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lunedì 15 febbraio 2016

Gli Scenari della Walker-Trade!

GLI SCENARI DELLA WALKER-TRADE

Premesso che dobbiamo farla, dobbiamo capire in che direzione agire. La domanda chiave è: D-Rose può essere un leader? Se la risposta fosse sì, sapremmo come muoverci, cedendo Walker a una squadra con basso CAP in cambio di spazio salariale utilizzabile nella prossima free agency in quella che dovrebbe essere una ricostruzione alla salsa di giocatori giovani (prodotti, preferibilmente, della draft class 2015/16 volendo evitare androidi e mutanti metallici). Per farla breve, ecco le strade che si stanno aprendo tramite le "possibilità di scambi".

-Walker (2X12M) + Young (1X1) per Jerami Grant (1X1) ma prodotto interessante anche in ottima rifirma, magari al posto di Crowder. Libereremmo, appunto, 12 milioni.

-Walker + Hill (2X2.5M) per Rashad Vaughn (2X2.5)...Vaughn è giovane e frizzante e potrebbe essere il nuovo Ellis, ma poi avremmo solo D-Rose e Joe Young in cabina di regia...rischio?

-Walker per Monroe (4X18M): Qui le cose si fanno difficili, Josh Smith è in calo e Monroe potrebbe essere un "Alpha" ma ha un contratto lungo e ci bloccherebbe il cap...non si fa

-Walker per Teague (3X11.5M): Contratti sostanzialmente uguali e Teague forse sarebbe ancora meglio di Kemba viste le sue caratteristiche difensive...ciò vorrebbe dire, però, lasciare Rose in panchina e temo che per Derrick tra poco il pino sarà stretto....

-Walker + Ellis (1x11M) per Bosh (2x26M) e Lin (2x3M). Bosh sarebbe PERFETTO per noi ma si creerebbe lo strsso problema di Monroe: cap bloccato. Un quintetto Rose-Bradley-George-Bosh-Turner però è da leccarsi i baffi...

-Walker per Burks (2X11M): Alec mi è sempre piaciuto tanto e potrebbe essere il "nuovo" Ellis, a quel punto però dovremmo tradare anche Monta prima della dead-line per evitare affollamento tra le shooting guards. Ipotesi comunque interessante.

-Walker + Crowder (3X6.8M) per Gary Harris (1x2.5M). Altra ipotesi a cui penso seriamente. Crowder è bravo, ma non insostituibile sicuramente. Libereremmo 19 milioni per la prossima free-agency, ovvero un top. E il Gary è spumeggiante, eccome...

Wake me Up when December Ends


L'incubo si ripete?




Beh, lo scenario sarebbe perfetto. Inizio di stagione non ottimo ma buono, squadra in fase di amalgama con Rose da inserire e...ecco che alla prima di dicembre Derrick si spacca. Le facce dei compagni, alla sua caduta sul parquet contro gli Charlotte Hornets, dicono tutto. "Career-ending injury?"

No, ma il problema al ginocchio di Rose lo tiene fuori due settimane. Due settimane in cui andiamo incontro a un turbine di CINQUE SCONFITTE CONSECUTIVE che alimentano il malumore e creano problemi che non dovrebbero esserci. Se Jordan Hill da una parte si lamenta dell'intensità degli allenamenti, dall'altro è proprio il rientrante Derrick a dire che la squadra vorrebbe lavorare di più. Due problemi opposti non si risolvono e anzi, ne sorgono altri.

Bradley ci lascia. Infortunio al ginocchio anche per lui, proprio al termine di un'altra streak di 3W consecutive che ci aveva parzialmente risollevato, ma qui la diagnosi è di 6 settimane di stop. Insomma, non lo avremo fino a poco prima dell'All-Star Game incrociando le dita per eventuali ricadute o prodigiosi recuperi.

Ma il guaio più grosso deve ancora arrivare...


Proprio prima di lasciarci agli auguri di Capodanno, dopo aver concluso questo Dicembre con un record di perfetto 50% (criticabile, ma in parte "giustificato" dagli infortuni), scoppia THE BOMB.

