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martedì 29 aprile 2014

United Center again



In questi playoff abbiamo sempre perso una partita in ogni serie. Ma mai la partita persa era la gara d'esordio, e mai ci poneva in condizione di svantaggio. Stavolta è diverso, siamo sotto per la prima volta. E inoltre siamo a Chicago, la patria cestistica di MJ, qui si è di bocca buona sul basket. Ci si esalta fino in fondo per un campione solo quando vince, è per questo che su Derrick Rose qualche dubbio è sempre rimasto a Windy City. Ma la vittoria di gara 1 sembra averli spazzati via, e lo spettacolo che ci si prospetta davanti quando calchiamo per la seconda volta in stagione il parquet dello United Center sembra volerci dire "ritiratevi, prima di fare una figuraccia". Niente di piu' sbagliato. Per decidere una partita, a volte, basta un fischio arbitrale. Figuriamoci 2...2, come i falli fischiati a Derrick Rose nel primo minuto di partita. La star, costretta a sedersi in panchina, vede i compagni sbandare sotto i colpi di...tutti. Sì, perchè la divisione nei tiri è clamorosa, nessuno va on-fire, ma tutti cominciano con ottime percentuali. A differenza dell'#1 che al rientro in campo, forse per foga, forse per rabbia, sbaglia i primi 6 tiri e addormenta il gioco di Chicago. Nessuno ci sta credendo, ma i Bulls vacillano e non poco. -11 all'intervallo, solo trentacinque punti segnati per Chicago, che resta in partita solo per la maestria in difesa con cui coach Thibodeau ha costruito un gruppo che è a un passo dall'essere finalmente vincente. Al rientro Chicago prova a tornare sotto grazie a Noah e Rose, ma stasera non è serata per loro. I dubbi turbinano a Chicago, a Memphis si tira un sospiro di sollievo perchè sembrava che il sogno stesse per spezzarsi sul piu' bello già nelle prime battute di queste finali. Ma stasera lo United Center è nostro, come lo fu nel primo anno di 2kmondo, quando ancora i Grizzlies erano "quelli che lottavano per i playoff". Ora non si lotta piu' per i playoff. Si lotta per metterci l'anello al dito. E, nelle prossime tre partite, lotteremo a casa nostra. Davanti alla nostra gente. O meglio, INSIEME alla nostra gente.
Memphis Grizzlies 95 @ Chicago Bulls 83 (Conley 19+10a, Exum 13 / Rose 21, Harris 19)

lunedì 28 aprile 2014

Spenti.

Grandi sensazioni attanagliavano questa gara 1 di finale NBA, la prima per noi, i Grizzlies, una squadra nata dal niente, senza pubblico, sostenuta dal niente, sulla cui panchina mi sono ritrovato quasi per caso, senza troppe aspettative né emozioni. Poi i piccoli passi, i miglioramenti, l'esplosione. I playoff di quest'anno, incredibili per come abbiamo schiacciato tutte le avversarie. La consapevolezza di essere finalmente forti, una realtà del basket americano, alla ricerca solo del lieto fine per una delle piu' belle favole sportive degli ultimi anni. Ma quando i sogni lasciano spazio ai numeri, ecco che gli occhi diventano tristi e l'espressione sconsolata..
Quattordici punti. Quattordici maledetti punti. Sono gli unici che segniamo nel terzo quarto di gara 1, quelli che ribaltano la sfida dopo che eravamo stati in vantaggio per tutto il primo tempo. Derrick Rose (34 punti, 15-24 dal campo) è sostanzialmente immarcabile, quindi l'unico modo per vincere è fare piu' punti di lui. E per una grande fetta di partita vi riusciamo, mettendo in difficoltà Thibodeau grazie alla varietà del nostro attacco. Ma poi coach Tom trova la chiave per chiudere i portoni del pitturato Bulls, e si mette male, malissimo. Chicago prende le redini della gara, noi la delusione per esserci illusi di poterli battere a casa loro. Finisce 111-104 con la consapevolezza che, dato che non abbiamo il fattore campo per non sappiamo quali astrusi motivi (Silver???), se perdiamo anche gara 2 si mette malissimo. Una sconfitta che non ci aspettavamo ma che dovevamo attenderci, una netta ridimensionata, la nuova quanto antica sensazione di non poter fare affidamento solo sul nostro gioco. Ora dobbiamo metterci il cuore. Sin da gara 2, sempre quì, allo United Center. Il tempio rosso.
Memphis Grizzlies 104 @ Chicago Bulls 111 (Conley 26, Exum 23 / Rose 34, Harris 21)

domenica 27 aprile 2014

We can rewrite the history?

La culla del blues, del gospel, del rock & roll, del basket. Ah no scusate, il basket con Memphis non ci ha mai azzeccato niente. E finchè un certo Derrick Rose non scelse i Tigers di John Calipari, non è che neppure quello collegiale fosse molto seguito. Figuriamoci i Grizzlies, squadra esportata da Vancouver (dove già non godeva di un grande seguito, va detto) e trapiantata nella città di Graceland senza un particolare senso, frenata oltretutto da risultati pessimi finchè un certo Pau Gasol non fece comparire i Grizzlies al grande carrozzone dei playoffs NBA nel lontano 2004. Di lì in poi, un crescendo sportivo ha avvolto questa piccola franchigia, ma se ti aggiri nelle vie di Memphis e ne sei l'allenatore, fidatevi, in molte vi riconosceranno. Qui si pensa al business, agli affari, mica la gente ha tempo per andare al FedEx Forum, no? Beh, quindi se solo vedremo un tifoso in piu' del normale in gara 1 delle NBA Finals, capiremo che la tendenza finalmente si è invertita. Il vincentissimo coach "Zen" Barbatrucco in tempi non sospetti dichiarò che i Rockets sono la piu' grande bufala della post-season NBA. Tendenza confermata. Harden è eroico, ma noi siamo SQUADRA e passiamo al Texas Center, ci andiamo a giocare un sogno grande, che mai avremmo immaginato di poter coronare già quest'anno. Ma ora, l'ostacolo da superare è quello piu' grande. Una squadra allenata forse dal miglior coach NBA, un giocatore dal talento immenso che ha finalmente la possibilità di giocarsi l'anello nelle migliori condizioni fisiche. Una vecchia conoscenza di questa città, perchè Derrick a Memphis ci ha studiato, si è fatto conoscere al grande pubblico prima di tornare a casa nei suoi Bulls. Bulls che hanno liquidato 4-1 New York e sono i nostri prossimi avversari in una serie di 7 gare in cui il primo tip-off è alle 21:00 di mercoledì allo United Center, nonostante il nostro record sia migliore del loro (...). Una serie in cui la palla peserà tantissimo. Una serie in cui le palle conteranno tantissimo. Ragazzi, ci siamo.
Memphis Grizzlies 113 @ Houston Rockets 103 (M.Conley 25, D.Exum 25 / J.Harden 38, J.Lin 14)

