avrei veramente paura....

Bulls @ Grizzlies 94-109 (Rose 28 / Conley 29)
76ers @ Grizzlies 80-103 (Turner 15 / Conley 15+11a)
Grizzlies @ Kings 102-100 (Conley 18+16a, Butler 29 / Gay 29, McLemore 20)
Grizzlies @ Lakers 107-120 (Conley 23+10a, Butler 25 / Smart 32+10a, Anthony 20)

lunedì 12 maggio 2014

Contro tutti. Anche contro la lega.

La lega non ci ama. Silver è contro di noi, una squadra come Memphis campione in carica abbassa di molto l'appeal della lega. Non sono teorie complottiste, ma la pura verità considerata la situazione in cui ci troviamo in una stagione da 29 partite. 6 gare in 9 giorni, tre back to back intervallati da un solo giorno di riposo, roba da spezzare le gambe a qualunque professionista. Il modo perfetto per metterci silenziosamente in difficoltà. E noi non ci stiamo, assolutamente. Ma non protestiamo a voce, protestiamo in campo. E protestiamo facendo lo sgambetto peggiore alla Lega, imponendosi in cinque delle sei partite in calendario e devastando a casa loro degli Heat che, con il nuovo allenatore, sono in grossissima difficoltà. Non senza spendere energie, intendiamoci. Con i Bucks quasi ci suicidiamo in un ultimo quarto in apnea, con Boston riusciamo a forzare l'overtime solo con una tripla di Conley sulla sirena per poi vincere nei cinque minuti aggiuntivi. Con gli Hawks di Andrew Wiggins cediamo malamente non riuscendo a fare 6-0. Ma il segnale lo diamo, forte e chiaro: noi ci siamo anche quest'anno, bastoni fra le ruote o meno. Ci possono piegare, ma non spezzare. E quando, il prossimo 15 dicembre, arriveranno al Forum i Bulls di Rose e del grandissimo e rimpianto ex Randolph, siamo sicuri che l'atmosfera sarà tutt'altro che piacevole.

Nets @ Grizzlies 95-110 (Johnson 18 / Conley 16)
Grizzlies @ Heat 118-73 (Gallinari 31 / Wade 15)
Celtics @ Grizzlies 114-117 d.t.s. (Bayless 29 / Conley 27+10a)
Grizzlies @ Magic 103-86 (Exum 21 / Harris 18)
Grizzlies @ Hawks 93-97 (Butler 24 / Wiggins 31)
Bucks @ Grizzlies 90-94 (Sanders 27+18r / Conley 24)

sabato 10 maggio 2014

Critiche giuste?

Piovono, piovono dopo il nostro mercato. I maggiori 2k coach crocifiggono i Grizzlies dopo le azioni che hanno portato all'addio di Randolph e Gasol in conseguenza del titolo vinto, a detta di molti, miracolosamente. Noi ce ne freghiamo e camminiamo a testa alta, ma dopo 6 partite l'unica cosa che posso fare è vedere gli altri sghignazzare mentre noi perdiamo le partite.
Va tutto alla perfezione, situazioni di gioco, divisione dei tiri, intensità difensiva.. Eppure il motore non gira,  3 vittorie e 3 sconfitte nel primo mese di regular season, clamorosamente fuori dai primi 8. E non perchè siamo scarsi, anzi. Perchè siamo superbi. Pensiamo che essendo i campioni dobbiamo essere noi a fare la partita, mentre quello di cui abbiamo bisogno è proprio un bagno di umiltà. A maggior ragione se, come mi sto convincendo anch'io, siamo meno forti dell'anno precedente, e questo anche per colpa mia. Ma gli infamanti titoli dei quotidiani che faccio leggere ai giocatori possono e devono aiutarci, devono darci la scossa di cui abbiamo bisogno. Il re-peat è sempre duro, soprattutto se molte squadre della tua Conference si sono rinforzate (Rondo ai Nuggets, Melo ai Lakers), ma le 29 partite che ci separano dai playoffs non vanno sottovalutate assolutamente. E invece è quello che stiamo, con infamia, facendo. Serve una scossa subito, oppure qui in Tennessee la gloria lascerà presto spazio all'amarezza...
Bobcats @ Grizzlies 79-89 (Kidd Gilchrist 22 / Butler 21)
Grizzlies @ Pelicans 92-94 (Butler 25, Evans 19)
Grizzlies @ Thunder 116 - 108 d.t.s. (Conley 18+15a+7rub / Durant 24+12r)
Grizzlies @ Clippers 125-129 d.t.s. (Conley 21+15a / Paul 31+13a)
Grizzlies @ Timberwolves 109-103 (Butler 28 / Martin 25)
Warriors @ Grizzlies 123-122 (Curry 35+10a / Butler 32)