Kemba Walker si fa largo tra le stanze del front-office e chiama a sè presidente, coach e GM per esprimere la sua frustrazione. Vuole essere un leader, il posto qui gli sta stretto e, parola sua, crede che parte dei possessi di George debbano essere, invece, sua esclusiva. Sono frasi forti, ancor più forti se ci mette di fronte a 3 alternative.
-Scambiare George
-Scambiare lui
-Provare a convincerlo per il bene della squadra.

Escludendo a priori la prima decidiamo di fargli capire che per noi è importante ma se vogliamo ripeterci non scambieremo né lui né Paul. L'effetto delle nostre risposte è DEVASTANTE! Walker lascia la stanza sbattendo, il suo morale crolla a picco (10) e non ci lascia alternative se non la sua trade. E che scenari si apriranno, adesso?

Novembre...poco da dire!

Per la prima volta in questo capitolo iniziamo la stagione direttamente a Novembre senza passare per la Halloween Night. E com'è andato questo novembre? Bene ma non benissimo, come ormai di consueto nella regular season.

Mentre i Cleveland Cavaliers (13-1) sembrano avviati verso la conquista del seed #1, a scanso di miracoli (e ci si chiede come, visto che il nucleo della squadra è il solito con i soli Irving e Love al comando della barca) noi ci sediamo a un record di 9-6 che però da più fiducia rispetto all'anno scorso. Perchè nonostante le vittorie siano relativamente poche in confronto alle sconfitte, in quest'ultime non abbiamo mai assistito a veri e propri crolli bensì a gare perse nel finale per una mancanza di concentrazione che possiamo anche tollerare visto che veniamo da due titoli NBA consecutivi. Da registrare la L contro le nostre bestie nere, i Celtics di LeBron che quest'anno hanno aggiunto il pezzo pregiato della free agency Greg Monroe.

D-Rose si sta ambientando bene fornendo punti ed energia dalla panca e già nel mese di dicembre potremmo avere qualche informazione in più visto che troviamo squadre toste come Thunder Clippers e Warriors nella prima tournèè ad ovest della stagione.

Di sicuro non si sente il bisogno di rivoluzionare il roster come a dicembre scorso, ma vediamo...Smith ha subito un lieve calo e la mancanza di un lungo è forse il nostro "need" principale. Vedremo come muoverci. Per la prima volta in questo capitolo iniziamo la stagione direttamente a Novembre senza passare per la Halloween Night. E com'è andato questo novembre? Bene ma non benissimo, come ormai di consueto nella regular season.

Mentre i Cleveland Cavaliers (13-1) sembrano avviati verso la conquista del seed #1, a scanso di miracoli (e ci si chiede come, visto che il nucleo della squadra è il solito con i soli Irving e Love al comando della barca) noi ci sediamo a un record di 9-6 che però da più fiducia rispetto all'anno scorso. Perchè nonostante le vittorie siano relativamente poche in confronto alle sconfitte, in quest'ultime non abbiamo mai assistito a veri e propri crolli bensì a gare perse nel finale per una mancanza di concentrazione che possiamo anche tollerare visto che veniamo da due titoli NBA consecutivi. Da registrare la L contro le nostre bestie nere, i Celtics di LeBron che quest'anno hanno aggiunto il pezzo pregiato della free agency Greg Monroe.

D-Rose si sta ambientando bene fornendo punti ed energia dalla panca e già nel mese di dicembre potremmo avere qualche informazione in più visto che troviamo squadre toste come Thunder Clippers e Warriors nella prima tournèè ad ovest della stagione.

Di sicuro non si sente il bisogno di rivoluzionare il roster come a dicembre scorso, ma vediamo...Smith ha subito un lieve calo e la mancanza di un lungo è forse il nostro "need" principale. Vedremo come muoverci.

The Ring Chaser!


RING CHASER





Ed ecco l'unica mossa di mercato dei Pacers in questa off-season. In una free-agency che offriva pochissimo (il miglior fit era Monroe che avremmo dovuto strapagare) sfruttiamo l'unica finestra di cap disponibile (7 milioni) per firmare Derrick Rose con un triennale.