venerdì 25 aprile 2014

Sorpresi


L'avevo detto, l'avevo ricordato, l'avevo raccomandato. "Questi non sono i veri Rockets, ragazzi". Parole al vento. I veri Rockets sono quelli che chiudono 39-20 il primo quarto al Forum con 7/7 dal campo di Harden, quelli che vanno all'intervallo sul 67-45 dando l'impressione di poter riaprire tutto. Ma i veri Rockets accendono i veri Grizzlies. E il terzo quarto è una delle piu' belle prestazioni di squadra mai viste. 13/15 dal campo, 6/7 da 3, 7-8 ai liberi e 19 punti concessi, un pubblico che impazzisce, dei ragazzi che tornano sotto fino al -2 in una partita che era già chiusa. Una prova di carattere immensa che rende l'ultimo periodo una lotta all'ultimo canestro, così è, torniamo a -1, -2, poi di nuovo a -4...sì, perchè purtroppo ci manca l'ultimo passo. E' come quando sali un'immensa scalinata e vi trovi in alto una porta di cui non hai la chiave. E' come quando hai un lenzuolo di due metri e devi coprire un letto di due metri e 05...puoi metterla in tutti i modi, ma rimarrà sempre quel piccolo margine che sembrerebbe così facile da colmare, ma sai che farlo è impossibile.. Siamo lì, ma il nostro vantaggio non arriva mai, non ci riusciamo e ogni tiro in cui il pubblico ha le mani alzate perchè sembra quello buono per prenderci finalmente la leadership si spegne sul ferro. Alla prima occasione, Houston segna due triple in fila che vogliono dire il +7 e chiudono definitivamente la contesa. Questi sono i veri Rockets, ma a tratti abbiamo visto ciò che possiamo fare, la nostra capacità di reagire e di annullarli offensivamente. Così dobbiamo giocare. E, se vogliamo arrivare a queste maledette finals, in gara 4 non possiamo permetterci un altro scivolone. Cosa non difficile da far capire a gente che di esperienza in NBA, come Z-bo, Gasol e Conley, ne ha parecchia. Ma è sempre meglio ricordarla, anche se vedendo ciò che succede in gara 4 l'unica cosa che posso pensare è che lo sapessero già da soli. Sì, ce la possono fare sotto il naso una volta. Non due volte. Davanti alla nostra gente, per giunta. La reazione è di quelle importanti e, per un giorno, la nebbia e il grigiore che circondano Memphis, Tennessee, sembrano essere sparite lasciando spazio a un futuro radioso. E' 3-1 e ne manca solo una! Partita PERFETTA, perchè i Rockets sono in una super giornata sì al tiro e propongono una sorta di run & gun che inizialmente ci mette in grossa difficoltà. A spezzare l'andamento della prima metà di gara l'uscita di Exum dalla panca, che ci regala un break di 9-0 portandoci per la prima volta a una doppia cifra di vantaggio. Ma i Rockets mica mollano eh! La squadra piu' forte della Western Conference (secondo la classifica chiaramente) torna sotto fino alla parità di inizio quarto quarto. E lì serve il colpo di spugna del veterano, le giocate d'esperienza che fanno demordere gli avversari in fase positiva. E il colpo lo da Z-Bo, che porta a scuola letteralmente Howard segnando 10 punti in un amen e chiudendo la contesa. Un po' di apprensione nel finale perchè Harden è un diavolo ed è sempre on-fire ma il pragmatismo vince, ci portiamo sul 3-1 e...oh...ragazzi, il coach non si può piu' nascondere. Alle Finals dobbiamo cominciare a pensarci...
Houston Rockets 119 @ Memphis Grizzlies 111 (Harden 38, Howard 17 / Conley 30, Gallinari 21)
Houston Rockets 106 @ Memphis Grizzlies 114 (Harden 33, Parsons 16 / Conley 25, Randolph 18)

mercoledì 23 aprile 2014

The Rocket took of...or landed?