giovedì 8 maggio 2014

I nuovi Grizzlies

Con l'addio di Z-Bo e Marc, l'impressione, qui a GrizzCity, è che due degli elementi di maggior personalità della squadra se ne siano andati. Forse non piu' leaders a livello di parquet, ma vincenti a livello di impatto sul resto della squadra. Ma lasciate che vi presenti uno che invece, ai Grizzlies, si unisce. Uno che come Zibo non è che abbia avuto una vita facilissima: cresciuto in un quartiere povero di Houston, scaricato dalla madre a 13 anni e costretto a vivere la sua adolescenza senza sapere se la notte stessa avrebbe avuto un letto per dormire o meno. Una vita di sliding doors, dove questo ragazzo ha sempre scelto la strada giusta, nonostante la possibilità di avere scorciatoie o fare scelte sbagliate fosse sempre stata molto ma molto forte. Ricordiamoci, però, che per uno che ce la fa, in tanti nelle periferie americane cadono in quel limbo che li porta a non farsi mai un nome se non, purtroppo, quello sul cartellino quando finisci dietro le sbarre. Non è il caso suo, però, e questo ragazzo è la dimostrazione di come dallo schifo della vita se ne può uscire, eccome! Signori, vi presento un vero Grizzly, uno che, ne ho la certezza, non vi potrà non piacere. A Memphis arriva, l'avrete capito dai cenni su una storia certamente non banale, l'ex Bulls Jimmy Butler!
E non è certo finita qui. Un team che ha vinto il titolo e ha perso dei pezzi è una storia già vista, e i Mavs del 2012 umiliati dai Thunder con l'anello al dito al primo turno dei successivi playoff non sono un ricordo che vogliamo personalmente revocare. L'obiettivo è il re-peat, e per questo portiamo a Memphis il miglior 4 sul mercato. Uno che ha sempre avuto problemi di costanza, ma che in questi ultimi anni sta dimostrando di poter essere una solida base per una squadra che punta in alto garantendo forza sotto e una mano niente male dal perimetro. Non sarà Zach Randolph per personalità, carattere e esperienza ma è Paul Millsap e secondo noi ci basta. Sono le uniche due mosse in entrata del nostro mercato, che vede il taglio di Thanasis Antetokoumpo (per aumentare minuti a un Exum scontento di partire dalla panca ma secondo noi ancora NON PRONTO per la maglia da titolare) e la conferma di Conley, Pondexter, Allen, Hawes, Franklin ed Ed Davis. Siamo da titolo? Non lo so. Ma non lo eravamo neppure l'anno scorso...



Memphis Grizzlies 2015/2016

Playmaker: Mike Conley, Dante Exum
Guardia: Jimmy Butler, Tony Allen, Jamaal Franklin
Ala Piccola: Danilo Gallinari, Quincy Pondexter
Ala Grande: Paul Millsap, Ed Davis
Centro: Spencer Hawes, Karl Towns (R)