Non c'è grandissima enfasi nell'annuncio perchè Rose non è più quello che vinse l'MVP. In questo 2k-mondo è stato tradato ai Jazz dopo un solo anno, con la franchigia dei mormoni in cerca dell'anello mancante per tornare in post season. Cosa che non è avvenuta. Derrick è diventato free agent ed era un'occasione troppo ghiotta per non firmarlo. Ecco le sue dichiarazioni:

- Sono consapevole di non essere più il giocatore capace di portare i Bulls a oltre 60 vittorie in stagione, ma credo di poter ancora dire la mia in questa lega. Per la prima volta nella mia carriera accetto di partire dalla panchina, e questo è importante per me. La consapevolezza di non essere al top delle gerarchie mi aiuterà ad abbassare la pressione su di me in modo da poter lavorare con tranquillità. Non chiamatemi "Ring Chaser", non paragonatemi a Ray Allen o Gary Payton quando raggiunsero gli Heat. Voglio lasciare il MIO segno su questa squadra. -



Indiana Pacers 2017/2018 Roster

Kemba Walker (Derrick Rose) (George Hill) (Joe Young)
Avery Bradley (Monta Ellis) (Courtney Lee)
Paul George (Jae Crowder) (PJ Hairston) (Glenn Robinson III)
Josh Smith
Jordan Hill (Miles Turner, Ian Mahinmi)

lunedì 8 febbraio 2016

Nba Finals Game 7: In paradiso o ALL'INFERNO


C'è tensione nell'aria. C'è tensione perchè l'Oracle Arena e gli Warriors tutti si erano già visti con l'anello al dito dopo il "clutch game" alla Bankers Fieldhouse. E adesso si ritrovano a giocarsi una stagione negli ultimi 48 (o forse più minuti) contro una squadra che, almeno sulla carta, non ha niente da perdere.

Ma non prendiamoci in giro: il dire che stasera i Pacers non hanno niente da perdere ed è già un miracolo se sono arrivati fin qui è una boutade, un giochetto mentale per alleggerire la pressione e trovare giustificazione a un'eventuale sconfitta. Sì, abbiamo già fatto tanto con la rimonta fino al 3-3, ma se abbiamo dovuto rimontare è perchè siamo andati sotto e quando ti giochi il titolo non esiste avere pressione o meno: stasera sarà una battaglia.

Walker, Bradley, George, Smith, Hill vs Curry, Thompson, Barnes, Hansbrough, Ezeli: Draymond Green, che aveva provato a forzare un miracoloso recupero, non è della disfida.

L'inizio di partita degli Warriors è di quelli che non ti aspetti: schiacciatona di Barnes e 2-0, tripla di Curry e sulla nostra successiva rimessa rubata ancora di Barnes e 7-2: la Oracle, leggermente sopita dalla paura, è in fiamme: hanno già visto tante volte la loro squadra iniziare una partita così e non smetterla più di fare canestri.

Ma stasera è diverso, stasera siamo TROPPO concentrati per farci spaventare da un brutto inizio. Si comincia a giocare come sappiamo, testa bassa e occhio al compagno libero. Come spesso accade in avvio di partita, si va da Josh Smith, un giocatore che ha bisogno di fiducia e di partir bene per essere incisivo. Lo farà, con i suoi soliti canestri in allontanamento dal post fino a scivolare oltre l'arco dei 3 punti. E lo seguirà un altro grande "ritrovato" della serie, quell'Avery Bradley che gode del calo difensivo di Curry per punire dall'arco dei 3 punti. 30-24 Pacers il primo quarto, ma la partita è apertissima.

Come di consueto tra la fine del primo quarto e il secondo fa capolino la second unit, e qui gli effetti del peso mentale di una gara 7 si fanno sentire eccome. Monta Ellis, uno non proprio abituatissimo a partite "importanti", sembra esser ricaduto nell'involuzione che l'aveva accompagnato fino a qualche partita fa. Miles Turner gioca come al solito, librandosi nel pitturato con estrema eleganza, ma la mano trema più del solito. Ad evitare la rimonta Warriors ci pensa uno dei soldati preferiti di coach Gensi: raramente ricorriamo a Ian Mahinmi in attacco ma stasera il francese è in serata di grazia. Non ha tiro da fuori, non ha grandi movimenti sotto canestro ma fa sempre la cosa giusta, soprattutto quando non ha la palla in mano, trovandosi spesso nella posizione giusta per due facili. Si va a riposo sul 60-56 Pacers, con la partita apertissima e quel clima da garasette che ti porta a pensare "ora ci uccidono".