Il Texas Center in visibilio dopo il parziale di 33-18 nel terzo quarto che fa esplodere la gioia del pubblico. James Harden che chiude la partita con 35 punti e 10 assist, Dwight Howard che ne aggiunge 22 tirando 11-12 dal campo. Conley in serata nera che tira 3-16 dal campo di cui 1-11 dall'arco. Tutti gli ingredienti per una sconfitta meritata, direte. Ma lasciate che il coach aggiunga qualche altro ingrediente. 21-2 di parziale per noi nella prima parte del rush finale, Gallinari on fire che segna 12 punti di fila stoppando due volte la barba piu' lunga dell'NBA. Tony Allen che mixa la velocità di una guardia alle mosse nel pitturato di un centro navigato. E l'epilogo non vi sembrerà più così scontato....1-0 Memphis! Espugniamo il Texas Center chiudendo la partita proprio quando sembravamo spacciati, dimostrando che la Conley-dipendenza è ormai un lontano ricordo e gelando i Rockets a casa loro. Oh, ragazzi, non ci montiamo la testa, però ormai è chiaro che non abbiamo paura di nessuno e la Gallo-Trade ci ha reso finalmente una squadra vincente. Vincente nel senso di partite singole perchè continuo a pensare che per questa stagione di anelli al dito non ne dobbiamo parlare...e sfoggio il mio pensiero come verità saliente quando Exum porta palla nel garbage time finale di gara 2, i tifosi Rockets lasciano lo stadio, in panchina la mia faccia a patata lessa dice tutto...chiedo al mio assistente, perchè non ci sto a capì nulla. "Scusa carissimo, ma hanno invertito home ed away nel tabellone vero? Ho esagerato con la birra...pensa che leggo che siamo sopra di 15..." e quel vecchiaccio di Henry Bibby mi risponde qualcosa di simile a "nono, è tutto a posto, abbiamo vinto anche gara 2". Abbiamo vinto anche gara 2...ABBIAMO VINTO ANCHE GARA 2??? Ebbene sì...ha dell'incredibile, perchè i Rockets, desiderosi di riscattarsi, sono partiti a mille mettendoci subito all'angolino con 10 punti di vantaggio nel primo quarto. Ma i 20 punti in uscita dalla panca di Dante Exum e il grande lavoro di difensivo di Allen e Conley sono stati troppo per il backcourt Lin-Harden, che dopo un inizio favoloso hanno tirato 9-30 dal campo tagliando praticamente fuori dai giochi Houston. Ed è stato ESALTANTE il lavoro di Gasol su Howard, limitato a soli 12 punti e posto sempre nella situazione di dover ricevere palloni sporchi e poco giocabili. Insomma, incredibile a dirsi ma effettivamente vero, andiamo a Memphis leading the series 2-0. E, ora piu' che mai, non dobbiamo perdere la trebisonda. Harden non vuole certo perdere ancora. Nemmeno noi.
Memphis Grizzlies 100 @ Houston Rockets 93 (Gallinari 20, Exum 17 / Harden 35, Howard 22)
Memphis Grizzlies 103 @ Houston Rockets 90 (Conley 21+9a, Exum 20 / Harden 19+8a, Parsons 13)

domenica 20 aprile 2014

La resa dei conti

[spoiler alert: questo è il recap di game 5. Per leggere i recap di gara 3 e 4 scorrere al post precedente]











Non avrebbe senso raccontare i primi tre quarti di Grizzlies-Thunder. Non avrebbe senso perchè, nel piu' classico del win or go home, la tensione non consente manco di trovare spunti tecnici. Che partita! Mai una delle due squadre è riuscita a passare avanti, difese assurde, canestri impossibili, ma mai la sensazione che noi o i Thunder potessimo da un momento all'altro prendere in mano i giochi.  E neanche le fasi iniziali del quarto quarto riescono a invertire la tendenza, fino a che...beh il detto è "non svegliare il can che dorme" vero? Beh, KD sveglia il nostro Pitbull schiacciandogli in faccia a 6'45'' dalla sirena per il -1 Thunder. E' l'ERRORE. Tony Allen Segna 4 punti, 2 rubate e un assist in fila e in un baleno il punteggio dice Grizzlies 80, Thunder 73, 5'36'' to play timeout Brooks. E' stata una bella botta per Oklahoma, ma piano piano i Thunder rosicchiano qualcosa fino a tornare al possesso di svantaggio con il -3 di Durant a 2'31'' dalla fine. Chiamiamo timeout, decidiamo di sfruttare tutti i 24 secondi e ancora Allen non tradisce riportandoci in linea di galleggiamento. In tribuna il silenzio comincia ad aleggiare, ma a interromperlo ci pensa Air Congo Serge Ibaka che riscatta una gara anonima con 4 punti consecutivi che ci mandano in affanno. Fortunatamente, quando c'è da tirar fuori i coglioni, abbiamo uno che nella vita li ha sempre tirati fuori (anche sbagliando, a volte). Z-Bo in post ci riporta sul +3 a 1'20'' dalla fine e poi stoppa Durant su un tentativo da oltre l'arco, abbiamo la palla in mano noi, 40 secondi alla fine, Allen prova a chiudere i conti ma viene stoppato da Ibaka, si alzano tutti in piedi, KD tenta la tripla in transizione ma è marcato benissimo dal Pitbull dunque scarica per RW, KD si fa portare un blocco da Ibaka e segna il -1 a 27 secondi dalla fine. Chiamiamo timeout per rimettere lontano dal canestro, due liberi per Conley. 2/2. Ma ora Oklahoma può ancora freddarci. E lì arriva l'intuizione del coach. Roba che in America si rabbrividisce al solo rammentarla, ma quando ci sono le West Finals in ballo, dell'onore ce ne freghiamo. Fallo intenzionale su Lamb , fischi del pubblico e 2/2 di Jeremy dalla lunetta. 20 to go. Conley ancora subito in lunetta, freddezza IMMANE del #10 e torniamo a +3. I Thunder usano l'ultimo timeout e trovano un fast two con Durant, che onestamente quasi gli concediamo perchè vogliamo evitare assolutamente di concedere un and-one. Sette secondi. Subisce il fallo Conley. Fischi tremendi sui suoi liberi, il primo entra ugualmente, il secondo quasi...tutti in piedi, dalla panchina alle tribune, palla a Russel Westbrook che è rapidissimo, temiamo il tiro da 3 ma decide di penetrare, c'è Allen su di lui, Russ se ne libera con uno step back e libera il long two salva stagione. Tutti col fiato sospeso, qualcuno alza le braccia...ma è ferro. No time left, Memphis win, e l'abbiamo scampata bella, come tantissime volte in questa serie. Forse la piu' bella serie mai giocata. Ma, ragazzi, se c'è una cosa che abbiamo dimostrato, è che abbiamo gli attributi. 3 vittorie su 3 a casa loro, nel loro fortino, ove in RS erano praticamente imbattuti. Quando torniamo a Memphis un folto gruppo di tifosi ci attende con lo striscione "We Can" e il disegno di quel trofeo lì...ma di quello non voglio ancora parlare. Dobbiamo volare basso, perchè abbiamo speso molto in queste semifinali e l'obiettivo stagionale è già stato raggiunto. Non nascondo però, che ci facciamo un pensierino...anche se come al solito la vita per le squadre da me allenate è difficile. Nonostante il terzo posto a ovest, avremo il fattore campo a sfavore anche nelle West Finals. E anche il pronostico...perchè i Rockets, che hanno battuto 4-2 i Suns, vantano un Howard vintage da 25 punti e 12 rimbalzi a partita. Ed è solo la punta di diamante di una squadra costruita per vincere il titolo, a differenza nostra. La ricetta per vincere la serie con i Thunder ce l'ha insegnata, ma chiunque è alle prime armi con la cucina sa che non sempre i piatti vengono bene, a prescindere dalla bontà della preparazione. A Est, Bulls (4-2 a Miami) e Knicks (4-3 a Phila) si affrontano in un'altra sfida bellissima! Ma non pensiamoci...i nostri occhi sono rivolti al Texas! Let's go to steal game 1!
Memphis Grizzlies 92 @ Oklahoma City Thunder 90 (Conley 26, Gallinari 19, Allen 16 / Durant 31, Westbrook 18, Jackson 14)