martedì 6 maggio 2014

La coppia di lunghi piu' forte dell'NBA

NBA it's business. E nel business, quando concludi un'affare, non ti crogioli pensando al risultato ottenuto, ma ne fiuti subito un altro. E per mantenere la continuità di questi Grizzlies dobbiamo muoverci fin dal draft 2015, il secondo della gestione Silver. Ma che dici coach? Abbiamo la trentesima scelta! Chi mai arriverà? Beh, vi faccio ricredere subito. Dopo una lunga trafila di potenziali star e prospetti gonfiati, con l'ultima scelta del primo giro scegliamo il centro di
Kentucky Karl Towns, uno che l'etica del lavoro sa bene cosa vuol dire, essendo nato da genitori dominicani ed essendo vissuto nelle difficoltà di essere l'ultima ruota del carro di un sistema sociale americano spesso ingiusto nei confronti dei piu' deboli.. Difficoltà che i novecentomila dollari del contratto da rookie potrebbero far svanire, ma voglio parlare di lui da un'altro punto di vista. Perchè il training camp non mente: il 213x110kg classe 1995 è un potenziale fenomeno. Che non vuol dire che adesso sia un fenomeno, ma tenendolo con noi negli anni potremmo avere per le mani un altro lungo dominante.
Range praticamente illimitato, discrete doti difensive, capacità di rimbalzo degne dei migliori centri NBA. Un diamante che se sgrezzato risplenderà ancora per tanto, tanto, tempo. Un colpo di fortuna, come quello di Dante Exum, come quello del Gallo. Forse un segno di un destino che deve cambiare, di una Memphis che deve passare oltre questo ciclo e rinnovare un team che, all'ultimissima opportunità, ha saputo esser vincente. E che ai Grizzlies serva, per il loro bene, il cambiamento lo
capisce anche uno che in questa franchigia ha svoltato la sua carriera dopo che i primi anni l'avevano visto, ingiustamente, all'ombra del fratello. Il colloquio con Gasol, che bussa al mio ufficio dopo essere rimasto sbalordito dal rookie in allenamento, è chiaro: lascio la squadra in cerca di nuovi stimoli ma non vi dimenticherò mai. Così sarà.
Strette di mano e abbracci, la promessa di rivederci, di ritrovarci lontano dal campo per parlare di altro oltre alla palla a spicchi, come si fa tra grandi persone. Marc Gasol va ai Jazz in cambio della prima scelta di un draft 2016 che sarà ancora un'incognita.
Ma oltre all'addio di Marc, uno che non ha mai detto una parola di troppo, che fin da quando viveva nell'ombra di un Pau che  dominava la lega ha sempre lavorato senza destabilizzare mai l'ambiente. Tutto il contrario del suo migliore complemento offensivo, uno che di alzare voce e soprattutto mani non ha mai avuto paura. Mai banale. Mai scontato. Mai prevedibile. Tre parole che si assomigliano, ma non bastano a descrivere Zach Randolph, per quanto ci vadano vicine. Un carattere non facile, quasi un mezzo delinquente, scelto nel 2001 da Portland e considerato fino al suo addio il leader di una squadra senza leader. Sì, perchè nonostante le ottime prestazioni, Portland non ha mai ingranato. Di lui dissero "non sarà mai un giocatore in grado di giocare i playoff da protagonista". Le parentesi a New York e Los Angeles sponda veliera sembravano confermarlo, ma quando la fortuna l'ha portato a Memphis ecco la svolta della carriera.
Prestazioni divine che portarono alla clamorosa eliminazione degli Spurs nel 2011, alla lotta furibonda contro i Thunder nel 2012, al 4-1 ancora contro i Thunder nel 2013, alla lotta sempre contro Durant e Soci nel 2014. Il titolo nel 2015.
Titolo per il quale, nonostante la sua fase calante fisicamente parlando, ha dato il massimo. E anche noi vogliamo ripagarlo col massimo, offrendogli un'estensione contrattuale da addirittura sette milioni l'anno. Zach sorride, si alza dalla sedia dell'ufficio, ci dice "per quale motivo non dovrei accettare?" promettendo che l'indomani sarebbe passato a mettere nero su bianco. Ma Zach è abituato alle promesse non mantenute, e il giorno dopo non sarà già più a Memphis, destinazione Chicago, la sua prossima squadra. Mai banale, mai scontato, mai prevedibile. Buona fortuna Zach, e speriamo
di incontrarci nuovamente alle Finals.

domenica 4 maggio 2014

Due anni in 48 minuti




Partimmo male. Malissimo. Un coach reduce da un'esperienza fallimentare a Dallas in una franchigia dal poco appeal tecnico e mediatico ed evidentemente alla fine del suo ciclo. Giocatori che, eccetto Tony Allen (e non certo da protagonista) e i due mestieranti della prima stagione Prince e Miller non avevano mai vinto niente. Si erano sempre fermati sul piu' bello. E anche la stagione scorsa fu così, bloccati non senza qualche rammarico da OKC al primo turno dei playoff raggiunti con una striscia di vittorie da squadra vera. Poi l'off-season, caratterizzata da un lampo (l'acquisizione di Dante Exum, vera steal of the draft, sesto tra i rookie per statistiche a fine stagione) e qualche ombra come i dubbi sugli acquisti di Crawford, Pietrus e Nick Young, giocatori forse non adatti ma uniche alternative dati i contrattoni della coppia di lunghi piu' forte dell'NBA (ma anche una delle piu' costose). Un inizio disastroso considerate le aspettative, poi la svolta. Via tutti i nuovi arrivi per un Gallo in ombra a Denver. Cosa è cambiato? E' cambiato tutto. E' iniziata una rincorsa che ci ha portati al terzo posto della Western Conference, a uno sweep mancato solo per un buzzer beater di Lawson al primo turno di playoff proprio contro i Nuggets, alla clamorosa eliminazione apportata a Oklahoma City alle semifinali di conference, a una finale dell'ovest che ci ha visto per la prima volta alzare il trofeo di campioni della Western Conference complice il supporting cast dei Rockets che non è riuscito ad essere all'altezza delle prestazioni della Barba piu' lunga (e forte) dell'NBA.
Le finali. Incredibile, le finali! Dio solo sa come, ci siamo arrivati. Contro i Bulls, la squadra di uno dei giocatori con piu' fame di riscatto dell'NBA: quell'#1 nato a Chicago e che Chicago ha scelto per tornare ai fasti dell'era di MJ23. Un gruppo coeso, unito e dalle ottime doti tecniche contro un gruppo coeso, unito e dalle fantastiche doti tecniche. Ma non sempre gli aggettivi accrescitivi hanno la meglio. Perchè dove non arriva la tecnica, arriva ciò che batte in ognuno di noi, ciò che ci da la forza, ciò che ci fa soffrire oltremodo ma ci salva quando il fisico può non bastare. Il cuore di questi Grizzlies, signori, ci porta al titolo NBA.
Chicago Bulls 95 @ Memphis Grizzlies 98 (Rose 35, Noah 14 / Conley 26, Hawes 15)