Non è così. Quello per cui abbiamo lavorato sin dall'inizio dei playoffs, ovvero la gestione dei minutaggi, si fa sentire stasera più che mai. Quando la testa è oppressa dalla tensione, anche le gambe ne risentono. Soprattutto se le gambe sono in sofferenza e così mentre Curry, Thompson e Barnes si prendono le responsabilità offensive gli altri Warriors spariscono dal match, pasticciando con palla e movimenti. L'Oracle Arena, che già dal primo quarto si era raffreddata, adesso è diventata di ghiaccio vedendo i loro beniamini scivolare giù, sempre più giù, fino al +11 Pacers che suggella la fine del terzo quarto. Mi chiederete come faccio a narrarvelo con così poca enfasi, penserete "oh, sembra che stia raccontando il season opening della stagione...questo ha già vinto il titolo ed è freddo come il marmo..."

Perchè non sarà così. E ce lo aspettavamo.

Gli Warriors affrontano gli ultimi 12 minuti con la determinazione di chi vuole vincere il titolo a tutti i costi. Kerr ricorre finalmente alla small-ball con Iguodala da 4 ed Ezeli da 5, noi non vogliamo modificare gli equilibri e sfruttiamo fino in fondo il quintetto base. Loro, però, sono più in palla di noi. E il "Dynamic Trio", che fin lì aveva sì segnato ma con percentuali ben sotto il 50% dal campo, comincia a metterle TUTTE. Noi non facciamo certo da sparring partners e cerchiamo di contenerli rallentando i possessi, ma la nostra crisi offensiva è ben evidente. In realtà recupereranno solo 5 punti fino all'ultimo minuto di gara, ma basta vedere i loro sguardi per capire che ce ne potrebbero fare 6 in 10 secondi, se abbassassimo ulteriormente la guardia. George, con 1'10'' sul cronometro, sbaglia l'ennesimo tiro. Gli Warriors prendono il rimbalzo e con una rapida transizione trovano Klay Thompson appostato da 3. All'Oracle alzano già le braccia, e non sbagliano. SPLASH! 55 secondi da giocare, -3 Golden State. Siamo alla canna del gas. Decidiamo di dare il possesso a George, non certo il più in canna ma è il leader e ci si aspetta da lui la giocata risolutrice. Isolamento del 13 con i secondi che scorrono, crossover sul Barnes e long-two del titolo. NO.



Ora i fans sono "on their feets", Iguodala coglie il rimbalzo e cerca subito di capire quale sia la giocata migliore.
La troverà
. Con un lancio da quarterback il pallone supera tutti i Pacers che stanno rientrando in difesa e finisce esattamente lì, tra le mani di Thompson, per il tiro più importante della sua carriera. Mentre Klay si alza, con Bradley che tenta un disperato recupero per contestare il tiro, il tempo alla Oracle Arena si ferma. La palla parte dalle braccia del giocatore degli Warriors, chi è a sedere dietro di lui, esattamente in traiettoria con il canestro, comincia già a esultare. Perchè il tiro, già dalla parabola ascendente, sembra destinato a entrare proprio dentro la retina.



Ma gli dei del basket, stasera, vollero diversamente. La palla accarezza appena appena il ferro, ma è la carezza di un serpente stretto al collo. Danza per qualche istante dentro l'anello circolare e poi, miracolosamente, esce. Klay Thompson & soci l'avevano vista dentro, per loro è come guardare verso il cielo e vedere un meteorite cadere dritti verso di loro. Lo shock li disinteressa totalmente al rimbalzo offensivo, preso da Kemba Walker e arpionato da Barnes. Ora è tutto in mano a questo ragazzo qui, criticato eccome nel corso della stagione al punto che il presidente nel corso della serie ha chiesto di non schierarlo più nel quintetto titolare. Ora la mano dell'ex Bronx-boy non deve tremare da quella lunetta che PUO' regalarci il titolo.



I suoi liberi sono esattamente uguali. Entrambi...