sabato 19 aprile 2014

Back in Tennessee

Gara 3 al Forum è come giocare al tiro alla fune usando due motori della stessa potenza. Per motivazioni diverse, la nostra fame contro il loro orgoglio ferito, ma la sostanza è quella. Non è una partita, è una guerra fisica e psicologica. Il primo che molla, ha perso. E nessuna delle due squadre ha voglia di mollare, lo dimostra il 40-40 all'intervallo e il 63-60 a fine terzo quarto. I 3 punti in piu' per noi sono puramente casuali, ma potrebbero essere la rampa di lancio per affondare definitivamente...potrebbe, sì, ma è un'ipotesi. Un'ipotesi che diventa ancora piu' viva quando Conley fa esplodere il forum con la tripla del +5 che vale il 70-65 a 5  minuti dalla fine. E invece lo smacco accende l'adrenalina dei Thunder, che si scagliano furiosi su di noi. L'impressione è che non ce la facciamo piu' fisicamente, Durant e Westbrook come predatori sentono l'odore del sangue e ne approfittano per il parziale di 14-5 che si rivelerà decisivo. Finisce 93-84 Thunder senza rammarici per noi, perchè la sensazione è quella di non aver potuto veramente fare di piu'. Siamo sempre sopra 2-1, ma gara 4 è l'ago della bilancia di un equilibrio perfetto: chi vince, ha il 75% di possibilità di portarsi la serie a casa. Non siamo sembrati quelli delle prime due gare a OKC, i Thunder ci hanno osservato, ci hanno studiato e hanno capito qual'è il modo per batterci. Il nostro gioco non è piu' una semi incognita per loro, ci siamo affrontati così tante volte che giochiamo uno contro l'altro ormai a memoria , come se a decidere le partite fossero ormai solo le percentuali balistiche, non il giro palla. Ma ci possono fregare una volta a casa nostra. Non due. E' questo il leit motiv invocato negli spogliatoi prima di gara 4, una partita che, non ho bisogno certo di ricordarlo a gente che in NBA è da una vita, conta tantissimo. La tensione è alle stelle, ma le ali di pubblico del FedEx ci danno quella marcia in piu' che dobbiamo imprimere dall'inizio e che in gara 3 ci è, sinceramente mancata.. Gioco classico, pick & roll e tira chi è libero, Gallo segna subito due canestri fondamentali, Allen un 2+1 con schiacciata in faccia a KD che fa impazzire tutti. Ma non è certo l'inizio di una partita da dominatori. I Thunder restano lì con la solita tigna, Westbrook insolitamente sfodera bei cioccolatini ai compagni (soprattutto il solito devastante Lamb) e andiamo all'intervallo con un misero punto di vantaggio. Nel terzo quarto Oklahoma prova subito a darci il colpo di grazia, aumentando di botto il ritmo, situazione in cui sappiamo bene che loro hanno una marcia in piu'. Quando Ibaka segna la TRIPLA del +4 qualsiasi giocatore un po' di scoramento lo proverebbe, ma i nostri no...anzi, è la scintilla che accende la fiammata di Mike Conley che con due triple e un assist per un Gallo solido in attacco e sontuoso in difesa da il là al break che ci porta sull'81-70 a fine terzo quarto. Quasi fatta, ma quel quasi come al solito lo sottovalutiamo...per gli ospiti è praticamente l'ultima spiaggia, un 3-1 sarebbe difficilissimo da recuperare e allora si accende KD, che con due triple indifendibili (piu' che tirargli i colpi in fronte non possiamo) riporta i Thunder sotto fino al canestro del -4 a 2'05'' dalla fine. Si rende necessario un timeout, in cui rientra Gasol che era a riposarsi dopo aver lottato sotto le plance tutta la partita. E' la mossa decisiva. Lo spagnolo prima piazza un blocco granitico per il jumper di Conley, poi stoppa un tentativo di penetrazione di Lamb e infine schiaccia per chiudere la contesa. Grizzlies 106, Thunder 99 e serie sul 3-1. Siamo molto vicini a un grandissimo obiettivo, che ho ancora paura anche solo di nominare. E infatti non lo farò. Ci rimane una gara in casa, la 6, una gara in cui comunque se vi dovessimo arrivare la tensione non sarebbe certo bassa. E allora lottiamo fino in fondo anche alla Chesapeake Arena, anche se sarà dura, durissima. Ma qualcuno ha il coraggio di dire che non possiamo farcela?