sabato 3 maggio 2014

Il bivio




DE-VA-STA-TI. No, il punteggio non rende merito, perchè il 97-94 Grizzlies che ci porta sul 3-1 non rende merito a ciò che abbiamo fatto. Una prestazione ASSURDA nella prima metà di partita, roba che scoraggerebbe anche Micheal Jordan in persona. All'intervallo il punteggio recita +22 per noi, prima che il losing effort di Derrick Rose non li riporti fino al -3 giunto proprio a fil di sirena e senza nemmeno il gioco dei falli, tanto per capire che la partita era comunque sepolta. Partiti da sfavoriti, sì, inesperti a questi livelli, sì, ma ora siamo nel momento piu' bello. Perchè quando hai un sogno e non riesci a realizzarlo emotivamente sei danneggiato. Quando finalmente realizzi il tuo sogno, all'iniziale appagamento succede sempre un senso di vuoto e di ricerca di nuovi obiettivi. E lo sapete qual'è il momento piu' bello, invece? Quando il sogno lo stai per realizzare, puoi farcela, e ti manca solo l'ultimissimo sforzo, l'ultima dimostrazione di carattere per dire finalmente "ce l'ho fatta". O meglio, ce l'abbiamo fatta, a partire da Mike che ha dominato con 20 punti e 12 assist, per arrivare a Ed Davis, che nonostante abbia a tabellino solo 3 rimbalzi può permettersi lo stesso di dire che sta dando il massimo. Perchè, come tutti, lo sta facendo davvero. Venerdì, al FedEx Forum, ci tremeranno le gambe, ne siamo sicuri. E se piangeremo di gioia oppure usciremo col muso lungo, non sarà il destino a deciderlo. Saremo noi.
Chicago Bulls 94 @ Memphis Grizzlies 97 (Rose 30, Boozer 14 / Conley 20+12a, Gallinari 15)

giovedì 1 maggio 2014

Il leader

Me l'aspettavo. Un tripudio di persone al FedEx Forum. Tutti bravi a salire sul carro dei vincitori eh...peccato che per ora non abbiamo vinto NIENTE! I Bulls sono feriti ma non certo morti, Rose in gara 1 ci ha dimostrato ciò che PUO' fare...e se riesce a farlo, sono problemi grossi per tutti. Ma sarà oggi la sua giornata?
Thibodeau ha capito che non può esprimere il solito gioco dei tori, perchè è lì che noi troviamo terreno fertile...e allora cambia tutto, lo capiamo fin da subito, palla a Rose e via come razzi nella nostra metà campo. Inizialmente sbandiamo, 4,5 punti di svantaggio per tutto il primo quarto, ma poi compiamo un passo che mi fa capire che ho per le mani dei grandi giocatori: ci adattiamo. Pondexter esce dalla panchina e spara tre triple in fila, tre splash, sulle tribune si esulta e la faccia di coach Tom dice tutto: TIMEOUT. Gli ospiti rimescolano nuovamente le carte in tavola, mettendo il nuovo arrivo PJ Hairston che un po' di noia col suo tiro da 3 ce la da, ma anche quando sembriamo nuovamente in difficoltà troviamo lo sbocco. Lo sbocco è la persona di cui, quando giocava a Portland, si diceva: "Grandi Stats, ma non ha la testa per essere il leader di un team da playoff". No, da playoff no, ma da titolo forse sì...Zach Randolph umilia Boozer, canestri, canestri con fallo e una TRIPLA che vuol dire il +12 e soprattutto una spinta IMMENSA anche per i compagni! Siamo gasatissimi, i ragazzi si sentono finalmente FORTI e, tra coloro che hanno le casacche bianche con bordi rossi, solo l'1# prova a reggere. Perchè gli altri sembrano spauriti, spaventati da tanta irruenza, da una convinzione nei propri mezzi che nemmeno si immaginavano lontanamente. Derrick ci prova fino alla fine, ma non c'è niente da fare, Grizzlies 105 Bulls 90. Nel tennis si dice che siamo a due punti dal match, qui è diverso, perchè noi non ci sentiamo così vicini. Ma quei titoli "A Memphis ne mancano solo 2 per entrare nella storia" nei quotidiani di tutti gli stati d'America, sinceramente, un po' di brividi ce li fanno venire...
Chicago Bulls 90 @ Memphis Grizzlies 105 (Rose 34, Harris 13 / Randolph 30, Conley 11+13a)