PERFETTI!!
SIAMO CAMPIONI!

E se lo meritano TUTTI questo titolo. Un titolo arrivato sputando sangue, lasciandoci dietro le critiche per un roster apparentemente male assemblato, i malumori del presidente e dello staff, i dubbi su un livello di difficoltà apparentemente inviolabile...

TONIGHT IS THE NIGHT IN INDY!


Nba Finals Game 7: Indiana Pacers @ Golden State Warriors 115-107
Pacers: Ian Mahinmi 19, Josh Smith 18, Avery Bradley 15, Miles Turner 14, Jordan Hill 13, Kemba Walker 12, Paul George 11
Warriors: Klay Thompson 25+10 rimbalzi, Stephen Curry 23, Harrison Barnes 23, Andre Iguodala 15, Festus Ezeli 13

Nba Finals #Game 6: #FORZIAMOLA


"Non ci sono scuse adesso...voglio vedere gara 7. Poi, come andrà andrà, ma voglio vedervi tornare alla Oracle Arena. Fatelo."



Quanto dettoci da Larry Joe Bird non lascia spazio ad alternative. Dobbiamo vincere questa gara 6 altrimenti, senza essere troppo velati, il mio posto salta. Il pre-partita è pieno di tensione con i media a seminare ancor di più zizzania, tanto che il GM abbandona la conferenza stampa anzitempo. Parlerà il campo


La tattica è una e una sola. Asfissiare Golden State dall'inizio. Niente ritmi altissimi, dove loro trovano terreno fertile, ma circolazione di palla ossessiva fino a trovare il tiro più conveniente. In difesa, ancora più attenzione sui comprimari, coloro che ci hanno fatto perdere 3 partite per la nostra (forse) troppa attenzione sul trio Curry - Klay - Harrison.

La strategia, almeno inizialmente, è un successo. Il pubblico della Bankers non credeva di vederci giocare qui di nuovo in questa stagione, la loro spinta è incredibile. George non fa la "stella" ma la sua sola presenza alza inevitabilmente l'attenzione verso di lui, lasciando spazi agli altri. E così chiudiamo il primo quarto sul +6, con Bradley e Smith tra i più positivi.

Nel secondo quarto la situazione cambia, gli Warriors provano a reagire con i canestri di Curry (che aveva iniziato con un terribile 1/7 al tiro) e Thompson ma l'onda d'urto è retta benissimo dalla nostra second unit, dove un Ellis ritrovato "pizzica" gli avversari mentre Turner e Mahinmi agiscono con grande sinergia: il primo sfrutta tutto il suo talento per segnare nei modi più disparati mentre il francese approfitta dei rimbalzi e delle hustle plays alzando la fortificazione nel nostro pitturato: si va a riposo sul +5.

Non è certo un vantaggio decisivo, ma i dati scrivono che Curry e Thompson sono già "overused" mentre noi riusciamo a proporre una rotazione lunghissima, merce rara ai playoff di questi tempi in NBA. Se ne deduce che quando torniamo dalla locker room le nostre stelle sono belle fresche e riposate mentre gli Splash Brothers appaiono tirati nonostante la mezz'oretta di pausa: è il momento decisivo.

A dire il vero i due fenomeni di GSW giocano bene anche il terzo quarto, but we are better...è un crollo fisico per gli ospiti che non sono più pericolosi in transizione come nelle prime gare della serie a differenza nostra e ricorrono sempre di più ad isolamenti che in un modo o nell'altro (aiuti o raddoppi) riusciamo a contenere. E in attacco viaggia tutto alla perfezione: J-Smoove piazza due inchiodate d'autore, Bradley è un autentico cecchino e Turner continua ad irridere in tutte le salse i pachidermici Bogut ed Ezeli. La Bankers Fieldhouse è in visibilio, la rimonta è completata e nell'ultimo quarto, per la prima volta nella serie, è puro garbage time. Finisce 116-94 con tutti i nostri ragazzi a referto (eccetto Courtney Lee che per motivi numerici è inattivo), il nostro l'abbiamo fatto e le facce impaurite degli Warriors a fine partita la dicono tutta: gara 7 è a casa loro, ma gran parte delle loro certezze stasera si sono sgretolate.