Oklahoma City Thunder 93 @ Memphis Grizzlies 84 (Lamb 23, Durant 18 / Conley 19, Allen 11)
Oklahoma City Thunder 99 @ Memphis Grizzlies 106 (Westbrook 24+14a, Lamb 22, Durant 21 / Conley 32, Exum 18, Gallinari 17)

giovedì 17 aprile 2014

Wild Battles in OKC


E' il momento. Davide contro Golia, un Davide cresciutello, ma pur sempre un Davide. Testa bassa, umiltà fin sopra i capelli., ci presentiamo al massacro alla Chesapeake Arena contro gli Oklahoma City Thunder. Massacro....massacro un cazzo! Arriviamo col dente avvelenato, fin dal primo quarto attacchiamo la tigna ai lunghi di Oklahoma con un sapiente pick & roll orchestrato da Conley con la gentile collaborazione del Gasol o Randolph di turno. Oklahoma reagisce, si sa, Westbrook è immarcabile, Durant non ne parliamo e Lamb quando mette quel piazzato da tutte le posizioni fa incacchiare come non pochi...provano a bullarsi con gli alley oop, ne segnano 2 o 3 in fila, ma noi non ci dobbiamo impaurire, noi di lob non ne abbiamo provato manco mezzo in stagione, il nostro è un gioco pragmatico, pick & roll, threes and defense, ed è un gioco che funziona. Nel finale di secondo periodo i Thunder sbandano e scendono fino a -10, ma non è finita certo. Ricordo ai ragazzi che di rimonte ne abbiamo subite fin troppo, e che Westbrook e Durant ci mettono poco a segnarci 10 punti in fila. E quasi lo fanno, un parziale di 7-0 riapre i giochi nuovamente...e' qui che il carattere viene fuori. Quello che Mike Conley non ha avuto nel primo turno, quello che esplode invece ora insieme a tutta la rabbia per le critiche subite. Due triple e un and-one ci fanno volare nuovamente in doppia cifra di vantaggio, la Chesapeake Arena ammutolisce, Durant ostenta sicurezza ma sa che il momento è difficilissimo. Siamo gasati, il Gallo stoppa due volte il 35 nella stessa azione, dobbiamo restare tranquilli e vi riusciamo, superiamo la metà campo sempre al limite dell'infrazione degli otto secondi, dobbiamo giocare ANCHE col cronometro, sfruttarlo fino in fondo e fermarlo quando serve per non far riscaldare "quei 2 lì"...vi riusciamo, un timeout chiamato sapientemente a 3 minuti dalla fine stoppa il losing effort dei Thunder che tornano fino a -5, una magia del Gallo che gioca il pick&pop con Mike e spara da 3 punti chiude la contesa. Grizzlies 102, Thunder 94, una gara 2 che conta già tantissimo per i padroni di casa. E per noi una vittoria esterna che ricorda molto quella di gara 1 del primo turno dell'anno scorso. La differenza è che l'anno scorso fu una sorpresa. Quest'anno potrebbe essere un punto di partenza.





Ma, per favore, immaginate di aver lottato come leoni conquistando una gara 1 che a tutti sembrava di sicuro appannaggio dei Thunder. Immaginate di scendere in campo nel solito stadio due giorni dopo, contro dei campioni in carica col dente avvelenato e desiderosi di seppellirvi di canestri per togliervi l'aspetto tronfio che sfoggiate da quella gara 1. Ma immaginate un punteggio di 54-38 per voi all'intervallo. Immaginate uno sguardo di KD che dice tutto. 2-0, è finita, incredibile. E invece no. Sono i campioni ragazzi, e ce lo dimostrano nel terzo quarto. Bersagliati da tutte le parti, Westbrook, Durant, Lamb, Reggie Jackson, Sefolosha. Viene il mal di testa a contare tutti i canestri. Noi invece ne segniamo a malapena 13, grazie a quei santi che abbiamo la, sotto alle plance. 71-71 a inizio quarto quarto, ma è un punteggio illusorio, l'abbiamo buttata via, persa, come dire altrimenti dopo un parziale di 29-13? Come dire altrimenti? Beh...guardateci e direte altrimenti. Assorbiamo il colpo, total reset, si riparte da zero, siamo pari e ce la giochiamo. Con una calma quasi buddhista, ricominciamo ad imporre il gioco che ci ha regalato il grande vantaggio della prima metà di gara, ma stavolta i Thunder sono on-fire, è una sfida bellissima. Punto dopo punto Oklahoma arriva al +2 con Westbrook, 2'10'' da giocare, si va da Randolph che segna su rimbalzo offensivo dopo aver sbagliato il primo appoggio al tabellone, i Thunder cercano subito il nuovo vantaggio con un punto veloce, Westbrook entra ma è nel traffico, prova uno scarico su Durant, lo sbaglia e Allen intercetta, non proviamo il fastbreak e Oklahoma si risistema in difesa ma non è Conley a portare la palla...è Allen. Voi direte, che differenza c'è? La differenza è che i Thunder non stanno marcando Allen da tutta la partita (sapendolo inoffensivo dall'arco) tenendo il suo difensore molto piu' vicino a Conley per intralciarlo sul pick & roll, mossa giusta, ma da fare quando porta palla Mike...non Tony...errore sanguinoso di Oklahoma, ce ne rendiamo conto e Allen la passa a Conley che è praticamente wide-open sulla guardia e spara la tripla del +3 con 1'45'' da giocare. Non se l'aspettavano, Westbrook prende palla rapidamente e va di la, troppo rapidamente, Conley compie la seconda magia e si prende uno sfondamento FONDAMENTALE facendo uscire oltretutto Russ per falli. Palla in mano e 1'35'' dalla fine, pick & roll e Gasol schiaccia per il +5. Sembrerebbe finita, ma mai abbassare la guardia....sembrerebbe ancora piu' finita quando il Gallo stoppa Durant, ma mai abbassare la guardia...sbagliamo e Durant segna per il -3 a 35 dalla fine. Palla che pesa tantissimo ora, la affidiamo a Conley, blocco di Gasol, Mike passa a destra, marcature eccellenti e nel traffico perde palla, la recupera Jackson che corre dalla nostra parte, Allen su di lui perchè Mike è in ritardo, Reggie finta l'entrata e poi scarica su Durant che dall'arco e con l'esile mano di Conley a tentare di contestare fa solo ciuff per la gioia dei tifosi blu...ma c'è un ma. Gli arbitri chiedono il review. Il piede di KD è sulla linea. L'esultanza dei tifosi si trasforma in rabbia. KD ha le mani nei capelli. Rimettiamo con 3 secondi da giocare, non riescono nemmeno a fare fallo. Grizzlies 93, Thunder 92. La sensazione di averla scampata bella. Di esserci giocati il jolly. Adesso è tutto nelle nostre mani. E in quelle del FedEx Forum. L'atmosfera sarà sicuramente da brividi...

Memphis Grizzlies 102 @ Oklahoma City Thunder 94 (Conley 30+11a, Gallinari 19, Randolph 15 / Westbrook 33, Lamb 22, Durant 15)
Memphis Grizzlies 93 @ Oklahoma City Thunder 92 (Conley 35, Gallinari 16 / Durant 26, R.Jackson 19)

martedì 15 aprile 2014

The Gate












La serie con Denver ci dice perfettamente cosa siamo. Una squadra QUASI pronta a vincere il titolo. E dove sta il quasi? Sta nelle difficoltà nei finali concitati e nella tendenza a perdere la concentrazione. Vinciamo 4-1, sì, dominiamo il campo dando sempre la sensazione di poter controllare la situazione, soprattutto in un FedEx forum pieno e non solo di persone, ma pieno di fiducia e ammirazione per quanto dimostrato dalla squadra,  eccetto in gara 4 ove subiamo un buzzer beater incredibile da Lawson che ci condanna a tornare in Tennessee per gara 5 (dove stracciamo dei Nuggets che danno veramente il massimo, ma il massimo, in questi casi, non basta...) ma, da allenatore, non posso nascondere alcune lacune. Una di queste è la concentrazione di Conley, che nonostante si autoproclami colui a cui dare la palla nei momenti finali, nei finali spesso compie errori che pesano tantissimo sul risultato della gara.. E in questo caso è stato un peccato, perchè uno sweep ci avrebbe posto almeno mentalmente alla pari dei Thunder, che hanno sweepato i Clippers. Voi mi direte, ma come fai a liquidare una serie di playoff in poche righe? Beh, perchè a parte il losing effort Denveriano in gara 4 c'è stato veramente poco da dire. Il risultato di gara 2 (100-95) non inganni, anche lì abbiamo sempre tenuto il pallino dal punto di vista del gioco e del punteggio. E, se Conley ha mostrato qualche difetto, le prestazioni di Exum dalla panchina ci rincuorano assai. Così come ci rincuora Zach Randolph, che ci ricorda che il suo contratto a fine stagione deve QUANTOMENO essere valutato vincendo gara 3 a Denver con 27 punti, 7 rimbalzi e un discreto 12-18 dal campo. E se Zach sta così, battere i Thunder non ci sembra piu' solo una flebile speranza...

Game 1: Denver Nuggets 96 @ Memphis Grizzlies 113 (J.Crawford 22, W.Chandler 16 / M.Conley 28, D.Exum 24)
Game 2: Denver Nuggets 95 @ Memphis Grizzlies 100 (J.McGee 16, K.Faried 16+16r / M.Conley 22, D.Gallinari 21)
Game 3: Memphis Grizzlies 99 @ Denver Nuggets 89 (Z.Randolph 27, D.Gallinari 17, M.Conley 14+11a / W.Chandler 17, T.Lawson 17)
Game 4: Memphis Grizzlies 101 @ Denver Nuggets 102 (D.Exum 23, D.Gallinari 21, M.Conley 21+9a / T.Lawson 26+10a, K.Faried 20+12r)
Game 5: Denver Nuggets 80 @ Memphis Grizzlies 102 (J.Crawford 21, T.Lawson 12 / M.Conley 22+8a, D.Gallinari 18)


Su nel tabellone, Houston (4-1 ai Lakers) e Phoenix (4-2 agli Warriors) si giocano l'altro posto alle WCF, mentre "di la'" è classico Heat-Bulls e sfida a sorpresa tra i Knicks e i Sixers. Ma non abbiamo tempo, ne voglia di seguire il resto delle partite. Abbiamo un solo obiettivo in testa, quello di vendicarci e di dimostrare chi siamo, battendo quella che a detta di tutti è ancora la prima forza dell'ovest. Siamo arrivati alla porta principale del destino di questa asso: varcheremo il confine delle contender  o subiremo lo schiaffo degli eventi sul piu' bello?

sabato 12 aprile 2014

Running



Anche nei fiori piu' belli a volte manca un petalo. E il petalo in questo caso è la trasferta al Pepsi Center, ove cadiamo malamente con Conley che sfodera una pessima prestazione stile Bobcats che, non lo nascondo, mi fa temere in vista di cali psicologici ai playoff. Ma il finale di stagione è comunque bellissimo, di quelli da fare inorgoglire qualsiasi allenatore. Rifiliamo 17 punti agli Warriors all'Oracle Arena che, pur senza Curry out for the season, hanno trovato una grande amalgama con Nedovic in regia che cresce esponenzialmente, poi zittiamo il Madison Squadre Garden limitando a 91 i Knicks con un Allen ancora in formato MVP (e non a caso nominato giocatore della settimana, 12 punti e 11 assist e tanto lavoro difensivo). Ma il capolavoro lo facciamo allo United Center. ROSE è assatanato ma noi intelligentemente lo carichiamo di falli e lo raddoppiamo costantemente tralasciando gli altri della squadra. E' un successo, Derrick ce ne fa comunque 32 ma gli altri non sono pervenuti e espugniamo una delle arene piu' difficili dell'NBA 106-98. Grande danza pre-playoff a Phoenix, con cui condividiamo lo stesso record. E ce ne vergogniamo, perchè li sotterriamo fino dalle prime battute con la coppia Conley - Gallinari che fa 40+11 e 30, come a dire...oh, noi per il grande palcoscenico siamo pronti eh!
L'MVP, anche se i suoi Thunder sono arrivati secondi, lo vince Durant mentre noi piazziamo Conley nel primo quintetto della lega e nel primo difensivo (e ci mancherebbe). Ma noi, comunque, i bastoni tra le ruote li dobbiamo avere comunque. Nonostante il terzo posto in conference, il sorteggio ci accoppia con Denver, che è risalita incredibilmente da quando gli abbiamo dato Jordan Crawford. In stagione abbiamo un record di 12-2 con squadre dell'ovest. Le 2 sconfitte sono arrivate proprio con Denver e con i Clippers. E indovinate con chi giocheremmo al secondo turno, se riuscissimo a battere Denver? Ma con i Clippers ovviamente...voi direte, vabbè, magari non passano il turno...non andrebbe certamente meglio. I loro avversari, infatti, sono i maledettissimi Thunder.
E che sia una beffa lo pensiamo ancor di piu' quando nella parte alta del tabellone ci sono Rockets, Lakers, Suns e Warriors...squadre con cui siamo 4-0 in RS. Ma oh, la bicicletta l'abbiamo voluta? E allora pedaliamo! Appuntamento per gara 1 al Pepsi Center. E stavolta non partiamo sfavoriti.