Nba Finals Game 6: Golden State Warriors @ Indiana Pacers 94-116

Warriors: Stephen Curry 24, Harrison Barnes 21, Klay Thompson 19, Festus Ezeli 11+10 rimbalzi
Pacers: Miles Turner 18, Avery Bradley 14, Josh Smith 14, Monta Ellis 13, Paul George 12, Kemba Walker 10

#TheFinals #Game5: Trying to comeback


ORGOGLIO...

Mentre scorro ormai distrattamente le varie divise degli Warriors per quella che sarà, molto probabilmente, la nostra partita della stagione ne fa capolino una così denominata...

ORGOGLIO




Quello che dobbiamo avere per essere arrivati fin qui, quello che non dobbiamo perdere adesso. Win or go home, che si vinca o si perda vogliamo lasciare il sangue sul parquet della Oracle Arena. Durante il riscaldamento Curry si avvicina a noi dicendo più o meno così...

"Belle divise. Bravi, bisogna vestirsi bene al proprio funerale..."

La tensione sale.

"Vi provocano perchè hanno paura ragazzi" - suggerisce Kevin Garnett dalla panchina (è uno dei nostri assistenti) - "evidentemente c'è qualcosa che non va..mettetegli pressione..."

In effetti qualcosa che non va negli Warriors c'è. L'infortunio di Tyler Hansbrough è più grave del previsto, Psycho-T stringe i denti in mancanza di alternative come ali grandi (Draymond Green è, ricordo, ancora ai box per un infortunio al menisco) ed è LI' che dobbiamo colpire...

A pensarci Joshua "Josh" Smith, uno dei più positivi fin qui. E' a lui che affidiamo i primi possessi della partita, puntando su un jump-shot che sembra finalmente "confident", capace di allontare Hansbrough dal pitturato e di farlo soffrire sulla corsa. Gli Warriors in attacco non hanno alcun problema con il triumvirato Curry-Thompson-Barnes a mettere la carne al fuoco, ma appaiono meno lucidi, meno brillanti del solito per essere davanti al proprio pubblico nella gara che dovrebbe consegnargli il titolo...

Andiamo all'intervallo sul +2 per noi ma con l'interessante risvolto che i titolari finora abbiano giocato pochissimo: il quintetto di ricambio con Walker - Hill - Crowder - Mahinmi e Turner ha lavorato bene...Walker? Sì, perchè abbiamo ascoltato il nostro presidente spostando Kemba - momentaneamente - nella second unit partendo con Ellis e Bradley nel backcourt. La decisione è stata presa in modo da avere più tiro nel secondo quintetto, con Ellis che chiude troppo il campo spostato nel primo dove può attaccare più agilmente il ferro. Ed entrambi stanno facendo bene.

Nel terzo quarto ecco che finalmente la partita comincia a pendere da un lato: ed è il nostro. Sarà colpa della stanchezza, sarà colpa della pressione, ma l'intensità difensiva che aveva caratterizzato gli Warriors sin da gara 1 della serie all'improvviso sparisce. E dilaghiamo. +10 a fine terzo quarto, +15 ad inizio ultimo periodo. Curry, Thompson e compagnia cantante non lasciano spazio alle riserve, cosa che invece facciamo noi aumentando ulteriormente il vantaggio. Perchè oggi, dal primo all'ultimo, sono tutti ON FIRE. E aveva ragione chi diceva che giocare col cervello sgombro aiuta..sì, perchè gli Warriors sono ancora (ovviamente) i favoriti numero uno, ma stasera vinciamo noi espugnando per la prima volta l'Oracle Arena. E adesso, a Indianapolis, devono andare tutti al box-office a prendere il biglietto per gara 6 dei propri Pacers. Se per rendere onore alla loro stagione o per augurargli ancora buon viaggio verso la California, questo lo vedremo...



NBA Finals Game 5: Indiana Pacers @ Golden State Warriors 113-102
Pacers: Paul George 17, Jordan Hill 16, Josh Smith 16, Avery Bradley 12, Pj Hairston 11
Warriors: Stephen Curry 24+11 assist, Klay Thompson 20, Harrison Barnes 19, Festus Ezeli 16