Houston Rockets (1, 23-6) - Los Angeles Lakers (8, 16-13)
Oklahoma City Thunder (2, 21-8) - Los Angeles Clippers (7, 17-12)
Memphis Grizzlies (3, 20-9) - Denver Nuggets (6, 17-12)
Phoenix Suns (4, 19-10) - Golden State Warriors (5, 18-11)


Miami Heat (1, 21-8) - Milkwaukee Bucks (8, 13-16)
New York Knicks (2, 18-11) - Orlando Magic (7, 14-15)
Chicago Bulls (3, 17-12) - Charlotte Bobcats (6, 15-14)
Philadelfia 76ers (4, 17-12) - Toronto Raptors (5, 15-14)

mercoledì 9 aprile 2014

Gall'impatto

Partially done. Un Tony Allen da 13+8+10 aiuta la premiata ditta Conley - Gallinari a battere i Nets, mentre nella sparatoria  di Minnesota dominiamo (71-55 all'intervallo, 128-101 alla fine con QUINCY PONDEXTER che segna 28 punti in 9 minuti off the bench (10-13, 6-8 e il culetto del Gallo che un pochino trema)). E allora perchè partially? Perchè sti ragazzi, se non riescono a farmi incazzare una volta al mese non sono contenti. Sembrerebbe infatti una formalità l'incontro al FedEx contro dei Bobcats che sono già ampiamente ai playoff (rendiamoci conto). E invece no, perdiamo. E non perdiamo per il 7-23 di Conley  o per il 6-15 del Gallo, perdiamo perchè BEN GORDON, uno che scalda la panchina da 3 anni, entra 10 minuti in campo e spara un 4-4 da tre in ciabatte e occhiali da sole che ci manda al diavolo. Striscia di 5 vittorie consecutive interrotta, record di 16-8 che ci proietta in quarta posizione e playoff ormai raggiunti. Ma non parliamo di partitelle di fine stagione. 5 trasferte in fila: Warriors, Knicks, Bulls, Denver, Suns. Per capire a cosa puntiamo in questa off-season. Oh, cominciamo a scaldare i motori, quest'anno col cacchio che voglio uscire al primo turno!

lunedì 7 aprile 2014

La mossa.

La netta vittoria a San Antonio (117-97 con Conley solito mattatore da 35 punti) aveva nascosto quello che, da inizio stagione, è l'unico problema del nostro sistema. La sconfitta patita a Cleveland e i suoi 0 punti con 11 tiri mettono in risalto il suddetto. Che ha un nome e un cognome: Jordan Crawford. Giocatore esplosivo, ottimo piazzato, ma troppo, troppo incostante. In una geometria di gioco come la nostra, dove ognuno ha i suoi compiti offensivi, ciò non è tollerabile. Schierare un giocatore che ci sbilancia a livello difensivo (quando c'è lui, Allen è in panca oppure gioca da 3 dove ha qualche  limite) non è una cosa che ci possiamo piu' permettere. Come fare? E' ovvio, muoverci sul mercato. Cominciamo a farlo, trattative frenetiche, si parla di Afflalo, Shumpert...gli insider spifferano e a Memphis il tifoso medio Grizz va su tutte le furie, blaterando cose come "ma ne segna venti a partita"...sì, con 20 tiri e i 6/7 che mette sono layup o schiacciate. La deadline si avvicina però, e quando nessun asset offerto sembra soddisfarci, ecco che chiamano dal Colorado...l'offerta è di quelle toste. Crawford, Pietrus e Nick Young per l'ex uomo franchigia dei Nuggets, che dopo l'infortunio è finito a fare panchina abitualmente dietro l'oscura e tatuata ombra di Chandler e, siamo sicuri, ha una voglia di riscatto matta. Ebbene sì, con una mossa a sorpresissima alla deadline arriva a Memphis Danilo Gallinari! Giocatore esplosivo per essere un 3/4, con una tripla mortifera e tanta voglia di rimettersi in gioco. Con lui arriva anche un addetto alle pulizie di nome Thanasis Antetokoumpo, che non è il "Greek Freak" dei Bucks ma suo fratello draftato quest anno proprio dai Nuggets, che porta in dote cifre rivedibili...ma si sa, a Memphis siamo bravi a rivitalizzare i fratelli scarsi, vero Pau?
La mossa mi piace, e me ne vanto nella conferenze stampa prima del homie match vs i Pistons, quando i soliti giornalettari da 4 giorni sparano fandonie come: "Coach, Gallinari se la vedrà con Josh Smith, quindi avremo subito l'opportunità di screditare il suo nuovo acquisto...J-Smoove lo annullerà da un lato e dall'altro del parquet, è scritto, e noi potremo subito fomentare i tifosi nella campagna contro di lei che ormai va avanti da inizio stagione. Che ne dice?"
Non rispondo. La risposta è sul campo. Smoove 16 punti e 6-20 shooting, Gallo 22 con 9-16 dal campo, 4-8 da tre e 5 stoppate. Indovinate a chi?
La vittoria ci gasa e battiamo anche i folli Kings a domicilio, per poi andare a Portland...i Blazers, non si sa perchè, sono in grosso calo rispetto all'anno scorso, ma Lillard è nel contract year e decide di dimostrare di essere uno da max contract proprio contro di noi. Noi reggiamo, reggiamo, reggiamo, andiamo avanti, torniamo indietro, bestemmiamo, difendiamo, andiamo avanti, bestemmiamo...Conley instaura un bellissimo duello con lo #0 al terzo anno di NBA, ma riusciamo ad avere due punti di vantaggio sull'ultimo possesso Blazers. Che, per noi, vuol dire sperare che segnino da 2 e non da 3, visto la nostra proverbiale freddezza sulla giocata conclusivo. La fortuna ci assiste quando è Aldridge a pareggiare immancabilmente...overtime! Di nuovo...beh, meglio non ricordare ai ragazzi che finora li abbiamo persi tutti...la mossa funziona. Rifiliamo 10 punti ai Blazers nell'extra time e chiudiamo febbraio in 3W streak, rimuovendo oltretutto il brutto blocco psicologico che ci bloccava quando la partita non si decideva nei regolamentari. Ma ora dobbiamo serrare le fila. Il record di 14-7 ci proietta al quinto posto a ovest...il problema è che ovviamente primi sono i Rockets, che in casa sono 10-0 e ovviamente sono nella nostra division. Ciò significa che se non si danno una calmata (e li conosco, non se la danno) arrivare quarti o secondi non cambia niente. Il calendario non è facile, must win match in casa con Brooklyn, trasferta a Minnie che lotta per i playoff, al Forum con Charlotte che...lotta per i playoff e poi cinque trasferte facilissime per chiudere la stagione: Warriors, Knicks, Bulls, Nuggets, Suns. Tutte squadre oltre il 50% di vittorie. Beh, alla fine il quarto posto potrebbe non essere così male...

venerdì 4 aprile 2014

Come parlare al muro. O forse no....

Ma l'avete capito o no? L'avete capito o no che siete dei polli? Non si può! Non si può! Perchè gennaio era il mese delle "must win". Sei partite sei da vincere assolutamente. Due di queste da vincere assolutissimamente: Milkwaukee e Toronto in casa. Le perdiamo entrambe. E come le perdiamo! Contro i Bucks, sul 102-102, rimettiamo in gioco con 24 secondi dalla fine. Conley tiene il pallone mentre il cronometro scende con la sicurezza di chi sta per segnare il tiro della vittoria. Le bestemmie in panca e tribuna quando Mayo glielo strappa dalle mani e si invola a schiacciare in solitario non sono ripetibili. Finisce con un assurdo 104-102 Bucks e un avvertimento per Conley: una cazzata così e ti prendi una strigliata, un'altra cazzata così e ti prendi Jason Collins. Fai tu. E il buon Mike si salva solo perchè nella sconfitta all'overtime con i Raptors, che conferma la nostra tendenza a perdere ai supplementari (ancora MAI vinto), la boiata colossale la fa Crawford sparando in panchina il pallone mentre eravamo sul +2 a 30 dalla fine. Oh Jordan, ma sei fuori?
Per uno che cappella però, un altro pare aver capito la lezione. Così gentile e onesto pare che Jason Collins non ha fatto arrivare. Mike Conley si riscatta alla grande della porcata che ci è costata la partita con i Bucks droppando 47 punti, 10 assist e 6 rubate nella vittoria casalinga contro i Wizards. Di piu', ne mette 39 con 7 assist e 5 steal nell'away win contro i Pelicans, tornando di forza in corsa nella MVP Ladder. Prestazioni che fomentano. E infatti ci fomentiamo, battendo anche i Sixers che a est sono lanciatissimi dopo aver firmato nuovamente Bynum e un clamoroso Beasley e i Lakers di forza al forum, Lakers che dopo la firma di Deng e Carter sono in zona playoff....ultimo regalo a Kobe? Vedremo....

martedì 1 aprile 2014

Franchigia o polleria?

Chickens, chickens, chickens! Apostrofo i ragazzi in maniera trapattoniana, perchè non è possibile buttare due partita così. Al FedEx Forum contro i Pacers il punteggio dopo 3 minuti di terzo quarto dice +19...vinta insomma, considerato che George è in super-serata no. Macchè. Persa come dei polli, incappiamo nella nostra consueta crisi realizzativa che sveglia pian pianino Indiana che trainata dalla coppia Hill-West ci supera 103-97. Ma non è questo il massimo della pollaggine. Quello lo raggiungiamo a Orlando. Il copione è il solito eh, +15 a metà terzo quarto e partita che parrebbe in ghiaccio. Ma il ghiaccio, si sa, con una fiammata si scioglie...è il lanciafiamme è Tobias Harris, che si carica la squadra sulle spalle e a 25 secondi dalla fine segna il canestro del pareggio. Al timeout sono chiaro: "Mike, tieni palla 24 secondi, fatti portare un blocco e spara sulla sirena". Sì, come no....Harkless e Oladipo raddoppiano su di lui a 10 secondi dalla fine lasciando Gasol solo in area. Troppo, troppo ghiotta l'occasione per non lobbargli la palla. Marc riceve e appoggia facile per il +2 che chiude i conti...sì, in un universo parallelo forse. E' un ferro da Shaqtin A Fool e Orlando ci castiga sulla sirena con Vucevic che in post stupra...pensate un po'...proprio Gasol. E la cosa che mi fa incavolare è che non perdiamo perchè siamo piu' scarsi, perdiamo per mancanza di freddezza e troppa sufficienza! La dimostrazione? I 21 punti rifilati all'Energy Solutions Arena a dei Jazz che dopo aver draftato il lungo Vonleh sono davvero una bella squadrettina e il 105-100 con cui abbiamo la meglio al Forum su dei Rockets ancora imbattuti, ciò nonostante un 8-8 dal campo di Terrence Jones da mani nei capelli e occhi spiritati. Dimostrazione che ce la possiamo giocare con tutti, e se questi chickens avessero un po' piu' di palle nei minuti finali, il record non sarebbe un piuttosto anonimo 6-4...